Consuntivo Scuola 2008.

UN ANNO DI SCUOLA DALLA  A ALLA Z

Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2008


A cura di TUTTOSCUOLA

http://www.tuttoscuola.com/

Effetto Brunetta: Bufala o Verita’?

http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Ma_c%27%C3%A8_davvero_un_%22effetto_Brunetta%22%3F#body

Contro il “mal di lavoro”:

Brune-confex 1000,il lassativo che ti mette a posto!!!!

Un cucchiaio al bisogno…stando sempre a contatto con il Sig.WC!!!

Brunetta dichiara guerra ai falsi malati.

Circolare del ministero alle pubbliche amministrazioni: «Visita fiscale anche per un solo giorno di malattia»

ROMA – Giro di vite per limitare le assenze ingiustificate dei dipendenti pubblici. D’ora in poi la visita del medico fiscale «è sempre obbligatoria anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno». Lo stabilisce una circolare firmata dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, indirizzata a tutte le pubbliche amministrazioni (i punti del documento).

«AGEVOLARE I CONTROLLI» – Nel testo si chiarisce che la richiesta di visita fiscale «è sempre obbligatoria, salvo particolari impedimenti del servizio del personale derivanti da un eccezionale carico di lavoro o urgenze della giornata». Il medico potrà poi presentarsi per il controllo con meno limitazioni di orario. Si ampliano le ore in cui potrà essere effettuata la visita, «al fine di agevolare i controlli». Oltre alla burocrazia, la ‘stretta’ si occupa anche del portafoglio dei dipendenti. Ad ogni malattia, nei primi giorni di assenza e indipendentemente dalla durata, si applica la decurtazione della retribuzione, anche se non su tutte le voci dello stipendio. Potrà essere tagliata «ogni indennità o emolumento, aventi carattere fisso e continuativo» e «ogni altro trattamento economico accessorio»: indennità accessione che possono essere quantificate attorno al 25-30% della retribuzione, sottolinea il ministero. Non saranno toccati il trattamento economico tabellare iniziale, la tredicesima, l’anzianità e gli eventuali assegni ad personam.

COMPENSI DI PRODUTTIVITÀ – Le assenze per malattia superiori a 10 giorni e, a prescindere dalla durata, alla terza assenza ogni anno, devono essere giustificate con un certificato medico rilasciato da struttura sanitaria pubblica o dai medici convenzionati. La circolare fornisce inoltre indicazioni alle amministrazioni sull’incidenza delle assenze dal servizio ai fini della distribuzione dei fondi per la contrattazione collettiva, ribadendo i principi in materia di premialità e chiarendo che comunque nessun automatismo è consentito nella distribuzione delle somme. In particolare, i compensi di produttività potranno essere percepiti «solo in misura corrispondente alle attività effettivamente svolte e ai risultati conseguiti» e nell’erogazione dei compensi incentivanti «deve essere esclusa ogni forma di automatica determinazione del compenso o di ‘erogazione a pioggia’». In pratica, se si fanno assenze non si ha diritto ai premi economici dovuti alla produttività. Inoltre i contratti collettivi dovranno quantificare i permessi retribuiti stabilendo sempre un monte ore massimo, al fine di «impedire distorsioni nell’applicazione delle clausole, evitando che i permessi siano chiesti e fruiti sempre nelle giornate in cui il dipendente dovrebbe recuperare l’orario».

«NORMA INIQUA» – Il capogruppo del Pd della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha immediatamente criticato la circolare di Brunetta che, secondo lui, «colpisce la retribuzione in modo pesante e iniquo». «Agendo sul salario variabile – ha detto Damiano – la misura penalizza in modo differente, a seconda della struttura retributiva, i singoli settori della pubblica amministrazione ed è del tutto in controtendenza con gli annunci del governo di voler valorizzare, anche nel pubblico impiego, forme di retribuzione legate alla produttività». Secondo Damiano ci rimetteranno soprattutto le forze di polizia «che hanno una struttura retributiva caratterizzata da elevata variabilità».

ASSENTEISMO IN CALO – Presentando la misura ‘anti-assenteismo’, Brunetta ha fatto il punto della situazione, parlando di dati confortanti: l’assenteismo nella pubblica amministrazione, specie per malattia, registra una diminuzione da fine maggio del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha detto il ministro annunciando prima della pausa estiva un rapporto strutturato su questo argomento anche se con dati parziali. Da settembre ci sarà un osservatorio sull’assenteismo che pubblicherà mensilmente dati su «questa nostra azione moralizzatrice», ha detto Brunetta. Il calo del 20%, ha precisato, si registra «da quando è emersa l’opinione che ‘cambiare si può’, quindi con il decreto 112, le circolari e la cosiddetta operazione trasparenza».

http://www.corriere.it/politica/08_luglio_17/brune_01_8035c258-5415-11dd-a440-00144f02aabc

Assenteismo: maxi-tagli in busta paga nei primi 10 giorni di malattia

di Gianni Trovati

16 luglio 2008

Arrivano anche per i 500mila dipendenti di Regioni ed enti locali le prime indicazioni operative sul taglio agli stipendi nei primi 10 giorni di malattia, disposto dall’articolo 71 del Dl 112/2008. Le conseguenze non sono positive per gli interessati, e la misura si rivela più incisiva del previsto.

Rispondendo al quesito di un’amministrazione, punta dell’iceberg di pressioni sindacali che si sono attivate negli enti locali, l’Aran ha messo nero su bianco un elenco di 12 voci stipendiali colpite dalla stretta antiassenteismo, in cui rientrano anche indennità di comparto, retribuzione di posizione e di risultato dei titolari di posizione organizzativa, cioè dei dipendenti di categoria D che in virtù di un incarico a termine svolgono mansioni tipiche di un livello superiore, e indennità di direzione e staff per il personale dell’ex ottava qualifica funzionale. Tutte queste voci, insieme con le remunerazioni più specifiche ( turno, orario notturno e tempo potenziato), rientrano nello stop imposto nei primi dieci giorni di malattia dal Dl 112, che salva solo il «trattamento fondamentale».

Di quest’ultimocapitolo fanno parte solo stipendio tabellare, tredicesima e progressione orizzontale che, in quanto «forma di carriera esclusivamente retributiva», di fatto si traduce in un aumento del tabellare. Salvi, ma assai più rari, sono anche le retribuzioni individuali di anzianità precedenti alla scomparsa degli scatti a fine anni ’80 e gli eventuali assegni ad personam nati dall’esigenza di mantenere la retribuzione individuale di chi prima occupava posti meglio pagati.

Nella divisione operata dall’Aran,quindi,il confine del trattamento fondamentale esclude l’indennità di comparto, che a una prima lettura della norma alcuni osservatori avevano ritenuto esente dalla stretta. L’indennità, creata nel 2004 (articolo 33 del contratto nazionale del 22 gennaio), nasce per allineare gli stipendi dei dipendenti di Regioni ed enti locali a quelle dell’altro personale pubblico, e quindi è una voce fissa che riguarda tutti (varia dai 390 ai 623 euro all’anno a seconda della categoria). L’Aran, nella sua attività di interpretazione univoca del dettato contrattuale (articolo 45, decreto legislativo 165/2001), la colloca fra i compensi che devono remunerare le «particolari condizioni di rischio o di disagio » della prestazione lavorativa, e quindi fuori dal recinto sicuro del trattamento fondamentale.

Ancora più consistente il bottino della retribuzione dedicata ai titolari di posizione organizzativa, che oscilla da 5.164 a 16mila euro annui, accompagnata da un bonus ulteriore tra il 10% e il 30% risultato. Evidente, in questo caso, il collegamento di tali compensi alle «particolari condizioni» che connotano il trattamento accessorio. Il taglio di queste due voci è quello che garantisce l’effetto sulle buste paga dei dirigenti. Il rigore targato Aran sulle conseguenze in Regioni ed enti locali della misura antiassenteismo arriva all’indomani dell’allarme lanciato dai docenti di scuola sulla stessa norma ( si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Ma anche nei Comuni il personale legato alla scuola non ha di che ral-legrarsi, perché le indennità previste per educatori degli asili nido, insegnanti delle materne ed elementari, docenti di sostegno (dipendenti degli enti locali) operanti nelle scuole statali e docenti dei centri di formazione professionale rientrano nelle voci sforbiciate dall’assenza.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/07/malattia-tagli-busta.shtml?uuid=3bf59cdc-5300-11dd-b353-a98d07585a6c&DocRulesView=Libero