I CATERINESI….di Giuseppe Lo Vetere.

Sarebbe un bel posto per viverci se offrisse di che vivere.

Questo libro racconta le vicende di una comunità del centro-Sicilia che non è riuscita a mettere a frutto il suo lavoro per sviluppare le risorse del suo territorio.

Vittima e complice di baroni e principi, di mafiosi e notabili, di politici e amministratori, che in ogni tempo hanno inteso il potere come rendita parassitaria. Ora si è tentati di adagiarsi o si è costretti a emigrare.

Questa Storia di S.Caterina Villarmosa vuole ricordarne l’eredità di dignità e di lavoro, su cui fondare la speranza di rinascita.

 

 INTRODUZIONE

 Quell’Historia fatta di “Imprese di Principi e Potentati e qualificati Personaggi” che Manzoni ha messo bellamente alla berlina, rimane ancor oggi la tentazione delle storie locali, le quali si riducono troppo spesso a pretenziose gallerie di piccole glorie e di scollegati fatti “memorandi”. Questa che si propone, vuole essere la storia di una popolazione, cioè la vicenda percorsa da una modesta comunità della Sicilia centrale all’interno della storia della sua Isola, e in rapporto con l’angolo di terra che le è toccato, su cui è vissuta e vive, e da cui ha tratto, e potrebbe continuare a trarre, i mezzi di sopravvivenza e i motivi di identificazione. In questo lavoro non si intende quindi imbalsamare ricordi e nostalgie, ma si prova, con tutta la modestia che una competenza non specialistica impone, a riesaminare quel percorso, nella speranza di indurre i miei concittadini a riflettere sul rapporto tra popolazione e territorio che costituisce la condizione di sviluppo o di decadenza di ogni nucleo, e, soprattutto, della attuale crisi che ne minaccia l’estinzione. E la storia (con la geografia) è una componente importante per definire la propria identità e motivare la speranza di ripresa.

Per spiegare i fatti locali è necessario richiamare situazioni più ampie, e far quindi riferimento alla più generale storia di Sicilia. Gli avvenimenti della “grande storia” si ripercuotono sulle piccole comunità provocando risposte dialettiche, frutto di reinterpretazione e di ricondizionamento. E le risposte dei piccoli centri non sono poi tanto insignificanti, se si pensa che il rapporto tra città e campagna, oggi rovesciato dal massiccio urbanesimo, fino a ieri era a tutto vantaggio della campagna, quantitativamente ma anche qualitativamente, perché, nella Sicilia agricola di sempre, la campagna rappresentava l’elemento produttivo di fronte al parassitismo urbano. La diversità di motivazioni e di caratteri che gli

avvenimenti assumono nelle campagne non sempre è da interpretare come eco storpiata e impicciolita degli eventi cittadini, ma piuttosto questi possono risultare talvolta come sovrastrutture devianti dei motivi che nelle campagne hanno radici profonde e reali, anche se non sempre consapevoli. Naturalmente il riferimento alla storia più generale deve essere in questa sede rapido, e potrebbe risultare addirittura sommario, senza quelle sfumature che il giudizio storico deve avere perché le hanno i fatti e le idee.

Nella forma, si è cercato di offrire due livelli di lettura: il testo, che vuole avere e mantenere forma narrativa, intende proporsi piano e snello, per rendere facile e possibilmente piacevole la lettura; nelle note e nelle appendici si dà spazio alla documentazione, ma anche (forse troppo) al particolare minuto o al frammento di riflessione.

Il lettore attento noterà che in più punti si risente di una prima stesura di questo lavoro, avvenuta alla fine degli anni sessanta. Rivedendo a più riprese il testo, non sempre mi riesce di riportare a toni più piani certo slancio di enfasi che l’allora più verde età induceva. Anche se adesso le condizioni di allora sono cambiate, spero di poter fare ancora cosa utile per il mio paese, cogliendo, nell’esposizione del suo passato, alcuni spunti di riflessione sul suo presente. E chiedo scusa se, anzicchè esaltarrni in elogi, insisto sulle critiche: spesso l’amarezza della critica è segno di affetto più di quanto possa essere la comoda piaggeria dell’esaltazione preconcetta.

Forse il risultato complessivo è quello di un monumento al mondo contadino che non c’è più, ma bisogna considerare che i monumenti si fanno proprio agli scomparsi cui dobbiamo qualcosa, e che comunque queste sono le nostre radici. C’è poi da considerare che, se possibilità di sopravvivenza esiste per il paese, essa può partire soltanto dalla valorizzazione delle risorse intrasferibili del territorio, prima fra tutte la terra.

Potrà anche osservarsi che, almeno in certe parti, il metodo storiografico risulti sacrificato a vantaggio dell’interesse etnografico, ma non me ne faccio un problema, perché il mio intento prioritario resta quello della visione d’insieme delle condizioni della popolazione più che il rigore metodologico dell’esposizione.

La propria storia, per le comunità come per le persone, costituisce la propria identità. Ripercorrerla, con occhio affettuoso ma attento e critico, è augurio ed invito ad avvenire migliore.

 

NOTA GEOGRAFICA

 Santa Caterina Villarmosa è un comune della Sicilia interna, in provincia di Caltanissetta, posto a 10 km. di distanza aerea a nord del capoluogo, e a 19 km di distanza stradale sulla SS 121 e 121-bis. Sul meridiano di Roma è a 10 34’ 43” di longitudine est, ed a 37° 35’ 16” di latitudine nord.

A nord, procedendo da ovest ad est, fanno corona al paese i centri minori di Marianopoli, Villalba, Vallelunga, Resuttano, a nord-est Alimena in provincia di Palermo, e Villarosa a est in provincia di Enna. S.Caterina è stata sempre un centro di raccordo tra tali paesi e il capoluogo provinciale; dopo la costruzione dell’autostrada Palermo-Catania ciascuno di essi ha trovato vie alternative di collegamento.

L’abitato ha collocazione molto eccentrica rispetto al suo territorio amministrativo, trovandosi nella punta ovest dell’arco di sua pertinenza. Confina con il territorio di Caltanissetta, che lo avvolge a sud e ad ovest e si incunea fin presso l’abitato; a nord si ha il territorio della lontana Petralia, poi si tocca quello di Resuttano nella sua esclave di Ciolino, quindi quello di Alimena. Alla sinistra dell’Imera-Salso un frammento di territorio caterinese va quasi a toccare l’abitato di Villarosa.

E zona collinare, e i rilievi possono essere considerati, rispetto al massiccio delle Madonie, la propaggine sud-occidentale che si frastaglia e, da Polizzi a Serradifalco, si frappone tra la valle del fiume Imera-Salso e la valle del Platani 1. Tra le due valli la catena si

abbassa in numerosi passi 2. Il paese si colloca sulla sella che divide il bacino del fiume Salito a ovest, da quello del torrente Vaccarizzo a est, rispettivamente affluenti del Platani e del Salso. La linea di displuvio attraversa l’abitato.

La collocazione al centro dell’Isola 3, e i passi che consentono il transito, fanno dell’area un punto di incrocio tra la via dalle Madonie all’Agrigentino e quella da Palermo a Catania. Nella zona si ritrovano il nodo della Noce sulla strada nazionale, il nodo ferroviario di Xirbi, gli svincoli autostradali di Imera (per Caltanissetta ed Agrigento) e di Ponte Cinque Archi (per Nicosia).

Il paesaggio collinare che caratterizza la zona è più vicino all’asprezza delle montagne che alle ondulazioni delle colline. E paesaggio di grande bellezza per gli occhi, ma faticoso per piedi e braccia.

Il territorio amministrativo occupa la destra del fiume Imera dal punto di confluenza con il Salso. Nello stesso punto confluisce il Torrente Vaccarizzo, dopo aver ricevuto le acque fortemente salate e solforose del Torrente della Cava, e dopo aver superato le strettoie della gola del Castello. Dalla parte occidentale scendono le valli del fiume Salito, affluente del Belice-Platani.

La componente salma dei terreni è indicata dai nomi stessi dei fiumi. Il Salso e il Vaccarizzo sono i primi responsabili della salinità dell’Imera Meridionale, e il Salito di quella del Platani. I terreni sono argillosi, gessosi e solfiferi. Frequenti sono i calanchi argillosi (“u critu”), le rocce di gesso (bianco e luccicante, o finemente arabescato da microerosione come a Scalèri), le sorgenti salate o solforose (“l’acqua mìntina”), i depositi e le cave di salgemma e di sali potassici. In più punti i corsi d’acqua si perdono nel sottosuolo e formano doline (“sfunnati”) e grotte 4. Sondaggi recenti e meno recenti pare abbiano individuato depositi di petrolio, che però sarebbero  sfruttabili per la profondità e la dispersione delle sacche, data frammentazione geologica del territorio.

In due punti —Monte Coticchio a nord-est e Coticchiaro alle falde ovest del Monte Fagaria — giacciono congregati di sabbia e grossi depositi di ciotoli levigati, residui di un delta di fiume tropicale che le vicende geologiche hanno sollevato a 900 metri di altezza. Tra le Balze di Barbàra e fino a Recattivo si trovano fossili di una barriera corallina  tropicale. Si sono trovati nella zona i resti di elefanti nani.

Il territorio, secondo la carta dei rischi sismici, fa parte del triangolo argilloso (Resuttano-Gela-Agrigento) che dovrebbe essere esente da terremoti diretti: può risentire di scosse vicine ma non  averne di proprie. Invece è soggetto alle frane.

La piovosità media è inferiore ai 600 mm. annui, e i giorni di piovosità sono mediamente 70 all’anno; i mesi più piovosi sono dicembre e gennaio, mentre nei singoli episodi atmosferici sono più abbondanti  le piogge di ottobre e i violenti temporali di luglio. La notevole altezza delle colline viene compensata dalla bassa latitudine  per cui l’atmosfera risulta ventilata e il clima mite.

Sarebbe un bel posto per viverci se offrisse di che vivere.

 

1 Da Polizzi si va a monte Catuso, a Terravecchia di Cuti e Chibbò, al Filo di Rocche, a Fagaria e Garristoppa, al Monte S .Giuliano e Babaurra, fino a S .Cataldo e Serradifalco.

2 Tudia, Portella del Morto, Portella di Recattivo, Garisi (alla sella di “u Piètu”), 5. Caterina, Zotta dei Muti, Portella del Vento, Xirbi, S.Elia, S.Cataldo

3 Il baricentro geometrico sarebbe allo svincolo autostradale di Resuttano, però la maggior consistenza del rettangolo sud-ovest da Trapani a Siracusa rispetto al triangolo del messinese, farebbe spostare più a sud-ovest il punto centrale.

4 Le grotte hanno stalattiti e stalagmiti molto belle perché, oltre la componente calcarea, hanno la lucentezza della componete gessosa.

24 Risposte

  1. Gassino Torinese 27/09/2008

    serata all’insegna della cultura e non solo , quella di sabato 27 settembre per la presentazione del libro “I Caterinesi ” del prof. Giuseppe Lo Vetere .
    L’evento molto atteso ha dato modo alla folta comunità caterinese di Gassino Torinese di ritrovarsi tutti insieme per la prima volta . Forte l’emozione quando Michele Saporito nel presentare il libro e l’autore ha più volte messo l’accento sul forte legame affettivo che a distanza di molti anni unisce ancora i caterinesi al loro (nostro) paese d’origine.Alla kermesse così bene organizzata ha contribuito Pippo Romano che ha suonato e cantato brani siciliani e caterinesi con la partecipazione di tutto il pubblico .Le donne di Santa Caterina hanno quindi dato ancora una volta ampia dimostrazione di capacità ed entusiasmo offrendo a tutti quanti le nostre specialità di genuina pasticceria “catrinara”.Quanto dovremo aspettare perchè si possa ripetere una serata come quella testè descritta ?
    franco eluccio lo vetere

  2. Un grazie per essere intervenuto in Terra mia e un saluto, affettuoso e sincero,a lei e a tutta la comunità “catrinara” di Gassino Torinese!
    Si può vivere a migliaia di chilometri di distanza e,magari,anche in condizioni ottimali,ma la terra dove si è nati chiama e richiama.
    Spero di avere reso un buon servizio alla simpatica comunità catarinese.
    Cordiali saluti.
    Prof.Michele Vilardo.

  3. Gentile prof. Michele ,grazie di cuore a Lei e alla sua cortese attenzione e ospitalità , anche a nome della comunità dei “catrinara” .
    Affettuosi saluti .
    eluccio francesco lo vetere

  4. buona sera,
    suona una caterinese, che si trova da 47 anni emigrata in Germania. Si potrebbe ricevere questo libro.
    Distinti saluti. Aspetta la vostra risposta.

  5. Gentille Signora, per avere il libro deve rivolgersi o all’autore, il suo compaesano Dott. Lo Vetere Giuseppe, oppure farselo mandare da qualche parente dal suo paese nativo:Santa Caterina Villarmosa.
    Tanti auguri e cordiali saluti.

  6. Excuse me for not being able to write in Italian, but it’s just too bad! Where can I get this book? My dad is from Santa Caterina Villarmosa, too. I think this would make him really happy.

    Best regards
    M. Natale

    • Thanks for having written on “terra mia” blog. I’m happy that your father was born in St. Catherine and you have Sicilian blood flowing through your veins. You can buy the book at the SCIASCIA bookshop, Corso Umberto CALTANISSETTA-SICILY-ITALY. Yours sincerely and good luck.

  7. Egregio dott. F. Lo Vetere, nel ringraziarla dell’interesse mostrato per il libro “I Caternesi”, vorrei mettere al corrente i suoi gentilissimi ospiti del blog, che è possibile acquistare il libro tramite e-bay (www.e-bay.it)
    cordiali saluti
    Rosario Lo Vetere

  8. il libro “ICaterinesi” scritto da Pino Lo Vetere ci unisce.
    Qualsiasi Caterinese che ha potuto leggerlo, e in esso ha potuto rivedere il suo passato, le sue origini, i suoi costumi, le sue tradizioni, sicuramente ha avuto un desiderio di aggregazione, di incontrarsi, di parlare del più e de meno di noi, dei “Caterinesi”, dii un popolo, che più degli altri ha subito il processo dell’emigrazione. Vi invito a stare uniti, a difendere led essere orgogliosi delle nostre origini. Perchè noi, abbiamo qualcosa in più di loro : la tenacia di un popolo siciliano e l’orgoglio che ci ha sempre caratterizzati.
    Franco Lo Vetere

  9. Buongiorno Prof. Lo Vetere, posso chiederle perchè Resuttano geograficamente fa parte della provincia di Palermo, mentre in realtà è amministrata dalla provincia di caltanissetta? Tutto dipende dalla formazione dei feudi? Io vorrei scrivere un articolo riguardo i rebus geografici.

    Grazie

    Mario Pintagro

  10. L’Associazione Leonardo Sciascia dei “caterinesi” di Gassino Torinese , ha voluto festeggiare la Patrona di Santa Caterina Villarmosa (CL) , Santa Caterina d’Alessandria , con la celebrazione di una messa officiata da padre Calogero (Lillo) Alessi giunto dalla Sicilia appositamente . Quella del 19 di Settembre rimarrà per tutti i caterinesi di Gassino una data importante ,sia per l’importanza dell’evento sia perchè si ufficializza in un certo modo la nascita di una iniziativa così piena di significati religiosi e sociali .Padre Alessi è certamente una persona splendida e sicuramente il prossimo anno sarà ancora con noi : l’aspettiamo ! Dopo la funzione religiosa i “catrinara e padre Alessi si sono ritrovati in un un ristorante del luogo per pranzare , cantare e ballare tutti insieme .
    Una piccola riflessione in ….poesia .

    Santa Caterina Villarmosa

    Nel cuore di ogni Caterinese
    c’è sempre un’eroica Santa
    ed un bel paese .

    Gassino torinese 01/10/ 2010

    • Sono di S.Caterina emigrata dal 1973 , prima in Germania e poi in Italia in prov. di Bolzano.Sono molto contenta quando leggo notizie di S.Caterina e dei compaesani.Riguardo padre Alessi Calogero(Lillo) chiedo se si parla di padre Alessi che da giovane abitava dietro la chiesa “Madrice”.
      Merano 22/03/2018

  11. salutti dal venezuela. a tutti i paesani dal resto dal mondo

    • A Liborio Randazzo che ci scrive dal Venezuela vorrei far sentire forte il saluto e l’abbraccio di tutti i caterinesi che vivono a Gassino Torinese (PIEMONTE ).
      Se vuoi raccontarci qualcosa di te della tua famiglia , fallo pure , sarà un piacere per noi risponderti , così come faremo con tutti i Caterinesi sparsi per il mondo che hanno voglia di scriverci e raccontarsi .
      Un saluto , E. Francesco Lo Vetere

  12. sono un catrinaro, residente a rivoli provincia di torino, volevo sapere dove posso trovare questo libro, ” icaterinesi”, visto che ho girato tante bibblioteche e librerie, ma non ho trovato niente di simile.
    cortesemente se mi puo’ indirizzare in qualche posto che vendono questo libro.
    auguroni per il suo libro, sperando di trovarlo anche io. saluti da un catrinaro

  13. salve,
    Vorrei regalare questo libro a mia suocera che è una Catarinese doc,
    ma vive a roma da 40 anni, posso sapere dove acquistarlo?
    Grazie e buon lavoro
    Ale Brako

  14. DOVE LO COMPROOOOOOOO????
    NON è DA NESSUNA PARTE Nè NELLE LIBRERIE DI ROMA Nè ON-LINE…
    fatemi sapere urgentemente……
    grazie

  15. Vorrei avere questo livro, io sono figlia di due “catrinare”, vi scrivo dal venezuela (Mérida) e sono figlia di Rodolfo Provenzano (Saro) e di Lina Randazzo. Mi chiamo Amalia Gladys Provenzano

  16. Il libro lo potete richiedere alla libreria SCIASCIA SALVATORE DI CALTANISSETTA.

  17. ciao ragazzi sono tino lo vetere, catarinese anche io e vivo in liguria, ma questa domenica pomeriggio a santa caterina ci saro anche io ,ciao

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