Contro Satana.

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All’inizio del 2011 padre Matteo La Grua pronunciò parole profetiche alla giornalista Roberta Ruscica: “Fai in fretta… Vorrei vedere questo libro stampato. Mi resta poco da vivere”. Era vero. Padre La Grua morì pochi giorni dopo, il 15 gennaio, a 97 anni. Nel racconto di una vita tutta dedita a combattere le forze del male, padre Matteo lascia la sua eredità e riflette sull’avvento dei tempi messianici e sulla urgente necessità di conversione dell’umanità intera. E impossibile quantificare miracoli, guarigioni e liberazioni dal demonio da lui operate. Noto e stimato in tutto il mondo, rimase lontano dai riflettori della stampa e dai salotti tv che se lo contendevano. Di sé padre Matteo diceva: “Sono un semplice figlio della Vergine Maria. Sono strumento del Suo grande Amore. Non ho alcun merito”. Eppure i fedeli, a migliaia, facevano attese di ore per assistere alle sue “messe di guarigione” celebrate a Margifaraci, centro di spiritualità sorto a due passi dal cimitero della mafia, quelle fosse comuni in cui furono ritrovate tante vittime della guerra di Cosa Nostra. Uomo di intensa preghiera e di profonda umiltà, ricercato da personaggi famosi e da gente comune, da ricchi uomini d’affari e da poveri sbandati, aprì la porta della sua casa a chiunque avesse bisogno. Questo libro-intervista – da lui fortemente voluto negli ultimi mesi prima di morire – è dedicato a quanti, lontani dall’amore di Dio, sono vittime del demonio.

L’Arcivescovo di Aleppo(Siria) a Monreale.

locSett.UnitaCristiani15.2

Arcidiocesi di Monreale

Ufficio Comunicazioni Sociali

L’ARCIVESCOVO DI ALEPPO (SIRIA) A MONREALE

RACCONTA LA SUA CHIESA PERSEGUITATA

Divina Liturgia nel Duomo con Russia Cristiana e

Incontro Interreligioso con il Rabbino Capo di Sicilia e l’Imam della grande moschea di Roma

Monreale 14.01.2015 – Al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e nel mese della pace, due importanti momenti di riflessione e preghiera consentiranno di approfondire il tema della pace attraverso la testimonianza preziosa dell’Arcivescovo di Aleppo.

La Siria, infatti, è oggi una terra insanguinata, in cui i cristiani e altre minoranze religiose sono perseguitati a causa della loro fede dal fondamentalismo del sedicente Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria (ISIS).

Una tavola rotonda con l’arcivescovo di Aleppo, il rabbino capo di Sicilia e l’imam della grande moschea di Roma rifletterà sul tema: “Libertà religiosa, via per la pace”, che verrà preceduta dal gesto simbolico della piantumazione di un albero di ulivo, simbolo della pace.

Il 24 Gennaio alle 10.30 presso il palazzo Arcivescovile di Monreale, S.E. Mons. Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco-melkita di Aleppo, su invito di Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, darà una testimonianza della tragica situazione della sua Chiesa. Nel pomeriggio, alle 17.00, Mons. Jeanbart terrà una Lectio Magistralis: I Cristiani in Medio Oriente, per il conferimento del titolo di Accademico Ordinario dell’Accademia Teutonica Enrico VI di Hohenstaufen.
La giornata si chiuderà alle ore 20.00 in Cattedrale con un Concerto per Organo offerto dal Maestro Diego Cannizzaro per la Siria.

Domenica 25 Gennaio, l’Arcivescovo di Aleppo, alle 11.30, presiederà la Divina Liturgia in rito Bizantino-Slavo, nel Duomo di Monreale, con la partecipazione del coro dell’Associazione Russia Cristiana di Roma, del presidente Mons. Francesco Braschi e di Padre Rostislav Kolupaev, sacerdote Russo Cattolico di rito Bizantino.

Il pomeriggio del 25 Gennaio, alle 16.00, presso il giardino del Seminario verrà piantumato un albero d’ulivo, simbolo di pace, subito dopo al Palazzo Arcivescovile, si terrà una Tavola Rotonda Interreligiosa a cui siederanno oltre L’ARCIVESCOVO greco-melkita Mons. Jeanbart, anche il RABBINO capo del Centro Sefardico Siciliano, Prof. Stefano Di Mauro, Itzaak Ben Avraham e l’IMAM della grande moschea di Roma, Sami Salem.

L’incontro, promosso anche dall’Azione Cattolica Diocesana, servirà a riflettere sul tema: “Libertà religiosa, via per la Pace” che pur essendo stato organizzato già da tempo, pare rispondere alle domande e alle paure di questi giorni all’indomani delle stragi di Parigi e di Baga in Nigeria.

Il Direttore

Don Antonio Chimenti

Dalla Sicilia alla Puglia.La Festa di San Giuseppe.

talmus san giuseppe
volantinoSGiuseppe
talmus Sgarbi Musardo
Il volume è stato presentato dal Prof. Vittorio Sgarbi e dal Prof. Rodo Santoro su invito della Delegazione Sicilia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e la TALMUS ART EDITORE il 18 marzo presso la Chiesa di San Nicolò daTolentino, a Palermo
Dalla Presentazione:
“Lo studio di questa particolare festa della tradizione religiosa cristiana è oggi più che mai prezioso perché compendia quella civiltà contadina che oggi rischia definitivamente di scomparire.
Un libro che ne racconta l’origine e l’evoluzione, è un’opera indubbiamente meritoria. Questo, in particolare, oltre al ricco corredo fotografico, costituisce, per il rigore scientifico e per la linearità della scrittura didattica che ne fa un libro di ampia divulgazione, un prezioso contributo alla conoscenza e all’approfondimento di San Giuseppe e dei riti religiosi a lui ispirati
. ” [Vittorio Sgarbi]

Dalla Sicilia alla Puglia la festa di San Giuseppe è una semplice raccolta di santini e immagini sacre riferite al santo di Nazareth? E’ il peregrinare faticoso per paesi e città alla ricerca del misto sacro-profano? E’ l’esercizio retorico culturale per ricostruire feticismi e misticismi profani e poplari? No. E’ la saggezza mirata a rivalutare un culto che è di popolo, che è di piazza, che è di fede, che è cultura, storia e arte, senza confusioni. E’ un capolavoro di immagini e di testi, freschi di stampa, uscito in questi giorni, e concepito da chi ne è stata la curatrice, la dottoressa Vincenza Musardo Talò, per volere di una giovane casa editrice pugliese, la Talmus Art. Il santo degli artigiani, degli operai e dei falegnami; della buona morte e della vita indissolubile chiamata matrimonio, conquista un posto d’onore nella iconografia, ma, anche, nella ripresa e rivalutazione di un culto molto diffuso in due regioni meridionali: la Sicilia e la Puglia. Due realtà lontane, ma affini, definite nel testo “regioni sorelle”, perché di esse è stato colto il senso vero di una appartenenza, di una identità consacrata nella icona di un santo che pulsa nel cuore dei due popoli, segnandone la storia, i ritmi, i passi, l’autenticità di una fede; di un connubio antico, nuovo, moderno, sancito, non solo da quel mare Mediterraneo che unisce, ma dalla sacralità di due mondi che si incontrano sull’altare dell’amore verso lo sposo di Maria Vergine.
Culti isolati, personali e soggettivi, ma, anche comunitari, collettivi nella espressione di Confraternite, sodalizi religiosi, Pie Unioni. Una coralità di cuore che esprime generosità e gratitudine, senza finzioni, senza ipocrisie, senza falsi ed inutili pudori, perché la fede autentica è quella che si manifesta e non quella che viene nascosta o repressa per rispetto umano. In questa opera nuova, non è da sottovalutare il coraggio mostrato da Vittorio Sgarbi, il quale ha saputo leggere i segni di un popolo, della gente autenticamente genuina; ha saputo intercettare le istanze di fede raccolte non in un crogiuolo, non in fazzoletto bagnato di lacrime, ma nello specchio di una vita, perché la vita di Giuseppe è stato specchio di fedeltà, di servizio, di obbedienza, di silenzio, di operosità. A questo meritorio lavoro va il plauso verso i tanti che hanno collaborato con la loro esperienza, con la loro voglia di ricercare, studiare, approfondire, conoscere e far conoscere il valore di un personaggio, staccato dal cuore della storia della Redenzione, per diventare medaglia di ogni singolo credente; di ognuno che ha sentito il bisogno del rifugio sicuro e sereno in colui che protesse nel rifugio del suo cuore immenso, la vita di Maria e di suo figlio, Gesù Cristo. Brevi considerazioni le nostre. Per meglio entrare nel clima di quest’opera, abbiamo affidato il compito alla sua curatrice, Vincenza Musardo Talò, che dobbiamo definire instancabile zelante e zelatrice di una missione.(Giuseppe Massari).

Partire per un viaggio – sia pure per immagini e narrati – nel magico labirinto di antichi sapori e colori delle solari regioni di Puglia e Sicilia, le due Terre più fascinose del Mediterraneo, cariche della voce dei secoli e laboratorio interculturale di civiltà lontane…
Viaggiare per antiche e nuove contrade, nella veste di umili pellegrini della cultura, per rivisitare uno dei più ricchi patrimoni di rituali, di cui si adorna la devozione popolare: la festa di S. Giuseppe…
Entrare, con rispetto, nella intima microstoria di tante comunità, che da secoli, con la tenacia della fede e l’umiltà dei semplici, affidano il loro vissuto al patrocinio potente di questo santo Patriarca…
Questi gli obiettivi del presente volume, accostato da studiosi di legittimato spessore scientifico e documentato da un corredo iconografico, proveniente dagli scatti artistici di esperti della fotografia o dalla istantanea e fresca foto-ricordo del devoto visitatore e del turista, unitamente ad alcuni rari esemplari di piccole immagini devozionali, riemersi da prestigiose collezioni private…
E il tutto sapientemente supervisionato dall’occhio “critico” di Vittorio Sgarbi: uno dei più stimati e accreditati studiosi di Estetica, nonché profondo e severo conoscitore dell’Arte, che la contemporaneità possa vantare. Il libro racconta l’origine e l’evoluzione della festa di San Giuseppe dalla Sicilia alla Puglia. Grazie alla ricca dotazione di illustrazioni, al rigore scientifico utilizzato nella descrizione e la linearità della scrittura didattica, il libro è adatto ad un’ ampia divulgazione, ed è un prezioso contributo per far conoscere ed approfondire il culto di San Giuseppe.

D. Fra i tanti santi, perchè una ricerca e uno studio monografico sul culto riservato a San Giuseppe e una presentazione affidata ad un critico d’eccezione quale è Vittorio Sgarbi?

R. La volontà di realizzare un volume di studi e ricerche sul culto popolare di san Giuseppe nel Mezzogiorno d’Italia era da tempo fra le pieghe programmatiche della Casa Editrice TALMUS ART, che ha voluto affidarmi il progetto, libera di impiantarlo e strutturarlo al meglio. Un personale interesse sul culto e le tradizioni della festa del Santo, in termini socio-antropologico-culturale e religioso, mi hanno indirizzato in tal senso. Il pensare al prof. Sgarbi non solo come attore della Presentazione al volume, ma anche come co-autore, è dipeso dal desiderio di avere all’interno del volume, scritto da accreditati autori vari, una voce autorevole, un intellettuale di rilievo che accompagnasse il lavoro di tanti. Fuori da ogni retorica, abbiamo apprezzato il suo gesto generoso e tutti gli Autori gli sono grati. E’ inutile, poi disquisire sul valore del suo contributo, offerto al volume, circa l’iconografia Giuseppina nell’arte colta.

D. Perchè il riferimento solo a due regioni meridionali e non ad altre?

R. La volontà ad accostare una ricerca fondamentalmente sulle due regioni Puglia-Sicilia, trova giustificazione nel fatto che a noi questo binomio è sembrato essere il più esaustivo per raggiungere le finalità del volume stesso. E’ incredibilmente fascinoso e suggestivo il patrimonio di storia e di tradizioni su san Giuseppe fra le strade delle tante luminose civiltà che hanno attraversato queste due regioni-sorelle. E il volume ne dà ampiamente conto.

D. Considerando la diversità e la distanza dei luoghi presi in esame, cosa accomuna realtà territoriali e geografiche diverse tra loro per questa devozione?

R. Le connotazioni essenziali che accomunano queste due Terre solari e ricche di tanta laboriosa umanità, si riscontrano in quella tenace e caparbia volontà a mantenere, tutelare e valorizzare un’antica devozione, una testimonianza di fede dei Padri, i quali affidarono al Santo degli umili, dei poveri, del silenzio e del nascondimento, le angosce e le paure di una quotidianità sofferta e sofferente.

D. Fra i tanti santi, perchè una ricerca e uno studio monografico sul culto riservato a San Giuseppe e una presentazione affidata ad un critico d’eccezione quale è Vittorio Sgarbi?

R. La volontà di realizzare un volume di studi e ricerche sul culto popolare di san Giuseppe nel Mezzogiorno d’Italia era da tempo fra le pieghe programmatiche della Casa Editrice TALMUS ART, che ha voluto affidarmi il progetto, libera di impiantarlo e strutturarlo al meglio. Un personale interesse sul culto e le tradizioni della festa del Santo, in termini socio-antropologico-culturale e religioso, mi hanno indirizzato in tal senso. Il pensare al prof. Sgarbi non solo come attore della Presentazione al volume, ma anche come co-autore, è dipeso dal desiderio di avere all’interno del volume, scritto da accreditati autori vari, una voce autorevole, un intellettuale di rilievo che accompagnasse il lavoro di tanti. Fuori da ogni retorica, abbiamo apprezzato il suo gesto generoso e tutti gli Autori gli sono grati. E’ inutile, poi disquisire sul valore del suo contributo, offerto al volume, circa l’iconografia Giuseppina nell’arte colta.

D. Perchè il riferimento solo a due regioni meridionali e non ad altre?

R. La volontà ad accostare una ricerca fondamentalmente sulle due regioni Puglia-Sicilia, trova giustificazione nel fatto che a noi questo binomio è sembrato essere il più esaustivo per raggiungere le finalità del volume stesso. E’ incredibilmente fascinoso e suggestivo il patrimonio di storia e di tradizioni su san Giuseppe fra le strade delle tante luminose civiltà che hanno attraversato queste due regioni-sorelle. E il volume ne dà ampiamente conto.

D. Considerando la diversità e la distanza dei luoghi presi in esame, cosa accomuna realtà territoriali e geografiche diverse tra loro per questa devozione?

R. Le connotazioni essenziali che accomunano queste due Terre solari e ricche di tanta laboriosa umanità, si riscontrano in quella tenace e caparbia volontà a mantenere, tutelare e valorizzare un’antica devozione, una testimonianza di fede dei Padri, i quali affidarono al Santo degli umili, dei poveri, del silenzio e del nascondimento, le angosce e le paure di una quotidianità sofferta e sofferente.

D. Quanto la iconografia dei santini, predisposta da Stefania Colafranceschi, ha contribuito alla buona riuscita dell’impresa?

R. Attraverso un variegato universo di costumanze e tradizioni comuni, il volume legge anche un aspetto delicato e intimo della devozione popolare a san Giuseppe, raccolto e testimoniato nei santini di una volta e magistralmente esemplato nella ricerca di Stefania Colafranceschi. A guardarli, questi minuti miracoli di carta, si coglie il delicato sentire delle folle devote dinanzi a una iconografia certamente popolare, ma capace di un trasporto di emozioni e di fede robusto verso il Santo che dopo Gesù e Maria fu il terzo protagonista del progetto salvifico dell’Altissimo. E voglio anche evidenziare l’impegno e l’attenzione delle confraternite di san Giuseppe, da sempre tese a mantenere e veicolare una devozione fatta di rituali segnici, che accompagnano la religiosità popolare nell’alveo sicuro della liturgia, nel mentre si mostrano degne custodi di un prezioso serto di valori e ideali del vivere umano, tanto magistralmente esemplato nella vita del Santo falegname di Nazaret. Ma, nel complesso, l’intero lavoro di studi e ricerche, depositato e offerto in questo volume, si configura come un’occasione di affettuosa condivisione di tante testimonianze di fede in san Giuseppe, comuni non solo in Sicilia e in Puglia, ma sparse per tutte le strade dell’ecumene, là dove è caro il nome di questo Santo patrono della Chiesa Universale.
(Intervista alla Prof.ssa Vincenza Musardo Talò a cura di Giuseppe Massari).

Volume rilegato con copertina telata e sovracoperta con impressioni in oro.
carta patinata lucida 200gr/mq interamente a colori riccamente illustrato,
208 pag. formato 21×30 e elegante custodia con impressione in oro.
É un regalo per lo studioso e il cultore di tradizioni popolari.
É un regalo per la festa del Papà e uno strumento di promozione turistica

Sommario
Presentazione [Vittorio Sgarbi]
Nota del curatore [V. Musardo Talò]
Parte prima: Sicilia. Terra di san Giuseppe
La festa di san Giuseppe: geografia cultuale in Terra di Sicilia [D. Scapati]
Tra miti e credenze. Patronage giuseppino nelle contrade siciliane [C. Paterna]
I pani merlettati di Salemi, capitale del culto siciliano in onore di san Giuseppe [P. Cammarata]
Pietanze della tradizione nelle tavolate di Vita e dintorni [S. Fischetti e AA.VV.]
Parte seconda: Puglia. Omaggio a san Giuseppe
La Puglia per san Giuseppe. Storia e devozione [V. Fumarola]
A oriente di Taranto, cuore pugliese del culto giuseppino [S. Trevisani]
San Giuseppe nel Salento: riti e tradizioni [E. Imbriani]
Architetture dell’anima: i magici altarini di san Giuseppe [V. Musardo Talò]
Asterischi
Iconografia giuseppina nell’arte colta [V. Sgarbi]
Dalla Sicilia alla Puglia:
le Confraternite di san Giuseppe custodi della religiosità popolare [V. Musardo Talò]
“A Te, o beato Giuseppe…”: il culto di san Giuseppe nei santini [S. Colafranceschi]
Autore :Autori Vari.
presentazione di Vittorio Sgarbi
Edizione: Talmus-Art – 2012
ISBN 9788890546075
Prezzo 54,60 euro

Fuggita da Satana….

Fuggita da Satana. La mia lotta per scappare dall’inferno

Al culmine di una carriera professionale coronata di successo e ricchezza, la ricerca di nuove esperienze porta Michela a incontrare un gruppo esoterico, che le promette emozioni e felicità. Dall’esoterismo all’ingresso in una setta satanica il passo è breve. È l’inizio di un’esperienza sconvolgente, che la porta – ammette lei – a fare di tutto, tranne l’omicidio: messe nere, riti di iniziazione, sacrifici a Satana si susseguono in un vortice di pratiche diaboliche in cui, costantemente sotto l’effetto di stupefacenti, il contatto con la realtà si perde a poco a poco. Saliti a uno a uno i gradini della gerarchia interna alla setta, si trova infine incaricata di eliminare la fondatrice dell’Associazione “Nuovi Orizzonti”. È a quel punto che capisce che non può andare oltre e, aggrappandosi alle ultime forze della volontà, decide di fuggire, trovando riparo proprio in una comunità di accoglienza di “Nuovi Orizzonti”. Sconvolgenti sono le testimonianze di questo periodo: dal parlare lingue sconosciute al trovarsi in possesso di una forza sovrumana, dal non sentire alcun dolore fisico fino al camminare su pareti e soffitti. Tutti segni della presenza diabolica che la possiede. Fino a quando, dopo un intenso periodo di accompagnamento psicologico-spirituale e di esorcismi viene finalmente liberata dal maligno. A condizione di mantenere l’anonimato per non essere identificata – il nome fittizio di Michela è un omaggio a San Michele Arcangelo – ha accettato di raccontare tutta la sua storia.

Michela,Fuggita da Satana. La mia lotta per scappare dall’inferno,
Editore Piemme Pagine 168, 2009

Spiriti maligni…..


Chi è il diavolo? Che differenza c‘è tra Satana e Lucifero? Come agiscono i demoni? Sono tutti uguali? Che potere hanno e come si determina la loro presenza nel mondo? Gli spiriti maligni possono interferire con le nostre vite? E se sì, in che modo? Cos‘è il Male? Esiste un dio del Male? Cos‘è la tentazione satanica? Come si vince? Perché alcuni angeli si ribellarono al Creatore fino a deformarsi in demoni? Quale fu la prova che non riuscirono a superare? Come funziona il patto satanico? Si può sciogliere? Cosa sono le possessioni diaboliche? Come si riconoscono? Esistono le fatture, i sortilegi, i malocchi, la magia? Gli esorcismi a cosa servono? E in cosa differiscono dalle preghiere di liberazione? Come ci si protegge dagli attacchi del Maligno? Quali sono le preghiere da recitare? Ecco, queste sono solo alcune delle domande alle quali questo libro si propone di rispondere. Scritto in forma di manuale e supportato da una vasta documentazione bibliografica, Spiriti Maligni è un saggio di demonologia che si impone all‘attenzione del lettore per la chiarezza espositiva e la completezza dei contenuti, e il tutto nell‘intento di approfondire tematiche religiose considerate “scomode“ e di dare risposte a quesiti troppo spesso ignorati dagli stessi vertici della Chiesa Cattolica.

AGOSTINO TOMMASELLI è nato e vive a Roma. Da sempre impegnato in ambito cattolico , ha approfondito le sue conoscenze teologiche dedicando molti anni dei suoi studi alla demonologia, agli esorcismi e alle possessioni diaboliche.
AGOSTINO TOMMASELLI,Spiriti Maligni – Chi è il diavolo? Qual è il suo potere? Come si combatte?,Editore Boopen,pp. 142,2010

Montelepre:la processione dei “MISTERI”.


Montelepre è un piccolo comune dell’entroterra palermitano famoso in tutto il mondo per la vicenda del bandito Salvatore Giuliano e della sua banda che per circa un decennio(1943-1953/54)terrorizzarono tutto il territorio del partinicese di cui Montelepre fa parte.La nascita storica dell’attuale centro abitato e delle sue tradizioni è,però,legata al comune di Carini.Proprio a Carini,a metà del 1700,un farmacista,di origine palermitana,tale Luigi Sarmineto,compose un’opera teologico-misterica di natura strordinaria per vivere la fede cristiana ed in particolar modo la passione della settimana santa.Dunque il termine mistero non significa ciò di cui non si capisce nulla:tutt’altro!Nel significato teologico significa la presenza salvifica di Dio nella storia che ha trovato il suo momento culminante proprio nella Pasqua storica di Gesù-Cristo.Dio salva e salva chi a lui si affida,per mezzo del Figlio suo,nell’oggi della storia.Dunque l’opera teologica del farmacista carinese affonda le sue radici nel senso della “pietas” tipica del 1700:cioè creare un rapporto salvifico con Dio attraverso il dolore di Gesù e di Maria,nel momento della sua passione,e della sua resurrezione.Da quest’opera hanno avuto origine,in Sicilia,la nascita de:i “MISTERI“,cioè la rappresentazione,attraverso quadri viventi,dei momenti fondamentali della salvezza a Montelepre e a Marsala,e la rappresentazione dei momenti salienti della Via Crucis,attraverso gruppi statuari,a Trapani.Ogni anno a Montelepre,circa 400 figuranti,impersonano tutta la storia della salvezza, narrata dalla Bibbia a partire dalla creazione del mondo sino al Venerdì Santo.La processione,connotata non da elementi folcloristici ma di preghiera,silenzio,e meditazione,sfila per le strette vie del paese per circa quattro ore a partire dal primo pomeriggio del Venerdì Santo.Conclusa la quale,si prosegue con la processione dell’effige del Cristo morto dentro l’urna accompagnato da quella della Madre dei Dolori portate a spalla dai confrati dell’antica confraternita dei “Galantuomini”.La strordinarietà della processione dei Misteri di Montelepre,a differenza di quella di Trapani,è data dal fatto che essa conserva il suo spirito originario.

Ci alzeremo…..

 

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Ci alzeremo in piedi ogni volta che

la vita umana viene minacciata…

 

Ci alzeremo ogni volta che

 la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita

 

Ci alzeremo e proclameremo che

nessuno ha l’autorità di distruggere la vita non nata…

 

Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso

o solo come un mezzo per soddisfare un’emozione

e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio…

 

Ci alzeremo quando l’istituzione del matrimonio

viene abbandonata all’egoismo umano…

e affermeremo l’indissolubilità del vincolo coniugale..

 

Ci alzeremo quando il valore della famiglia

è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche…

e riaffermeremo che la famiglia è necessaria

non solo per il bene dell’individuo

ma anche per quello della società…

 

Ci alzeremo quando la libertà

viene usata per dominare i deboli,

per dissipare le risorse naturali e l’energia

e per negare i bisogni fondamentali alle persone

e reclameremo giustizia…

 

Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti

vengono abbandonati in solitudine

e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto

GIOVANNI PAOLO II

Il Natale in Sicilia.

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Il Natale in Sicilia è un evento di straordinaria importanza. Vissuto,nei secoli, nel suo genuino significato religioso,ossia l’incarnazione di Dio, ha dato vita nel tempo a tutta una serie di manifestazioni religiose,artistico-culturali,tradizioni popolari di cui ancora oggi rimangono segni evidenti.
A partire dalla novena in lingua siciliana scritta dal canonico monrealese Antonio Di Liberto,meglio conosciuto con lo pseudonimo di Binidittu Annuleru,dal titolo
U Viaggiu dulurusu di Maria Santissima e lu Patriarca San Giuseppi in Betlemmi.,
che da metà del 1700 si è diffusa in tutta l’isola ed ancora oggi viene cantata o nelle chiese o per le strade,nei giorni che preparano il Natale. O Giacomo D’Orsa, colto poeta di Piana dei Greci, vissuto tra il Seicento e il Settecento e autore di un altro importante componimento poetico natalizio, il Curteggiu di li Pastura a lu Santu Bambinu Gesù.
Ma la tradizione siciliana del natale ha creato,a partire sempre da metà ‘700 in seguito alle predicazioni itineranti dei vari ordini religiosi e sulla scia di quella napoletana,i presepi con i materiali propri dell’Isola. Da quelli raffinati e pregiati della tradizione trapanese in avorio e corallo, a quelli di Caltagirone in terra cotta colorata, da quelli palermitani creati con il favo d’api a quelli nisseni creati con il marmo. Inoltre sono stati usati,nel tempo,anche il legno, il vetro e la farina di grano per creare meravigliosi presepi.
Di antichissima tradizione è quello presente nella Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni che raffigura la natività con la tecnica del mosaico.
A ciò si aggiunga l’addobbo delle tante cappelle votive,sparse per le vie delle città e dei tanti comuni dell’isola, con gli agrumi di stagione:arance,mandarini,limoni,cedri.
Non mancano le rappresentazioni del presepe con la tecnica dell’Icona presente soprattutto nelle chiese di rito bizantino di Mezzojuso e Piana degli Albanesi.
Inoltre,la tradizione siciliana ha sviluppato tutta una serie di dolci propri del tempo natalizio a base di fichi secchi,mandorle e altre elementi coltivati nell’isola.
Una raccolta di tutto ciò è egregiamente riportato nel volume in oggetto che si compone di due parti:i testi scritti sono ad opera del prof.Antonino Buttitta e le meraviglioso foto del fotografo Melo Minnella.

Antonino Buttitta-Melo Minnella,Feste Sacre in Sicilia, Natale in Sicilia (Vol I),Promo Libri,2003.

A Cruna…di Sara Favarò.

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Sara Favarò, nata a Vicari (Pa) , palermitana di adozione, è scrittrice, cantautrice, poetessa, ricercatrice di tradizioni popolari, giornalista e attrice.
Studiosa di tradizioni popolari, poetessa, scrittrice di saggistica e di narrativa, cantautrice, artista e interprete di quegli stessi componimenti da lei amorosamente studiati. Nel 2002 Sara Favarò pubblica un saggio dedicato ai canti popolari siciliani a tema religioso:Natale nei Canti polari siciliani,Poetica spontanea o vulgata catechesi?
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Grande “divulgatrice” di cultura, nel senso migliore del termine. Nel senso, cioè, della riproposizione e diffusione di un patrimonio etnomusicale che -tramandato attraverso i secoli – ora sembra incorrere nell’indifferenza e nell’oblio.
Eppure, si tratta di un patrimonio di musica e poesia estremamente ricco e complesso. Popolare, certamente, con riguardo alla sua diffusione e alle sue infinite varianti. Non già per l’origine. Lo chiarisce l’Autrice, con una bella metafora: “… Le preghiere e i canti popolari religiosi sono come fiumi che scendono a valle dividendosi o arricchendosi tra rivoli ed affluenti, ma che alla foce sono spesso originati da eruditi intelletti …”.
Come Antonio Di Liberto, il canonico di Monreale meglio conosciuto con lo pseudonimo di Binidittu Annuleru, autore del famoso U Viaggiu dulurusu di Maria Santissima e lu Patriarca San Giuseppi in Betlemmi. O Giacomo D’Orsa, colto poeta di Piana dei Greci, vissuto tra il Seicento e il Settecento e autore di un altro importante componi mento poetico natalizio, il Curteggiu di li Pastura a lu Santu Bambinu Gesù, qui pubblicato, come il precedente.
E cosi, tra ricostruzione filologica e disamina storico-critica si snoda l’excursus nel mondo dei canti devozionali della tradizione, con frequenti richiami all’interpretazione esoterica e numerologica – anch’essa, dunque, di matrice colta – delle strofe. Sullo sfondo, emerge l’importante azione di catechesi fra gli strati popolari condotta dalla Chiesa, ancor prima della Controriforma, grazie all’uso del dialetto in canti e drammatizzazioni. Riusciamo cosi a scoprire i canali di comunicazione attraverso i quali si da voce ad una fede semplice, che riflette modi di vita, sofferenze, sogni, delusioni e speranze di un piccolo mondo fatto di contadini, pastori, artigiani. Gli stessi che portano i loro modesti doni al Bambino appena nato, piangendo e scusandosi per la povertà dell’offerta (“… lagrimannu l’offeriu / nun aju autru, amatu Diu”), Gli stessi che si rivolgono a Dio, Gesù e alla Madonna come ad “entità profondamente umane e, come tali, soggette ad emozioni e sentimenti che in ogni caso i fedeli auspicano, cantano, supplicano attraverso la preghiera”,così come scrive l’autrice.
Adesso è la volta di un altro interessante volume denominato A Cruna.
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“Per anni l’autrice ha raccolto materiale sui Rosari siciliani. Ha ascoltato, registrato, consultato e studiato dal punto di vista della ricercatrice delle tradizioni popolari. Tutto il materiale raccolto è stato poi oggetto di comparazione e riportato – comprese le partiture musicali – in questo volume, indispensabile a chi vuole anche semplicemente comprendere quale cultura, quale tradizione si cela dietro una pratica oggi desueta, ma un tempo comune in tutte le famiglie siciliane, sia povere che patrizie: la recita del Santo Rosario.”

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Un’Antologia di rosari siciliani.

E’ forte in Sara Favarò l’esigenza di conservare la tradizione. Quella tradizione che un tempo si tramandava oralmente e che oggi, se non fosse per opere come la sua, finirebbe col cadere nell’oblio collettivo. Nel novero delle sue opere di raccolta e sistematizzazione di testimonianze del passato rientra ‘A Cruna (Città Aperta, pp. 300, euro 25), la prima antologia di rosari siciliani.

È molto raro ma non impossibile, imbattersi ancora oggi, in alcuni piccoli paesi della Sicilia, in gruppi di anziani radunati per calari la cruna (scorrere la coroncina). E sono stati questi anziani, insieme alle centinaia di altri anziani incontrati e intervistati dall’autrice nel corso di trent’anni di ricerche, che le hanno fornito il materiale utile alla stesura della raccolta. Il testo racchiude una ricca rassegna di rosari fedelmente trascritti così come venivano recitati un tempo, la traduzione in italiano e diverse piccole curiosità che gravitano intorno al rito di recitare insieme il rosario.

SANDRA VTALE

LA SICILIA del 22-1 1 —2008 p.32

«A Cruna», prima antologia di rosari siciliani.

PALERMO. (ala) Un ricordo infantile risvegliato da una litania recitata dai nonni materni. Un ritorno alle origini di quella lingua perduta usata per intonare i rosari. Una ricerca meticolosa, durata trent’ anni, ha registrato, trascritto, comparato e tradotto in italiano le preghiere siciliane degli anziani. 11 risultato è A Cruna, la prima antologia di rosari siciliani scritta da Sara Favarò e pubblicata da Città aperta edizioni e presentata all’archivio storico comunale di Palermo, «Una preziosissima indagine sul campo – sottolinea l’ assessore alla Cultura, Giampiero Cannella -,che coniuga aspetti scientifici ed esperienza vissuta, lavoro sulle fonti e contatti con le persone».

In alcuni casi le preghiere sono accompagnate da partiture musicali, «Per non far disperdere il suono delle litanie», spiega l‘autrice. A confluire nella raccolta anche parte del materiale del progetto «Un viaggio nella fantasia nella Valle del Torto e dei Feudi» raccolto dagli studenti di 13 Comuni della Provincia di Palermo che hanno intervistato genitori, zii e parenti per ricostruire preghiere, filastrocche e giochi in siciliano che altrimenti sarebbero andati perduti. Un’iniziativa che ha stimolato la curiosità dei giovani verso le proprie radici. Nei ricordi dell’autrice, andata via da Vicari (il paese

di provenienza) a  11 anni, la recitazione e i ritmi del rosario da parte della famiglia matriarcale al completo, riunita attorno al letto della bisnonna: «Era la Mamà granni, eredità linguistica di grand mère e della Magna Mater dei romani – sottolinea Favarò -, cioè la bisnonna, a dare l’intonazione e a declamare le preghiere, mentre gli altri le rispondevano in coro>. Un compito al quale nessun familiare si sottraeva, a parte il nonno paterno Ciccio «buon cristiano – aggiunge la scrittrice –

che però preferiva stare lontano dalle lunghe orazioni e che mi ripeteva spesso: Monaci e parrini, vinci a missa e stoccaci i rini! (Monaci e preti, assisti alla messa, ma stanne lontano)». Una tradizione linguistica che si è tramandata anche alla morte della bisnonna, ma che stava rischiando di essere smarrita. E così dalla ricerca, primo lavoro sistematico dopo le raccolte di Giuseppe Pitrè, sono emerse alcune scoperte, a partire dalla tipologia dei rosari dell’isola: «Sono diversi – specifica la scrittrice ’ come quello alla Madre Sant ‘Anna, che testimonia quanto l’elemento femminile sia preminente nelle preghiere popolari siciliane>’. E una smentita: che le orazioni siano il frutto di una fede spontanea. «Non furono create dal popolo, ma da chi aveva una profonda conoscenza dei testi sacri-spiega Favarò – ai popolo, in tempi di grande analfabetismo e di forte oralità, il compito di modificarli e diffonderli».

ANTONELLA LOMBARDI

GIORNALE Dl SICILIA 22-11 -2008 p.40

Medaglia di San Benedetto

 

“EIUS IN OBITU NOSTRO PRESENTIA MUNIAMUR”

(Possiamo essere protetti dalla sua presenza nell’ora della nostra morte).

 

Spiegazione delle Iniziali presenti sulla Medaglia di San Benedetto:

C.S.P.B.

Crux Sancti Patris Benedicti

La Croce del Santo Padre Benedetto

C.S.S.M.L.

Crux Sacra Sit Mihi Lux

La Croce Santa sia la mia luce

  N.D.S.M.D.

Non Drago Sit Mihi Dux

Non sia il demonio il mio condottiero

V.R.S.

Vade Retro, Satana!

Allontanati, Sanata!

N.S.M.V.

Numquam Suade Mihi Vana

Non mi attirare alle  vanità

S.M.Q.L.

Sunt Mala Quae Libas

Son mali le tue bevande

I.V.B.

Ipse Venena Bibas

Bevi tu stesso i tuoi veleni

 

Preghiera: Croce del Santo Padre Benedetto. Croce santa sii la mia luce e non sia mai il demonio mio capo. Va’ indietro, Satana; non mi persuaderai mai  di cose vane; sono cattive le bevande che mi offri, bevi tu stesso il tuo veleno. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

 

 

Orazione a San Benedetto

San Benedetto, ti sei interamente donato a Dio e hai vissuto solo per lui. Con il tuo esempio, la tua fede e il tuo amore per Dio, hai suscitato in tante anime generose l’ideale della vita monastica. Padre dei monaci, hai trasmesso ai tuoi figli la gioia di vivere nella preghiera, nella contemplazione e nella vita fraterna per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Per la santità della tua anima e per la tua docilità allo Spirito d’Amore, ti sei opposto al potere di Satana per strappargli le anime che egli voleva perdere per l’eternità. Padre Benedetto, intercedi per noi presso Dio, perché attiri a se tutte le anime desiderose di vivere come te nella fedeltà al Vangelo. San Benedetto, difendici contro il maligno che cerca di fuorviarci dal cammino che conduce a Dio: cammino di bene, di amore, di beatitudine eterna. Proteggici contro le insidie del nemico, salvaci dai suoi tranelli, rendici forti davanti alla tentazione e assistici quando verrà l’ora della nostra morte. San Benedetto, eletto di Dio, allontana da noi le potenze malefiche, vanifica ogni sorta di male ed insegnaci a conservare in ogni momento la pace del cuore. Amen.

 

O fiamma d’amore viva di San Giovanni della Croce

 

O fiamma d’amor viva,

che soave ferisci
l’anima mia nel suo più profondo centro!
Giacchè non sei più schiva,
l’opera tua finisci;
rompi, se vuoi, la tela al dolce incontro.

O Cauterio soave!
O deliziosa piaga!
O mano blanda ! O tocco delicato,
che sa di vita eterna,
e ogni debito paga!
Morte in vita, uccidendo, hai trasformato!

O lampade di fuoco,
alla cui luce ardente
gli antri profondi dell’umano cuore,
così ciechi ed oscuri,
con isperato ardore
rifletton sull’Amor  luce ed amore!

Quanto mite e amoroso
ti svegli nel mio seno,
dove solo e  segreto Tu dimori!
E spirando gustoso,
di bene e gloria pieno,
come teneramente m’innamori!

Preghiera a Nostra Signora di Lourdes

Preghiera a Nostra Signora di Lourdes

 

Maria, tu sei apparsa a Bernadette nella fenditura
di questa roccia.
Nel freddo e nel buio dell’inverno,
hai fatto sentire il calore di una presenza,
la luce e la bellezza.

Nelle ferite e nell’oscurità delle nostre vite,
nelle divisioni del mondo dove il male è potente,
porta speranza
e ridona fiducia!

Tu che sei l’Immacolata Concezione,
vieni in aiuto a noi peccatori.
Donaci l’umiltà della conversione,
il coraggio della penitenza.
Insegnaci a pregare per tutti gli uomini.

Guidaci alle sorgenti della vera Vita.
Fa’ di noi dei pellegrini in cammino dentro la tua Chiesa.
Sazia in noi la fame dell’Eucaristia,
il pane del cammino, il pane della Vita.

In te, o Maria, lo Spirito Santo ha fatto grandi cose:
nella sua potenza, ti ha portato presso il Padre,
nella gloria del tuo Figlio, vivente in eterno.
Guarda con amore di madre
le miserie del nostro corpo e del nostro cuore.
Splendi come stella luminosa per tutti
nel momento della morte.

Con Bernadette, noi ti preghiamo, o Maria,
con la semplicità dei bambini.
Metti nel nostro animo lo spirito delle Beatitudini.
Allora potremo, fin da quaggiù, conoscere la gioia del Regno
e cantare con te:
Magnificat!

Gloria a te, o Vergine Maria,
beata serva del Signore,
Madre di Dio,
Tempio dello Spirito Santo!

Amen!

Preghiera semplice di San Francesco d’Assisi

 

Signore, fa di me
uno strumento della Tua Pace:

Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore,
Dove è offesa, ch’io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch’io porti l’Unione,
Dove è dubbio, ch’io porti la Fede,
Dove è errore, ch’io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.

Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

Preghiera al SS.Crocifisso in lingua siciliana.

Statue lignee del SS.Crocifisso e di Maria SS.Addolorata presenti nella chiesa oratoriale del SS.Crocifisso di Vallelunga Pratameno (CL).

su segnalazione di Salvatore da Salemi.
Prighiera
Addinucchiatu ‘nterra
a li pedi di ’sta cruci,
pregu a tia Cristu
pi darimi un segnu di paci.
Ti pregu cu amuri,
dammi fidi comu all’atri,
pi cridiri a tia Signuri
e l’Onniputenti Patri.
‘Nchiuvatu,
cu la curuna di spini ‘n’testa
n’sanguliatu, fragellatu,
ti ficiru la festa.
Oh! Cristu nuddu
di tia appi pietà;
t’ammazzaru
nun canuscennu la virità.
La Matruzza
a lì tò pedi chianciva,
cu li lacrimi
li chiaghi ti vagnava.
Dispirata a mani giunti
gridava: nun muriri!
Sarva ’stu munnu,
nun t’inni jiri!
La luci di lu suli ‘ntra jornu,
tuttu ‘nsemmula s’astutà,
lu celu si vistì di niuru,
tuttu lu munnu trimà.
Lu poviru Crucifissu
sfinutu, senza sciatu,
isà l’occhi ‘ncelu
e lu Patri ha ‘mpluratu.
Lampi, trona,
acqua e ventu;
l’occhi chiudisti;
pi tutti fù un turmentu.
Mortu ti scinneru di la Cruci
c’un linzolu e dù scali a lu latu
‘mbrazza ti piglià la povera Matri
stringennuti a lu cori scunsulatu.
Sistimatu ‘nta lu sipolcru
l’Addulurata Matri la facci ti vasà,
facennusi la cruci dissi:
sia fatta la tua volontà.
Dopo tri jorna a Gerusalemmi
ci fù un gran scumpigliu
gridavanu tutti:
abbriviscì lu figliu!
“Gesù mortu ammazzatu
è risuscitatu”
Ora sedi a la destra
di lu Patri tantu amatu.
Ti ringraziu Cristu ca mi pinzasti
la fidi ca nun avia tu mi dasti.

Poesia del Poeta Giuseppe Cardella

Donaci, Signore, un cuore nuovo!

Apri i nostri occhi, Signore,
perché possiamo vedere te
nei nostri fratelli e sorelle.

Apri le nostre orecchie, Signore,
perché possiamo udire le invocazioni
di chi ha fame, freddo, paura,
e di chi è oppresso.

Apri il nostro cuore, Signore,
perché impariamo ad amarci gli uni gli altri
come tu ci ami.

Donaci di nuovo il tuo Spirito Signore,
perché diventiamo un cuor solo ed un’anima sola,
nel tuo nome.
Amen.

Preghiera alla Vergine Maria di Dante Alighieri

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,

Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.

Tu se’ colei che l’umana natura

Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore

Per lo cui caldo nell’eterna pace
Così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridïana face

Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz’ali.

La tua benignità non pur soccorre

A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,

In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontate!

Padre mio, mi abbandono a Te di Charles de Foucauld

 

 Padre mio, 

mi abbandono a Te 
fa di me ciò che ti piace; 
qualunque cosa tu faccia di me, 
ti ringrazio.
 
Sono pronto a tutto, 
accetto tutto,
purché la tua volontà 
si compia in me 
ed in tutte le tue creature; 
non desidero niente altro, mio Dio.
 
Rimetto la mia anima nelle tue mani, 
te la dono, mio Dio, 
con tutto l’amore del mio cuore, 
perché ti amo.
 
Ed è per me una esigenza d’amore 
il donarmi, 
il rimettermi nelle tue mani, 
senza misura, 
con una confidenza infinita, 
perché tu sei il Padre mio.

PREGHIERA ALLA BEATA TERESA DI CALCUTTA

Beata Teresa di Calcutta,

 

 nel tuo desiderio struggente di amare Gesù come non è stato mai amato prima, ti sei donata totalmente a Lui, senza mai rifiutargli nulla.

 In unione al Cuore Immacolato di Maria, hai accettato la chiamata a saziare la Sua sete infinita di amore e di anime e a divenire portatrice del Suo amore ai più poveri tra i poveri.

Con amorevole fiducia e totale abbandono tu hai compiuto la Sua volontà, testimoniando la gioia di appartenere totalmente a Lui. Sei diventata così intimamente unita a Gesù, il tuo Sposo crocifisso, che Egli, sospeso sulla croce, si è degnato di condividere con te l’agonia del Suo Cuore.

 
Beata Teresa, tu che hai promesso di continuamente portare la luce dell’amore a coloro che sono sulla terra, prega affinché anche noi desideriamo saziare la sete ardente di Gesù con un amore appassionato, condividendo con gioia le Sue sofferenze, e servendoLo con tutto il cuore nei nostri fratelli e sorelle, specialmente in coloro che, più di tutti, sono « non amati » e « non voluti ».

 Amen.

Preghiera per la beatificazione di padre Pino Puglisi

Preghiera per la beatificazione di padre Pino Puglisi

O Dio, nostro Padre,
che per mezzo del tuo Figlio
e con la potenza del tuo Spirito
ci hai predestinati ad essere
santi e immacolati al tuo cospetto nella carità,
ascolta la nostra preghiera.
Tu, che hai associato
il tuo servo e fratello nostro
Giuseppe Puglisi
al sacerdozio del tuo Figlio divino,
come annunciatore del mistero pasquale
e dispensatore dei doni della salvezza,
degnati di glorificarlo qui in terra,
attraverso il ministero della Chiesa,
come testimone dell’amore del Cristo
che ha dato la sua vita per noi.
Amen.

Preghiera composta dal cardinale Salvatore
De Giorgi per accompagnare il processo di beatificazione di padre Pino Puglisi

Omaggio del Maestro e Artista Gaetano Porcasi al martire Don Pino Puglisi

Irradiare Cristo di JOHN HENRY NEWMAN

Caro Gesù, aiutami a diffondere la Tua fragranza ovunque vada,

inonda la mia anima con il Tuo Spirito e la Tua Vita.

 Penetra e possiedi tutto il mio essere,

così completamente che la mia vita non sia che un riflesso luminoso della Tua.

Risplendi attraverso di me, e sii così presente in me,

che ogni anima con cui vengo a contatto sperimenti

la Tua presenza nella mia anima.

Che alzino gli occhi e vedano non più me, ma Gesù soltanto!

Rimani con me, e allora comincerò a risplendere come Tu risplendi;

risplendere in modo da essere luce per gli altri.

La luce, o Gesù, proverrà tutta da Te;

niente di essa sarà mia.

Sarai Tu a risplendere sugli altri attraverso di me.

Fa’ che, così, io ti lodi nel modo che più ami:

risplendendo di luce su coloro che sono attorno a me.

Fa’ che ti annunci senza predicare,

non a parole, ma con l’esempio,

con una forza che trascina,

con l’influenza benevola di ciò che faccio,

con la pienezza tangibile dell’amore che il mio cuore porta per Te. Amen.

JOHN HENRY NEWMAN