Rilassiamoci… Domo mia dei Tazenda feat Eros Ramazzotti

Co…mmo deo
So innoe
Oe ‘eo
Soe chene-ene ribos
Eros: Antigos ‘spiritos, umbras…
Eros: Parent chi benint a mie

Ti cherzo donare su sambene
eros: E’ la vita mia
Ti cherzo leare, oh…

E t’amo, e t’amo, ses sa vida mea
Eros: Ogni cosa tua
E t’amo, e t’amo, oh…

Arcanos libros in domo mea
Eros: Sento le parole tue

Ti cherzo donare su sambene
Eros: E’ la vita mia

Ti cherzo ninnare, oh…
E t’amo, eLyrics
t’amo, ses sa vida mea
Eros: Ogni nota tua
E t’amo, e t’amo, oh…

Anche se non è più casa mia
Eros: Sento le tue melodie

Ponemila un’idea
In sa manu, in su coro

Ti cherzo donare su sambene
Ti cherzo ninnare, oh…
E t’amo, e t’amo, ses sa vida mea
E t’amo, e t’amo, oh…

Arcanos libros in domo mea
Eros: Sento le parole tue

Co…mmo deo
So innoe
Oe ‘eo
Vola questo canto per te

TRADUZIONE:

(Beppe)
O…ra io
Sono qui
Oggi io
Sono senza-enza fiumi

(Eros)
Antichi spiriti, ombre…
Sembrano venire a me

(Beppe)
Ti voglio donare il sangue
(Eros)
E� la vita mia
(Beppe)
Ti voglio prendere, oh…
E ti amo, e ti amo
Sei la mia vita
(Eros)
Ogni cosa tua
(Beppe)
E ti amo, e ti amo, oh�

Arcani libri a casa mia
(Eros)
Sento le parole tue

(Beppe)
Ti voglio donare il sangue
(Eros)
E� la vita mia
(Beppe)
Ti voglio prendere, oh…
E ti amo, e ti amo
Sei la mia vita
(Eros)
Ogni nota tua
(Beppe)
E ti amo, e ti amo, oh�

(Eros)
Anche se non è più casa mia
Sento le tue melodie

(Gino e Gigi)
Mettimi un’idea nella mano, nel cuore

(Eros e Beppe)
Ti voglio donare il sangue
(Gigi)
Sei la mia vita
(Eros e Beppe)
Ti voglio cullare, oh…
E ti amo, e ti amo
Sei la mia vita
(Gigi)
Sei la mia vita
(Eros e Beppe)
E ti amo, e ti amo, oh…

(Beppe)
Arcani libri a casa mia
(Eros)
Sento le parole tue

(Beppe)
O…ra io
(Eros)
Soli noi
(Eros e Beppe)
Oh eh, eh oh
Vola questo canto per te

 

 

 

Gerhard Gäde,”ADORANO CON NOI IL DIO UNICO”,per una comprensione cristiana della fede islamica.

GERHARD GÄDE, nato nel 1950 a Brema, sacerdote, è Professore di Teologia Dogmatica e di Teologia delle Religioni presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e presso la Facoltà Teologica di Sicilia (Palermo). Ha pubblicato parecchi contributi su temi teologici e pastorali in Germania e in Italia. La teologia delle religioni costituisce l’interesse principale dei suoi studi e del suo insegnamento.

Il presente studio fa parte di un progetto di ricerca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia ”S.Giovanni Evangelista”.Il volume è stato presentato presso la predetta facoltà dal gesuita napoletano Gamberoni,dall’islamologo Borrmans e dalla principessa Vittoria Alliata traduttrice dal’arabo.Il Libro è stato commissionato all’autore dal Vescovo di Noto Mons.Mariano Crociata. Queste pagine vorrebbero contribuire a comprendere la fede islamica nello Spirito in cui Gesù ha compreso la propria religione ebraica e ha imparato a valorizzare anche la fede di gente di altra religione. Questo appartiene alla novità del suo messaggio. In questa scia, il Concilio Vaticano II ci ha indicato la direzione di un percorso per il nostro tempo. Questo libro si colloca nel quadro dell’insegnamento conciliare e vorrebbe tracciare alcune linee per un’ermeneutica cristiana delle religioni non-cristiane e in particolare dell’islam. In sostanza, si tratta di imparare a percepire la Parola di Dio anche dalle Scritture sacre di altre religioni, ad esempio dal Corano, e di scoprire la realtà del Cristo al di là dei confini della cristianità. In base a una tale comprensione forse ci sarà possibile dialogare con l’islam valorizzando il suo Corano come una testimonianza che Dio non ha abbandonato l’umanità alla propria sorte.

Il professore teologo,ha riflettuto sulla reale possibilità di dialogo interreligioso tra cristianesimo ed islam.Nell’ottica del suo ragionamento,il cristianesimo è il punto di vista formale,l’islam l’oggetto guardato.Il teologo,sostiene infatti che l’interiorismo è un modo di definire il rapporto della fede cristiana con le altre religioni,un modo che supera i modi abituali di definire lo stesso rapporto. E spiega che questi modi abituali si chiamano “esclusivismo,inclusivismo e pluralismo”. L’esclusivismo,dice il Prof.,ha dominato per secoli il pensiero cristiano:esso parte dal presupposto che se una religione è vera tutte le altre devono essere false. E dunque esclude le altre religioni dalla verità e dalla salvezza “extra ecclesia nulla salus”. Esso è frutto della paura e anche della incertezza della propria fede,in quanto vede in un’altra religione una minaccia alla propria verità. L’inclusivismo invece rappresenta un grande passo avanti compiuto da concilio Vaticano II:include,cioè vede nelle altre religioni una certa partecipazione imperfetta alla propria verità,riuscendo a dare una relativa valorizzazione alle altre religioni. Però,malgrado questa apertura,l’inclusivismo non potrà a lunga scadenza reggere più di tanto. Il Pluralismo è un modello recente-sostiene il teologo tedesco- elaborato in ambito anglo-americano come forma di insoddisfazione verso l’inclusivismo.Il pluralismo vorrebbe vedere in tutte le religioni,compresa la propria,autentiche esperienze di una comune realtà trascendente che si è manifestata nelle varie esperienze religiose. Solo il modello del pluralismo riesce a valorizzare le altre religioni “relativizzando” la propria. L’interiorismo si porrebbe,a detta del teologo tedesco,come l’unica valida alternativa ai predetti tre modelli.Infatti,grazie all’interiorismo il cristianesimo ha istaurato,sin dall’inizio,un discorso con la religione d’Israele,assumendo nel canone biblico la completa scrittura di un’altra religione,proclamandola Parola di Dio.Cosicchè l’interiorismo supera rendendole vecchie le prime tre categorie,divenendo il modello paradigmatico e insostituibile per definire il rapporto con le altre religioni.Del resto,conclude,il primo interiorista è Gesù, e se noi cristiani possiamo dire che la religione ebraica è una verità insuperabile,allora possiamo dirlo anche per le altre religioni,dal momento che esse comunicano agli uomini una realtà che,se è vera,solo Dio può comunicare.Il teologo tedesco confida di avere trovato a Palermo “un ambiente aperto,ma più dal punto di vista culturale che ecclesiale”. Di avere conosciuto Vescovi illuminati come Cataldo Naro e preti impegnati nell’incontro interculturale.Ma sul fronte del dialogo interreligioso Palermo e la Sicilia possono e devono ancora crescere.Avere la capacità di sapersi sempre confrontare e superare tanti falsi pregiudizi che ci portano indietro nel tempo.

 


Adorano con noi il Dio unico, Gerhard Gäde, Euro 30,50

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Francesco Michele Stabile, Cattolicesimo siciliano e mafia

A cura del Prof.Giampiero Tre Re

Sez.Biblioteca in:

http://terradinessuno.wordpress.com/

FACCIAMO CHIAREZZA….

In data 23 luglio il Ministero dell’Università e Ricerca con Nota prot.12441 ha fornito ulteriori chiarimenti sulla mobilità del personale docente di religione cattolica.

In particolare il Ministero ha specificato che

  • I docenti di religione con il requisito dei cinque anni di servizio maturato con l’anno scolastico 1985/86 possono far valutare i servizi prestati, “ivi incluso il quinquennio utilizzato come titolo di qualificazione”.
  • La graduatoria regionale è finalizza esclusivamente alla individuazione, da parte dell’amministrazione scolastica, dell’insegnante di religione cattolica eventualmente in esubero sull’organico regionale.
  • L’applicazione della riduzione di un quinto (art.2, comma 5 del CCNI 16 giugno 2008 deve intendersi riferita al territorio diocesano e al caso in cui si verifichino, per un numero limitato di insegnanti, riduzioni d’orario che non siano diversamente recuperabili mediante utilizzazione presso altre sedi scolastiche.

Così si esprime la segreteria nazionale dello Snadir.

Alcuni dubbi e conseguenti interrogativi sorgono spontanei:

1.Se la graduatoria regionale,su base diocesana, è finalizzata ESCLUSIVAMENTE alla individuazione da parte dell’amministrazione scolastica,dell’IDR eventualmente in esubero sull’organico regionale,di chi è la competenza per ciò che riguarda l’individuazione della nuova sede o della,eventuale, sede per il completamento cattedra?Dell’USR di riferimento,del CSA di riferimento,della Curia di riferimento? E il ruolo dell’insegnante quale sarebbe?

2.poichè la predetta circolare ribadisce che gli IDR di ruolo sono titolari su un organico su base regionale e assegnati sulla sede scolastica,ciò può portare la curia di riferimento a chiedere loro,ogni anno,la domanda di riconferma in servizio?Come,cioè,se continuassero ad essere incaricati a.t.d.?

3.Qual’è il ruolo della curia di riferimento in caso di domanda di utilizzazione o assegnazione provvisoria all’interno dello stesso contesto diocesano?Se le predette domande vanno inoltrate all’USR di riferimento,quali sono i criteri per l’eventuale realizzazione di tutto ciò?Criteri stabiliti da chi?Visto che la graduatoria regionale è finalizzata ESCLUSIVAMENTE,alla individuazione degli eventuali esuberi in organico!

4. E’ normale che una curia di riferimento continui a chiedere a tutti gli idr di ruolo di sua competenza “la riconferma sulla sede di servizio”?Se si,su quali basi giuridico-normative?

5. Quali sarebbero i diritti acquisiti dagli idr di ruolo se devono continuare a presentare,annualmente,la domanda di

-riconferma in servizio;

-riconferma della sede;

-eventuali trasferimenti interni alla diocesi?

E’ legittimo tutto ciò?

6.L’Intesa è una modalità di appropriarsi di compiti e ruoli che sono propri dello Stato Italiano?Come ad es.i trasferimenti,le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie?

7.Infine,l’Intesa è,forse,una modalità di copertura per tutti gli, eventuali, abusi di potere,mobbing,minacce,tentativi di estorsioni,vessazioni di ogni genere,favoritismi,clientelismi,campanilismi posti, eventualmente, in essere contro gli idr?

Brunetta dichiara guerra ai falsi malati.

Circolare del ministero alle pubbliche amministrazioni: «Visita fiscale anche per un solo giorno di malattia»

ROMA – Giro di vite per limitare le assenze ingiustificate dei dipendenti pubblici. D’ora in poi la visita del medico fiscale «è sempre obbligatoria anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno». Lo stabilisce una circolare firmata dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, indirizzata a tutte le pubbliche amministrazioni (i punti del documento).

«AGEVOLARE I CONTROLLI» – Nel testo si chiarisce che la richiesta di visita fiscale «è sempre obbligatoria, salvo particolari impedimenti del servizio del personale derivanti da un eccezionale carico di lavoro o urgenze della giornata». Il medico potrà poi presentarsi per il controllo con meno limitazioni di orario. Si ampliano le ore in cui potrà essere effettuata la visita, «al fine di agevolare i controlli». Oltre alla burocrazia, la ‘stretta’ si occupa anche del portafoglio dei dipendenti. Ad ogni malattia, nei primi giorni di assenza e indipendentemente dalla durata, si applica la decurtazione della retribuzione, anche se non su tutte le voci dello stipendio. Potrà essere tagliata «ogni indennità o emolumento, aventi carattere fisso e continuativo» e «ogni altro trattamento economico accessorio»: indennità accessione che possono essere quantificate attorno al 25-30% della retribuzione, sottolinea il ministero. Non saranno toccati il trattamento economico tabellare iniziale, la tredicesima, l’anzianità e gli eventuali assegni ad personam.

COMPENSI DI PRODUTTIVITÀ – Le assenze per malattia superiori a 10 giorni e, a prescindere dalla durata, alla terza assenza ogni anno, devono essere giustificate con un certificato medico rilasciato da struttura sanitaria pubblica o dai medici convenzionati. La circolare fornisce inoltre indicazioni alle amministrazioni sull’incidenza delle assenze dal servizio ai fini della distribuzione dei fondi per la contrattazione collettiva, ribadendo i principi in materia di premialità e chiarendo che comunque nessun automatismo è consentito nella distribuzione delle somme. In particolare, i compensi di produttività potranno essere percepiti «solo in misura corrispondente alle attività effettivamente svolte e ai risultati conseguiti» e nell’erogazione dei compensi incentivanti «deve essere esclusa ogni forma di automatica determinazione del compenso o di ‘erogazione a pioggia’». In pratica, se si fanno assenze non si ha diritto ai premi economici dovuti alla produttività. Inoltre i contratti collettivi dovranno quantificare i permessi retribuiti stabilendo sempre un monte ore massimo, al fine di «impedire distorsioni nell’applicazione delle clausole, evitando che i permessi siano chiesti e fruiti sempre nelle giornate in cui il dipendente dovrebbe recuperare l’orario».

«NORMA INIQUA» – Il capogruppo del Pd della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha immediatamente criticato la circolare di Brunetta che, secondo lui, «colpisce la retribuzione in modo pesante e iniquo». «Agendo sul salario variabile – ha detto Damiano – la misura penalizza in modo differente, a seconda della struttura retributiva, i singoli settori della pubblica amministrazione ed è del tutto in controtendenza con gli annunci del governo di voler valorizzare, anche nel pubblico impiego, forme di retribuzione legate alla produttività». Secondo Damiano ci rimetteranno soprattutto le forze di polizia «che hanno una struttura retributiva caratterizzata da elevata variabilità».

ASSENTEISMO IN CALO – Presentando la misura ‘anti-assenteismo’, Brunetta ha fatto il punto della situazione, parlando di dati confortanti: l’assenteismo nella pubblica amministrazione, specie per malattia, registra una diminuzione da fine maggio del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ha detto il ministro annunciando prima della pausa estiva un rapporto strutturato su questo argomento anche se con dati parziali. Da settembre ci sarà un osservatorio sull’assenteismo che pubblicherà mensilmente dati su «questa nostra azione moralizzatrice», ha detto Brunetta. Il calo del 20%, ha precisato, si registra «da quando è emersa l’opinione che ‘cambiare si può’, quindi con il decreto 112, le circolari e la cosiddetta operazione trasparenza».

http://www.corriere.it/politica/08_luglio_17/brune_01_8035c258-5415-11dd-a440-00144f02aabc

Assenteismo: maxi-tagli in busta paga nei primi 10 giorni di malattia

di Gianni Trovati

16 luglio 2008

Arrivano anche per i 500mila dipendenti di Regioni ed enti locali le prime indicazioni operative sul taglio agli stipendi nei primi 10 giorni di malattia, disposto dall’articolo 71 del Dl 112/2008. Le conseguenze non sono positive per gli interessati, e la misura si rivela più incisiva del previsto.

Rispondendo al quesito di un’amministrazione, punta dell’iceberg di pressioni sindacali che si sono attivate negli enti locali, l’Aran ha messo nero su bianco un elenco di 12 voci stipendiali colpite dalla stretta antiassenteismo, in cui rientrano anche indennità di comparto, retribuzione di posizione e di risultato dei titolari di posizione organizzativa, cioè dei dipendenti di categoria D che in virtù di un incarico a termine svolgono mansioni tipiche di un livello superiore, e indennità di direzione e staff per il personale dell’ex ottava qualifica funzionale. Tutte queste voci, insieme con le remunerazioni più specifiche ( turno, orario notturno e tempo potenziato), rientrano nello stop imposto nei primi dieci giorni di malattia dal Dl 112, che salva solo il «trattamento fondamentale».

Di quest’ultimocapitolo fanno parte solo stipendio tabellare, tredicesima e progressione orizzontale che, in quanto «forma di carriera esclusivamente retributiva», di fatto si traduce in un aumento del tabellare. Salvi, ma assai più rari, sono anche le retribuzioni individuali di anzianità precedenti alla scomparsa degli scatti a fine anni ’80 e gli eventuali assegni ad personam nati dall’esigenza di mantenere la retribuzione individuale di chi prima occupava posti meglio pagati.

Nella divisione operata dall’Aran,quindi,il confine del trattamento fondamentale esclude l’indennità di comparto, che a una prima lettura della norma alcuni osservatori avevano ritenuto esente dalla stretta. L’indennità, creata nel 2004 (articolo 33 del contratto nazionale del 22 gennaio), nasce per allineare gli stipendi dei dipendenti di Regioni ed enti locali a quelle dell’altro personale pubblico, e quindi è una voce fissa che riguarda tutti (varia dai 390 ai 623 euro all’anno a seconda della categoria). L’Aran, nella sua attività di interpretazione univoca del dettato contrattuale (articolo 45, decreto legislativo 165/2001), la colloca fra i compensi che devono remunerare le «particolari condizioni di rischio o di disagio » della prestazione lavorativa, e quindi fuori dal recinto sicuro del trattamento fondamentale.

Ancora più consistente il bottino della retribuzione dedicata ai titolari di posizione organizzativa, che oscilla da 5.164 a 16mila euro annui, accompagnata da un bonus ulteriore tra il 10% e il 30% risultato. Evidente, in questo caso, il collegamento di tali compensi alle «particolari condizioni» che connotano il trattamento accessorio. Il taglio di queste due voci è quello che garantisce l’effetto sulle buste paga dei dirigenti. Il rigore targato Aran sulle conseguenze in Regioni ed enti locali della misura antiassenteismo arriva all’indomani dell’allarme lanciato dai docenti di scuola sulla stessa norma ( si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Ma anche nei Comuni il personale legato alla scuola non ha di che ral-legrarsi, perché le indennità previste per educatori degli asili nido, insegnanti delle materne ed elementari, docenti di sostegno (dipendenti degli enti locali) operanti nelle scuole statali e docenti dei centri di formazione professionale rientrano nelle voci sforbiciate dall’assenza.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/07/malattia-tagli-busta.shtml?uuid=3bf59cdc-5300-11dd-b353-a98d07585a6c&DocRulesView=Libero

19 LUGLIO 1992:RICORDIAMOLI….


Meglio un giorno da Paolo Borsellino,Agostino Catalano-Walter Cusina-Emmanuela Loi-Vincenzo Traina-Claudio Li Muli

che 50 anni da

don Totò-Ciancimino

Rilassiamoci un po’… La cura di Battiato

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.
I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te

LA MAFIA DEL VALLONE……

L’associazione culturale denominata LA RADICE,fondata nel comune di Valleunga Pratameno,è “un’organizzazione di volontariato che intende perseguire finalità di solidarietà sociale.Non persegue fini di lucro,pertanto è un’organizzazione no-profit e ritenendo la cultura,in tutte le sue accezioni,locale,nazionale,comunitaria ed internazionale,il mezzo più adatto ed efficace per l’evoluzione dei popoli…..”.Il concetto di cultura altro non è che “una visione della vita”,dei suoi valori di fondo,che i soggetti,singolarmente e comunitariamente,devono ricevere,vivere e trasmettere alle generazioni future. Diceva un grande filosofo tedesco Martin Haideggher che tutti noi nasciamo in u solco già scavato da altri e che nessuno di noi deve cominciare da capo,ma deve continuare a scavare il solco….Così emerge,all’interno di un vero percorso culturale,il concetto fondamentale di comunità locale,di storia locale e,dunque,di riscoperta e salvaguardia delle proprie RADICI. Un concetto,quello della storia locale,oggi ampiamente rivalutato proprio contro il maldestro tentativo di MASSIFICAZIONE del genere umano e di perdita delle IDENTITA’ locali,regionali e nazionali. Contro questo percorso di assoluto relativismo STORICO-CULTURALE,urge riscoprire le proprie radici,metabolizzarle,viverle tramandarle alle nuove generazioni. Il concetto di RADICE,però,implica anche la presenza,in forza della dialettica etico-storico-sociale,tra bene e male,di qualche radice SELVATICA che i percorsi negativi della storia hanno fatto crescere e sviluppare. Bisogna prenderne atto per un efficace percorso di contrasto alla Radice selvatica. Esattamente ciò che ha fatto la predetta associazione culturale,ponendo in essere un interessante lavoro di ricerca sulla mafia del Vallone. Su che cosa sia la mafia,credo non ci sia bisogno di spendere troppe parole,vivendo in Sicilia! Il Vallone è,per chi non lo conoscesse,quella parte centrale della Sicilia,dove si incontrano le punte estreme di tre provincie:Palermo-Caltanissetta-Agrigento. Costituito da comuni,della provincia nissena, come Mussomeli,Villalba,Vallelunga,Sutera,Campofranco,Milena,Bompensiere,Montedoro,Campofranco. Dai comuni di Cammarata,San Giovanni Gemini,della provincia di AG e dai comuni di Lercara Friddi e Castronovo di Sicilia della provincia di Palermo. Questo territorio ha assunto, nella storia repubblicana della Mafia, un ruolo di primaria importanza. Infatti è notorio a tutti come personaggi del calibro di Don Calò Vizzini,Genco Russo,Luck Luciano,rispettivamente capi mafia di Villalba,Mussomeli e Lercara,hanno dato un notevole contributo allo sbarco degli americani nell’isola. Una mafia,quella degli anni ’40,sostanzialmente legata alla gestione dei feudi,agraria,ma che non ha disdegnato di creare legami politici con i potenti di turno per avere anche la gestione politico-amministrativa del territorio. Infatti il famoso Don Calò Vizzini,fu nominato sindaco di Villalba il 27 luglio 1943 proprio dagli americani. A proposito di Don Calò,voglio narrarvi un fatto,storicamente accaduto,raccondatomi da una persona che lo ha conosciuto personalmente.Un giorno Don Calò,accompagnato sempre dal suo autista,scese a Palermo per “disbrigo pratiche”.All’improvviso,a metà della via Roma,gli venne da minzionare e fece fermare il suo autista. Non curante di trovarsi nel cuore della città,si mise in una traversa e minzionò!Un vigile urbano assistette alla scena e multò il malcapitato Don Calò con lire 500. Don Calò,sotto lo sguardo attonito ed incredulo del vigile,estrasse,dalla sua tasca,un mazzone di soldi,prese 1000 lire e li diede al vigile. Il quale,replicò,non conoscendo il personaggio in questione,che non aveva il resto.Don Calò non si scompose più di tanto,fece scendere il suo autista e gli disse:”piscia puru tu!”. Dopo di chè si rivolse al vigile e gli disse:”ora siamo pari”!

Per non divagare, e ritornare al tema,l’associazione La Radice,ha posto in essere una ricerca “dal basso” del fenomeno mafioso nel vallone.Cioè sono state poste in essere delle ricerche,da parti di ragazzi,dei diversi comuni predetti,proprio sui personaggi di spicco della mafia del vallone.La mafia di ieri legata fortemente a quella di oggi.Così come esiste un forte legame posito tra la cultura di ieri e di oggi,in egual modo,ciò avviene tra la Radice “malata “di ieri,che genera altre Radici “malate” di oggi.Duque,da Don Calò Vizzini,ai corleonesi di Totò Riina e di Bernardo Provenzano,trovando strettissimi collaboratori nel nisseno,nell’agrigentino e nell’ennese.E’ notorio a tutti come nel feudo di Verbuncaudo si sia nascosto il “Papa”della mafia Michele Greco.Così come molti mafiosi del vallone,capeggiati dai Madonia di Vallelunga,abbiano partecipato alla stagione stragista posta in essere dal capo dei capi. Queste ricerche,sono state raccolte e pubblicate. Cioè affidate alla memoria collettiva,per non dimenticare.Dunque un plauso a questa interessante iniziativa che partendo da un importante evento storico,lo sbarco degli americani in Sicilia,ha analizzato tutto l’interessante contorno che permise tutto ciò.

La cultura,cioè il cambiamento radicale di mentalità,l’affermazione del senso dello Stato,delle sue istituzioni e delle sue leggi,unitamente ad un sano percorso etico-morale e al fenomeno repressivo posto in essere dai magistrati e forze dell’ordine,danno a tutti noi la speranza di credere in un futuro migliore,senza Mafia,per il quale ci battiamo con grande senso di civiltà.

Quadri del pittore partinicese:Prof.Gaetano Porcasi:

UTILIZZAZIONI PROVVISORIE E IDR.

Raggiunto dallo Snadir, presente nella della Federazione Gilda-Unams, un altro importante obiettivo sindacale

FIRMATO IL CONTRATTO PER LE UTILIZZAZIONI E LE ASSEGNAZIONI PROVVISORIE A.S. 2008/2009.

PARECCHIE LE NOVITÀ PER I DOCENTI DI RELIGIONE*

Il 16 giugno scorso, presso il IMPI, è stato firmato il nuovo contratto collettivo nazionale per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie.

La delegazione della Federazione Gilda-Unams era composta da Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir, da Laura leva dell’Unams. da Domenica De Patre e Franco Capacchione della Gilda.

Il contratto collettivo sulle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie permetterà agli insegnanti di religione di ruolo (1°, 2° e 3° contingente) a domanda di essere “utilizzati” e/o di ottenere “assegnazione provvisoria”.

Queste le novità di rilievo per i docenti di religione.

• E’ stato riconosciuto in modo esplicito ai docenti di religione di ruolo che trovino nella scuola di titolarità una riduzione dell’orario di insegnamento fino ad un quinto, qualora non completino l’orario nella scuola medesima, di essere utilizzati nella scuola di titolarità, per le ore mancanti (art.2, comma 5 del C.C.N.I. 16 giugno 2008).

• E’ stata confermata la possibilità di completamento cattedra nell’ Istituto di prevalente servizio, utilizzando le disponibilità orarie sopraggiunte. al fine di evitare, per quanto possibile, cattedre a completamento esterno (art. 2. comma 5 del C.C.N.I. 16 giugno 2008).

• E’ stato precisato che docenti di religione di ruolo che hanno ottenuto l’ utilizzazione nello stesso ordine scolastico non devono ripresenta- re la domanda di utilizzazione, mentre coloro che sono stati utilizzati in un ordine diverso (ad esempio dalla scuola infanzia-primaria alla secondaria) devono ripresentare domanda di conferma sulla utilizzazione già ottenuta lo scorso anno (art. 2, comma 12 del C.C.N.I. del 16 giugno 2008).

Il punteggio per le utilizzazioni è attribuito sulla base della graduatoria unica regionale, su base diocesana, elaborata in occasione della O.M. 27/2008 ed eventualmente aggiornato con i nuovi titoli acquisiti entro la data di presentazione della domanda (art.1, comma 6 del C.C.N.I. del 16 giugno 2008).

In dettaglio, gli insegnanti di religione in ruolo che entro il 4 luglio scorso hanno inoltrato domanda potranno:

1. essere utilizzati, nell’ ambito della medesima diocesi di appartenenza, in una diversa sede scolastica nell’ ambito dello stesso settore formativo (ad esempio: il docente in servizio nella primaria può chiedere di cambiare scuola, ma restando nel settore della primaria);

2. essere utilizzati, nell’ ambito della medesima diocesi di appartenenza in una sede scolastica di diverso settore formativo, ovviamente sempre per l’insegnamento di religione cattolica (ad esempio: il docente in servizio nella primaria può chiedere di passare nella secondari purchè abbia superato il concorso anche per la scuola secondaria e sia in possesso di specifica idoneità rilasciata dall’ ordinario diocesano).

Potranno, altresì,

1. ottenere assegnazione provvisoria in una diocesi diversa dalla propria (sarà possibile indicarne una sola); in tale caso dovranno, preventivamente, essere in possesso di idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano della diocesi di destinazione.

La Redazione

FIRMATO IL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE

INTEGRATIVO CONCERNENTE I CRITERI DI

UTILIZZAZIONE DEL PERSONALE DICHIARATO INIDONEO

Il 25 giugno scorso si è svolto, presso il Ministero della Pubblica Istruzione, l’incontro tra le Organizzazioni sindacali e l’Amministrazione per la stipula del Contratto riguardante l’utilizzo del personale ritenuto inidoneo.

Il testo del contratto era gia stato ampliamente approfondito nel corso di incontri precedenti: durante la riunione si è proceduto alla sistemazione definitiva del testo e ad eliminare eventuali refusi.

Il Contratto sottoscritto offre un quadro di certezze su tutto il territorio nazionale per tutto il personale interessato.

Le Organizzazioni sindacali e l’ Amministrazione hanno concordato che l’art.3, comma l2 della legge 2-14/2007 prevedendo l’istituzione di un “ruolo speciale ad esaurimento” ha fatto venir meno il termine del 31 dicembre 2008, quale data oltre la quale si doveva procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro del personale che non fosse transitato in altro ruolo.

In sintesi particolare il contratto prevede che:

• l’utilizzazione del personale riconosciuto inidoneo. permanentemente o temporaneamente, va effettuata tenendo conto di quanto esplicitato nel certifìcato medico collegiale;

• il personale docente ed educativo riconosciuto inidoneo permanentemente all’ insegnamento, viene inserito in uno speciale ruolo ad esaurimento ai fini dell’eventuale successiva mobilità anche intercompartimentale; in attesa dell’espletamento delle procedure di mobilità, il suddetto personale docente può optare tra il venir utilizzato prioritariamente nell’ambito del comparto scuola o essere dispensato dal servizio per motivi di salute.

• Il personale che alla data di stipula del presente contratto che si trova fuori ruolo, è confermato nell’utilizzazione in atto e viene inserito nel suddetto ruolo speciale ad esaurimento. Anche per questa tipologia di personale docente sarà possibile chiedere, alla conclusione della procedura di mobilità, di essere dispensato dal servizio per motivi di salute.

Il personale che invece risulta inidoneo temporaneamente viene utilizzato, di norma nella provincia di titolarità ( può chiedere l’utilizzazione anche in altra provincia).

• L’utilizzazione del personale docente inidoneo è disposto, di norma, nell’ambito dello circolo o istituto di titolarità in attività di supporto alle funzioni istituzionali della scuola ( biblioteca, laboratori, supporti didattici, servizi amministrativi ).

• L’utilizzazione, a domanda dell’interessato, può essere disposta presso altri istituti o presso altri uffici dell’amministrazione pubblica.

Le Organizzazioni sindacali hanno concordato di produrre una nota a verbale.

La Redazione

*Tratto da: Professione i.r.,

Mensile di attualità,cultura,informazione

a cura dello SNADIR

SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO

DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE

ANNO XIV-N.7-8

Luglio-Agosto 2008

pp.5-6

Angelo Vecchio:Storia illustrata della MAFIA(2005)

Prefazione

Angelo Vecchio è un giornalista d’assalto. Il suo pane è la cronaca nera: dai fatti mafiosi ai delitti di ordinaria amministrazione. Non so se sia nato così o lo sia diventato: certo è così. È diventato un autentico maestro di ‘nera “. Ed era inevitabile che diventasse profondo conoscitore di fatti, vicende, cose mafiose, che ha raccontato in buona parte dei libri che ha già scritto, trovando il tempo solo Dio sa dove.

Il fenomeno mafioso, le sue vicende, i suoi delitti, i suoi personaggi, i suoi misteri, escono dai libri dì Vecchio con una connotazione diversa: chiari, precisi, documentati, carichi di verità.

È quella verità di cui è sempre stato permeato il suo lavoro, esaltato dalla passione e santificato dall’amore per la sua Sicilia, per la sua gente. E di cui brillano ora i suoi libri dei quali, per chi vuole conoscere la suo terra, non può fare a meno.

Sono stato il suo direttore. Lo ricorderò sempre come il ragazzo di quel giorno in cui si presentò a me con il volto pestato, punito perché aveva fatto il suo lavoro. Ma mi fece capire, con i suoi occhi vivissimi e un p0’ lucidi, che voleva tornare subito a fare un altro servizio. Allora lo colsi per quello che era e poi sarebbe diventato. E ora ha ripagato un vecchio che lui chiamava “maestro”. Grazie mio ragazzo antico. Il “maestro” è stato superato dall’allievo e ne è felice.

Umberto Bassi

Ai caduti nella lotta contro la mafia

L ‘AUTORE

Sicilia, terra di conquista, centro di traffici internazionali, terra di stragi, di lutti; terra di ma/esseri quotidiani, di gente che per fame è costretta a inventarsi la vita.

Certo, è anche la terra di Pitagora, Antonello da Messina, Verga, Pirandello, Musco, Capuana, Tornasi di Lampedusa, Sciascia, Bufalino, e ora anche di Carni/ieri, il più con temporaneo a questo millennio che sta per salutarci,forse con grande piacere di farlo, visto le centinaia di brutture che ha fatto registrare la cronaca degli ultimi anni.

Un mare di fango si è abbattuto sull ‘Isola: stragi di bambini, massacri di adulti, patti scellerati per eliminare uomini dello Stato, che hanno avuto l’unico torto di combattere Cosa nostra.

Già, la mafia. Tragedia secolare, di cui – a volere credere agli storici – non si conosce ancora neppure l’origine. Però, nessuno ha più alcun dubbio sui/a sua ferocia, su/la capacità di organizzare intrecci e traffici da una città all’altra, tra Continenti.

Avrebbe tante cose da raccontare il “corleonese” Totò Rima, che è in carcere dal gennaio del 1993. Assieme al latitante Bernardo Provenzano era stato il picciotto prediletto del boss Luciano Liggio.

Certo, sarebbe un bel colpo per gli investigatori se Rima decidesse di collaborare con la giustizia e raccontare la propria vita. Sarebbe come scrivere la storia de/la mafia da dentro, dalla mano di uno dei protagonisti de/la “malapianta” siciliana. Ma è solo una speranza, perché Rima non ha mai lasciato intendere di avere voglia di collaborare. Nota dolente.

Ora gli investigatori sperano di mettere le mani su Provenzano. sparito dalla circolazione più di trent’anni fa e negli ultimi tempi inseguito non dalle forze dell’ordine, ma anche dagli stessi “corleonesi’. con i quali avrebbe rotto dopo la cattura di Rima.

Mafia, male oscuro. Ne sanno qualcosa le vedove e gli orfani di quegli uomini caduti per averla affrontata a viso aperto. Nei primi del Novecento ci aveva provato anche un investigatore italo-americano: Joe Petrosino, tenente della polizia di Nuova York, che, arrivato a Palermo per capire gl’ ingranaggi della temibile ‘Mano Nera ‘ muore assassinato a colpi di pistola.

Qualche anno dopo ci prova un prefetto del nord Italia, Cesare Mori, ma solo per alcuni mesi, perché viene nominato senatore del Regno e richiamato a Roma. Dagli anni Venti ad oggi è una strage: cadono, infatti, poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti, perché ritenuti invadenti. Uccisi anche imprenditori che si erano rifiutati di pagare il pizzo alle cosche.

Una carneficina, mentre i business di Cosa nostra si allargano a macchia d’olio: traffici di droga, contrabbando di armi, reinvestimento di “denaro sporco” in attività apparentemente legali, edilizia selvaggia, tangenti, corruzioni, accordi con politici disponibili, guerre tra cosche. E ancora. Pentimento di capifamiglia e gregari di mafia, patti tra boss siciliani e Cosa nostra americana, figlia di uomini che hanno fatto la storia della criminali:. organizzata: Al Capone, Lucky Luciano, Vito Genovese, Joe Masseria, Joe Bonanno, ma solo per fare alcuni nomi. Ecco, è tutto ciò di cui vogliamo parlare in questo lavoro. La speranza è di esserci riusciti, senza fronzoli e senza lasciare alcuna notizia tra le pieghe della cronaca.

Con umiltà

Angelo Vecchio

Angelo Vecchio,giornalista del Giornale di Sicilia.Da circa 30 anni si occupa di storie di nera e cronaca giudiziaria.Laureato in scienze politiche, ha svolto la sua formazione professionale tra Palermo e Catania.

Assenze per MALATTIA e CERTIFICAZIONI MEDICHE

ASSENZE PER MALATTIA (DL.112/08). CIRCOLARE FUNZIONE PUBBLICA: I MEDICI GENERICI CERTIFICANO COME LE ASL. ALTRI CHIARIMENTI PER LA RIDUZIONE DELLO STIPENDIO

Pubblicato da irpinianelmondo su Luglio 8, 2008

http://irpinianelmondo.wordpress.com/2008/07/08/assenze-per-malattia-circolare-funzione-pubblica-i-medici-generici-certificano-come-le-asl-altri-chiarimenti-per-la-riduzione-dello-stipendio/

8.7.2008-Anche i medici di base potranno certificare le malattie lunghe o reiterate dei dipendenti della Pubblica amministrazione, vale a dire le assenze colpite dalla «stretta» imposta dall’articolo 71 del Dl 112/2008.
La stretta, per la verità, comincia ad allentarsi in sede applicativa, con il parere 45/2008 del dipartimento della Funzione pubblica, che estende appunto anche ai «medici di medicina generale» la possibilità di rilasciare i certificati giustificativi di queste assenze (si veda «Il Sole 24 Ore» del 5 luglio).
La norma si applica dal terzo evento di malattia del dipendente pubblico nel corso dell’anno solare e alle assenze, sempre per malattia, che si protraggono oltre i dieci giorni. Per giustificarle, dice il comma 2 dell’articolo 71, il dipendente deve presentare una certificazione rilasciata «esclusivamente da struttura sanitaria pubblica». Secondo una prima interpretazione, letterale, la previsione si sarebbe tradotta nell’obbligo per il dipendente pubblico di chiedere il certificato all’Asl o a un presidio ospedaliero. Questa lettura aveva sollevato più di una protesta nel pubblico impiego, viste anche le fasce ampliate di reperibilità (dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20 di tutti i giorni, compresi i non lavorativi e i festivi, come stabilito dal comma 3 dello stesso articolo 71), che mal si conciliano con l’esigenza di andare all’Asl o in ospedale a chiedere il certificato.
L’interpretazione ufficiale della Funzione pubblica, che di fatto riavvicina la disciplina della certificazione alla situazione precedente l’ondata delle norme anti-assenteismo, risolve il problema attribuendo anche ai medici di famiglia la possibilità di certificare anche le assenze critiche. I «medici di medicina generale», scrive Palazzo Vidoni rispondendo a un quesito sottoposto dal ministero del Lavoro, possono essere equiparati alle strutture pubbliche in questo aspetto in forza delle convenzioni che regolano i rapporti fra loro e il servizio sanitario nazionale, come previsto dall’articolo 8 del Dlgs 502/1992 recepito nei contratti collettivi nazionali. Fra le attività disciplinate da queste convenzioni, sottolinea la Funzione pubblica, c’è anche il «rilascio della certificazione per incapacità temporanea al lavoro» (Accordo collettivo nazionale del 23 marzo 2005), che di conseguenza può essere continuata «utilmente» anche nella nuova disciplina».
Rimangono invece da chiarire, in particolare per quel che riguarda il comparto Regioni ed enti locali, i tagli allo stipendio introdotti al comma 1 dell’articolo 71 per scoraggiare le assenze brevi. Per i primi dieci giorni di malattia, la norma prevede che sia corrisposto solo il trattamento economico fondamentale, con l’esclusione «di ogni indennità o emolumento», sia quelli fissi sia quelli variabili. Il problema riguarda soprattutto l’indennità «di comparto», che è collocata nella retribuzione globale di fatto (articolo 10 del contratto del 9 maggio 2006) e di cui non è certa la natura di salario accessorio. Se la stretta non comprende questa indennità, gli effetti della norma si farebbero sentire solo per il personale titolare di posizione organizzativa. Per gli altri la penalizzazione si limiterebbe a pochi euro. Più semplice l’analisi della busta paga dei dirigenti, che nel trattamento accessorio, quindi colpito dalla misura, contempla la retribuzione di posizione. Per i segretari provinciali e comunali, però, la retribuzione di posizione rientra nel trattamento fondamentale , per cui il taglio in busta paga per i primi giorni di malattia nella pratica non avrebbe effetto
.

Al Sig.Direttore…..

AL REV.MO SIG.DIRETTORE

DEL SERVIZIO DIOCESANO

PER L’IRC DELL’ARCIDIOCESI

DI………….:

MONS……………;

Via……………..,n.

Città-cap-Prov.

9-07-2008.

OGGETTO:COMUNICAZIONE.

REV.MO SIG.DIRETTORE,

Il sottoscritto, Prof.Michele Vilardo,nato a….il……,residente in….,via…… n…, docente a.t.i. di IRC presso il Liceo…… di………,

COMUNICA ALLA S.V.R.

che per l’anno scolastico 2008-09,non ha presentato all’USR della…. nessuna domanda di trasferimento,mobilità o utilizzazione provvisoria.———-

Pertanto,in forza:

· della Nota del MIUR del 09-06-2005,Prot.n.983;——————————-

· della Nota dell’USR della Sicilia Prot.n.20562 del 30-08-2007;————-

· dell’ultimo CCNL,del comparto Scuola e del CCNI sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie per il personale docente 2008-09;—————–

· della graduatoria regionale,su base diocesana,per la regione…. del 20-06-2008;——————————————————————————-

· essendo il secondo nella graduatoria d’istituto, per gli IDR, del predetto d’istituto ,graduatoria valida ai fini del riconoscimento degli eventuali docenti perdenti posto,—————————————————————–

rimane,per l’a.s. 2008-09, sulla sede d’insegnamento predetta,come da NORMATIVA VIGENTE E PRE-DETTA.

· Lo scrivente,dichiara sotto la sua responsabilità e in forza della Legge, dello Stato Italiano,15-maggio 1997 n.127,di avere svolto il proprio impegno ecclesiale,NELLA QUALITA’ DI BATTEZZATO E DI SOGGETTO CREDENTE E PRATICANTE,presso la Parrocchia…..

· Infine, si allega, alla presente, fotocopia del versamento, a mezzo vaglia postale a Lei intestato, della TASSA di euro 51,65 a norma del canone 1264 n. 1 del CIC e della relativa delibera del Consiglio Episcopale Permanente della CEI del 1985.

Con ossequi

IMPARIAMO DALL’USR DEL VENETO….

Anche quest’anno con largo anticipo viene pubblicato un prospetto
utilissimo per tutti i docenti IRC
http://lnx.istruzioneveneto.it/uploads/File/trasmiss_decr_elenchi_autor.doc
Mi auguro che il “modello veneto” possa far scuola ponendo,anche da queste parti,l’aggiornamento per gli IDR come percorsi VALIDI,DI SOSTANZA E, soprattutto, AUTORIZZATI DALL’USR DI RIFERIMENTO.

 

Prot. n. 4356/P/F2-C12 Venezia, 12 luglio 2007

 

 

Ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche

Statali e Paritarie di ogni ordine e grado

del Veneto

Loro Sedi

 

Ai Dirigenti degli USP

del Veneto Loro Sedi

 

Alle OO. SS. della Scuola Loro Sedi

 

e, p.c. Al Direttore Generale

Sede

 

 

OGGETTO: Iniziative di formazione e aggiornamento promosse dalle Associazioni professionali e dagli Enti culturali e scientifici offerte al Personale della Scuola autorizzate per l’a.s. 2007/2008.

Con preghiera di volerne dare la massima diffusione tra il Personale scolastico, si trasmettono il decreto prot. n. 4326/P/F2/C12 del 11 luglio 2007, con il quale vengono autorizzate le iniziative di formazione e aggiornamento a carattere regionale, interprovinciale, provinciale e delle Diocesi offerte al Personale della Scuola, presentate dai Soggetti in oggetto indicati per l’anno scolastico 2007/2008, e gli ElenchiAllegati A – B e C relativi alle iniziative di formazione predette.

 

Detti Elenchi saranno pubblicati e consultabili sul sito di questo Ufficio:

www.istruzioneveneto.it .

 

Distinti saluti.

 

f.to Il Dirigente

Gianna Miola

 

 

 

 

Allegati:

decreto di autorizzazione prot. n. 4326 del 11 luglio 2007

Elenco Allegato A: iniziative a carattere provinciale

Elenco Allegato B: iniziative a carattere interprovinciale e regionale

Elenco Allegato C: iniziative delle diocesi

 

JOSE’ TROVATO:LA MAFIA IN PROVINCIA DI ENNA….

LA MAFIA A ENNA,20 ANNI DI OMICIDI E FATTI DI SANGUE DAI RESOCONTI DEI PROCESSI CHE HANNO SMANTELLATO I VERTICI DELLE COSCHE.

Se li conosci…..

La carta d’identità dei nostri “rappresentanti” e la storia di quello che hanno detto e hanno fatto. Per capire quello che potranno fare. Luogo e data di nascita, curriculum, segni particolari, fedina penale, assenze in parlamento e frasi celebri. Il momento peggiore della nostra vita repubblicana. Un libro che è utile avere come guida non solo al parlamento, ma anche all’Italia sfibrata e stravolta di questi anni. Sono più di 150 politici, vecchi e nuovi. Con una piccola schiera di virtuosi (o quasi) che hanno diritto alla citazione. Sono pochi e si notano di più.

La recensione di IBS

«Riciclati, imputati, condannati, fannulloni del nuovo Parlamento ». Così recita il sottotitolo di questo nuovo libro di Marco Travaglio e Peter Gomez, un ben documentato e corposo (oltre 500 pagine) Who’s who della politica italiana. Una lettura espressamente dedicata dagli autori, come si legge nelle pagine iniziali, «a chi sogna una politica pulita. Cioè una politica». I personaggi e protagonisti assoluti della scena sono i nostri parlamentari, appartenenti a tutti gli schieramenti: Destra, Centro e Sinistra, nessuno escluso. Di ognuno di loro Gomez e Travaglio tracciano, con lo scrupolo e l’attenzione che da sempre li contraddistingue, un dettagliatissimo identikit con tanto di fedina penale, assenza e frasi celebri.
Il libro si articola in tre parti. La prima riporta le «nostre liste»: quella dei “buoni”, cioè l’elenco dei parlamentari che, durante la scorsa legislatura, secondo gli autori, «si sono meritati la rielezione per avere lavorato bene o avere bocciato leggi canaglia come l’indulto extra-large e il bavaglio mastelliano ai giornalisti» e la lista dei “cattivi” (variamente articolata in Lista Somari, Lista Libera stampa, Lista Monnezza, Lista Casa nostra), cioè «quelli che sarebbe stato meglio non rivedere più in Parlamento.»
Nella seconda parte compaiono invece le “loro liste”, ovvero le liste dei candidati politici, partito per partito. Un repertorio illuminante che racconta luci e ombre, fatti e misfatti, vizi e virtù di oltre 150 politici che parteciperanno alle prossime elezioni. Tra questi, i due giornalisti hanno individuato e segnalato non solo i nomi su cui pendono condanne penali, ma anche «i fannulloni, i voltagabbana, i cambiacasacca, gli ignoranti, i nemici della legalità e della libertà d’informazione, i corresponsabili dello scandalo della monnezza in Campania, gli amici dei ladri e dei mafiosi che non hanno mai valicato i confini del codice penale, quelli che hanno comparto casa a Roma sottocosto grazie al cognome che portano o alla carica che ricoprono» e molto altro ancora.
Infine, nella terza ed ultima parte, trova spazio un confronto tra l’operato dei due ultimi governi e maggioranze, con un resoconto delle loro “leggi vergogna”, e un riassunto dei programmi dei due partiti maggiori: il Partito democratico e il Popolo della Libertà.
Frutto di un lungo e paziente lavoro di recupero informazioni, ricerche d’archivio, verifica delle fonti, questo ricchissimo dossier di Marco Travaglio e Peter Gomez intende essere un vademecum, senza segreti e senza remore, per tutti coloro che vogliono saperne di più sui politici che si propongono come rappresentanti degli italiani tra i banchi di Montecitorio e Palazzo Madama.

LA FORMAZIONE e la SOSTANZA:I CRISTIANI DI FRONTE ALL’ISLAM OGGI.

Convegno organizzato dall’ex ARCIVESCOVO DI MONREALE MONS.CATALDO NARO,DI VENERATA MEMORIA.

Premessa

C’è chi reputa che sia soltanto espressione deIl’entusiasmo di alcuni ingenui. C’è chi pensa che sia il tradimento della propria storia, il segnale di un indebolimento, una dichiarazione di resa. C’è chi sospetta che sia piuttosto un ‘astuta strategia, imposta dalla congiuntura epocale: un machiavellico barcamenarsi tra opportunismo e relativismo. C’è chi rimane invece convinto che sia l’ultima e vera via della pace, una sorta di bandolo nella matassa di sentieri interrotti che il mondo odierno rappresenta. Il dialogo interreligioso, che le Chiese cristiane oggi promuovono, può sembrare tutto e il contrario di tutto.

Del resto gli appartiene per natura un ‘indole controversa che da una parte lo configura come amichevole colloquio e dall’altra parte- costringendolo a passare attraverso l’inevitabile crogiolo del confronto con gli “altri” -può trasformarlo in polemica. Come avviene già a livello semantico quando si traduce il termine greco nel suo corrispettivo latino, il dialogo inteso e praticato come proiezione di sé e del proprio “mondo” in un altro orizzonte concettuale, in un ‘altra tradizione dottrinale, in un ‘altra sensibilità culturale, in un altro universo valoriale — rischia, talvolta, di cambiare i suoi connotali, diventando diverbio. Spesso più o prima ancora che con l’interlocutore, con e stessi: auto- contraddizione. D’altra parte, la conversazione con qualcuno implica sempre la fatica della conversione: o la propria o quella altrui. Oppure — e sarebbe il migliore dei casi, se si riuscisse però a neutralizzare il pericolo del mero sincretismo — quella propria e quella altrui insieme e al contempo. E convertirsi significa più d ‘ogni altra cosa, venire a sapere e accettare qualcosa di nuovo. Questo carattere controverso conferisce al dialogo interreligioso la

radicalità dell’evento. Egli vieta la sicumera dell’ovvietà. Ecco perché già Paolo VI, al n. 60 della sua prima enciclica — l’Ecclesiam suam, promulgata i1 6 agosto 1964—, parlava con realismo, oltre che con ottimismo, di un dialogo con i credenti di altre religioni — sul piano degli «ideali comuni nel campo della libertà religiosa, della fratellanza umana, della buona cultura, della beneficenza sociale e dell’ordine civile» — umilmente e semplicemente «possibile». Un tale dialogo è, secondo Paolo vi, prerogativa e compito della Chiesa, ma resta condizionato dalla risposta ch’esso di volta in volta incontra. Per questo motivo è inaggirabile e ineludibile per la Chiesa e per il cristianesimo, rappresentando la loro vocazione nella storia; eppure proprio lì, dentro la storia, esso rimane soltanto possibile.

Il teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, a questo proposito, ha scritto — nel primo volume della sua Theodramatik — che il cristianesimo si sviluppa in forza di un vero e proprio «principio dialogico». Esso, cioè, scaturisce dal colloquio pneumatico intrattenuto — nell’eternità dell’Agape trinitaria — dal Padre col Figlio suo. E si innesta nella storia comune degli uomini come prolungamento e culmine dell’alleanza di questo stesso Dio d’amore, al cui cospetto la terra sacra dell’obbedienza — lì dove l’uomo è chiamato ad ascoltare, a inchinarsi e a togliersi i calzari — può essere anche il luogo della risposta, lo spazio riservato al comprendere, al prendere posizione, persino alla possibilità di opporre un rifiuto. Se il «colloquium salutis», di cui ha parlato Paolo VI per introdurre appunto il discorso sul valore del dialogo interreligoso, è già l’umile tradursi dell’eterna Agape entro i limiti e i rischi della possibilità storica, anche la propensione e la disponibilità del cristianesimo a dialogare con le altre religioni non può esimersi dai ritmi e dalle movenze del dialogo — e in un certo senso dell’agone — agapico intra ed extra trinitario. Allora il dialogo che gli uomini intrattengono tra di loro entra «in una luce tutta nuova»: esso, secondo Balthasar, finisce per esprimersi in «rapporti continui, convergenti e divergenti. . .; punti di vista diversi si aprono a vicenda … . Si fanno molte esperienze gli uni con l’aiuto degli altri, ci si urta e disturba a vicenda, si impara ad accentuare il proprio punto di vista, ad assimilarsi il punto di vista altrui, cose incomprensibili ed ostiche si illuminano come da sé alla luce altrui o appaiono quanto meno come “punto di vista sostenibile”; i maestri imparano dagli scolari e i padri dai figli. Ciò che si arriva così a sapere non è più una merce, si fonde alla persona consapevole, lo si divide l’uno con l’altro». Il dialogo, perciò, si configura come «l’atteggiamento che si apre a un nuovo ascolto e che lascia che l’altro abbia valore in quanto altro, anche là dove momentaneamente non si vede più ho cosa ci sia da dire». In questo coacervo,o di relazioni, di contatti e di scambi, permane tuttavia la minaccia della rottura, «là dove — spiega Balthasar — nessuna parola viene più concessa, nessuna offerta di sé più aiuta, dove crollano i ponti di ogni possibile comprensione, l’odio, il fanatismo, la gelosia, l’estrema estraniazione innalzano muri insuperabili, dove è possibile ancora solo tacere, perché ogni ulteriore discorso ingrandirebbe la distanza e cadrebbe come una scintilla sulla polvere da scoppio». Qui Balthasar riprende e argomenta il realismo di Paolo VI. E’ spiega in che senso il dialogo non è affatto alcunché di scontato ma è una possibilità aperta da ogni lato, dal suo inizio al suo esito.

Da una parte il dialogo resta sempre aperto nel suo esito: «Non ogni nodo annodato si scioglie nella parola e nella controparola, qualcosa di più alto può rivelarsi che sopraffà coloro che parlano, ne siano o non ne siano consapevoli. Un evento che rimane ignoto a entrambi.. .può offrire la chiave che apre il loro rapporto. Una risoluzione maturata nel silenzio, un ‘azione muta conduce i discorsi oltre se stessi, crea il punto definitivo, scopre l’inizio invisibile, sradica gli alberi fattisi apparentemente enormi e li trapianta nuovi in un ‘altra regione». Si tratta del compimento che sta qualitativamente oltre — benché non sempre altrove — rispetto alla storia, nelle mani e nel grembo di Dio.

Dall’altra parte, il dialogo resta aperto a monte, radicato in quello che Balthasar chiama il «mistero interiore della soggettività»: si tratta dell’importanza incancellabile dell’identità credente del cristiano, che il teologo elvetico descrive come «un abitare in se stessi per poter poi uscire da se stessi», come il «possedere l’interna ricchezza di un carattere» e l ‘” affermare una originalità e solitudine maggiore per poter essere un dono nella comunicazione».

Se di dialogo si vuole discutere, dunque, si deve parlare anche di identità che, rimanendo fedeli e coerenti a se stessi, pur si confrontano reciprocamente Anche il dialogo interreligioso, in tale ottica, si profili come incontro e confronto fra alterità che mantengono intatti i loro tratti specifici e costitutivi e che si pongono in un rapporto di tipo frontale. La frontalità, in questo caso, non si riduce ad una polemica presa di distanza, ma costituisce la possibilità di vedere il profilo oggettivo delle identità che dialogano. L’incontro e l’integrazione che, comunemente, vengono proposti come la soluzione più urgente al problema dei fondamentalismi di matrice religiosa, possono davvero avvenire solo se si conoscono e si riconoscono nitidamente i contorni delle rispettive identità credenti a confronto, la valenza della loro alterità e, al contempo, della loro non-incompatibilità.

Ma anche può essere raggiunta a partire dalla conoscenza di sé. Conoscscersi e conoscere sono,sul piano del confronto interreligioso,due dinamiche che si accompagnano e si co-implicano sempre a vicenda. Per superare così, con prudenza ed intelligenza, antichi rifiuti inappellabili e nuove chiusure intolleranti fra differenti tradizioni culturali e religiose.

I saggi raccolti in questo volume frutto di un convegno intitolato Cristiani di fronte all’islam oggi, tenutosi a Poggio San Francesco, in diocesi di Monreale, nei giorni 3-4 Luglio 2004 — studiano appunto l‘importanza dell’ ‘identità cristiana nell ‘orizzonte del dialogo interreligioso e del confronto culturale con l’islam. Questo si è imposto all’attenzione degli organizzatori del convegno sia per la sua importanza di portata globale, attualmente ridondante attraverso i media di tutto il mondo a causa delle recrudescenze terroristiche e belliche che si sono innescate in tanti posti a partire dall ‘11 settembre 2001; sia perché trova in Sicilia, per motivi storici e per la collocazione geografica dell ‘Isola, un significativo banco di prova del suo contatto con l‘Occidente di tradizione cristiana, venendo a fare i conti oltre che con gli avvenimenti del presento anche con una lunga e complessa memoria, che ha il respiro ampio dei secoli.

….. il convegno …. ha voluto mantenere un taglio metodologico, per offrire un contributo scientifico alla didattica della religione cattolica nelle scuole e alla prassi pastorale della Chiesa monrealese. Ha inteso così segnalare, agli operatori pastorali e agli insegnanti di religione cattolica, l’importanza di alcune domande fondamentali riguardanti l’islam, preso in considerazione dal punto di vista della fede cristiana e messo in rapporto anche con l’ebraismo come pure con il pluralismo culturale contemporaneo. In questo senso ha tentato di rendere ragione della necessità di inquadrare l’Islam all ‘interno di un ‘ermeneutica rispettosa delle differenze e della peculiarità in questione, sia per leggere cristianamente l‘islam stesso-mentre se ne propone lo studio scientifico,secondo il suo specifico impianto categoriale e dottrinale— sia, quindi, per dotare chi l’osserva in una prospettiva cristiana di strumenti interpretativi e di informazioni che lo mettono in grado di confrontarsi oggi con esso in modo consapevole ed efficace dal punto di vista culturale oltre che propriamente religioso…….

MASSIMO NARO

STRAPOTERE E SPIRAGLI DI CORRETTEZZA…

E’ da sottolineare e diffondere l’’interessante richiamo dell’USR della Regione Sicilia( L’USR per la Sicilia con Nota prot. 20562 del 30 agosto 2007) rivolto ai direttori degli uffici diocesani per l’IRC,circa il rispetto delle competenze e delle norme contrattuali degli idr,che sono,a tutti,gli effetti lavoratori dello Stato Italiano,e non schiavetti alla mercè di questo o quest’altro personaggio.La nota con cui l’USR è intervenuto,viene fuori,con tutta probabilità,da segnalazioni di atti posti in essere,contra-legem,da soggetti che continuano a ritenere l’ufficio per l’IRC una sorta di derivazione dell’ufficio di collocamento o,peggio ancora,una sorta di feudo personale da gestire “ad usum delphini”,cioè con logiche privatistiche,clientelari e nepotistiche.

Quattro cose importanti sono scritte nella Nota dell’USR:

1-non si possono fare più spostamenti di docenti di ruolo,senza la richiesta degli interessati poiché la sede di servizio si intende riconfermata se permangono lo stesso numero di ore e l’idoneità canonica.

2-Eventuali e sporadici spostamenti dovranno essere concordati con la Direzione regionale nel rispetto della normativa prevista dai CCNL e CCNI sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie per il personale docente.

3-Il docente di religione,di ruolo,perdente posto va individuato dal Dirigente scolastico tramite la compilazione della graduatoria interna d’istituto,cui vengono,annualmente, sottoposti tutti i docenti in servizio in quell’istituto scolastico.

4– Eventuali adattamenti di orario e di sedi, dovuti alla riduzione di ore, l’intesa dovrà essere raggiunta dall’Autorità ecclesiastica con il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale (ex CSA, ex Provveditorato).

Da queste parti si continua a:

–trasferire i propri amici o parrocchiani sotto casa dopo un solo anno di immissione in ruolo con assoluta arbitrarietà e clientelismo;

– Si continua a chiedere,nel mese di luglio, a tutti i docenti immessi in ruolo nei tre scaglioni,la domanda di riconferma in servizio come se l’IDR di ruolo continuasse ad essere un incaricato annuale;La predetta domanda viene chiesta oralmente e non per iscritto.

–Alcuni capi d’istituto,su imput esterno alla scuola,non hanno fatto fare la domanda per la graduatoria d’istituto ai docenti di religione di ruolo.

–Nella mia scuola,è successo che,su tre docenti presenti,la terza in graduatoria d’istituto,lo scorso anno,perdeva una classe e scendeva a 17 ore settimanali.Grazie all’intervento della legge fatta persona,cosa

ha fatto il DS?ha dato 17 ore al primo in graduatoria+ 1 ora di supplenza settimanale per il completamento cattedra e alla terza docente la cattedra.

–Per non parlare del vero e proprio commercio delle supplenze……

Per passare dall’ortodossia alla prassi e creare un’Ortoprassi si deduce che:

· I docenti di ruolo devono solo presentare domanda di eventuale trasferimento(interno o esterno alla diocesi),utilizzazione e assegnazione provvisoria all’USR di competenza e per conoscenza,ovviamente,alla curia di riferimento. Diversamente la domanda va presentata SOLAMENTE dai docenti incaricati annuali e dai supplenti.

· Tutti i docenti di ruolo rimangono sulla sede del loro servizio se permangono il numero delle ore e l’idoneità canonica.

Qualora ci fosse qualche contrazione di ore,il docente,ultimo in graduatoria d’istituto,completerà il proprio orario di servizio,in forza del contratto per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie per l’a.s. 2008/2009 con le seguenti modalità e novità di rilievo:

E’ stato riconosciuto in modo esplicito ai docenti di religione di ruolo che trovino nella scuola di titolarità una riduzione dell’orario di insegnamento fino ad un quinto, qualora non completino l’orario nella scuola medesima, di essere utilizzati nella scuola di titolarità, per le ore mancanti(art.2, comma 5 del C.C.N.I. 16 giugno 2008).

E’ stata confermata la possibilità di completamento cattedra nell’istituto di prevalente servizio, utilizzando le disponibilità orarie sopraggiunte, al fine di evitare, per quanto possibile, cattedre a completamento esterno (art.2, comma 5 del C.C.N.I. 16 giugno 2008; C.M. n.58 del 20 giugno 2008)

· Tutti i docenti di ruolo hanno diritto ad essere inseriti nelle graduatorie d’istituto,compresi gli idr.

· Tutti i docenti di religione,di ruolo e incaricati, debbono versare alle casse della curia,e non del rispettivo direttore,la somma di euro 51, 65 a norma del canone 1264 n. 1 e della relativa delibera del Consiglio Episcopale Permanente della CEI del 1985,entrata in vigore dall’a.s.1987-88,da destinare alle attività della diocesi. La predetta TASSA prevede il rilascio di una ricevuta ai fini della deducibilità fiscale non ha un carattere propriamente normativo,ma un indirizzo impegnativo e non può essere aumentata a piacimento del direttore di turno.Inoltre è una VERGOGNA chiedere 30 euro per la presentazione della domanda di supplenze annuali.

· Tutti i docenti devono rispondere al proprio Ordinario per ciò che riguarda la Pubblica moralità,la retta dottrina e l’abilità pedagogico-didattica. Oltre questi tre pre-requisiti,l’Ordinario o,per meglio dire Chi per Lui,non è legittimato,né dalla coscienza né dalle leggi vigenti,a chiedere regali o soldi ai docenti. A interessarsi dei loro fatti privati o sindacare sulle loro scelte(politiche,sindacali ecc.ecc.);o chiedere al docente di turno di stirargli le camice,lustrargli le scarpe,lavargli le scale e aiutarlo a fare la passata di pomodoro da devolvere, generosamente ,a chi lo ha messo a quel posto. A non imporre agli idr le attività non inerenti ai compiti del suo ufficio,ma inerenti ai compiti di altro ufficio(come ad es. quelli inerenti alla responsabilità dell’essere parroco).

· Non si possono commettere le peggiori scorrettezze nei confronti degli idr,usando l’arma del ricatto della revoca dell’idoneità,la quale può essere revocata solamente se viene meno uno o più requisiti previsti dai canoni 804 e 805 del CIC.La eventuale mancanza va debitamente dimostrata con la contestazione di fatti CERTI E OGGETTIVI(come ad es.andare a letto con qualche cognato e altri congiunti,prodigarsi nello sfasciare una famiglia in crisi andando a letto con il marito,vivere una vita notoriamente omofiliaca o saffica).

In tutto questo marasma e non rispetto delle regole si registra un atto decisamente positivo. l Vescovo di Ragusa Mons.Paolo Urso inaugura una nuova procedura di reclutamento degli idr supplenti e incaricati annuali emanando un decreto che regolamenta, innovandole e rendendole pubbliche, le procedure di reclutamento degli idr, ciò al fine di conferire chiarezza, trasparenza e correttezza alle graduatorie, cui gli idr interessati potranno accedere compilando appositi moduli sulla base di titoli di qualificazione professionale, di servizio e culturali, nonché di situazioni personali e familiari.

I complimenti a Mons.Urso per questa scelta di grande trasparenza e correttezza che sottolinea la grande attenzione del Vescovo nei confronti degli IDR,visti come una grande risorsa della chiesa locale,e,unitamente a ciò,la voglia di porre in essere percorsi di legalità e trasparenza quotidiana,attuate anche a tutela della dignità di questi lavoratori.

“SICILIA,LA BELLEZZA TI SALVERA'”(Davide Maria Turoldo)

Prefazione di

Salvatore Leonarda

Non mancano le guide che danno un primo orientamento al visitatore o le pubblicazioni che, in maniera monografica, illustrano i diversi aspetti del monumento; se D. B. Gravina offre gli elementi essenziali della storia del duomo, con splendide tavole che presentano la complessa articolazione della costruzione; e E. Kitzinger evidenzia la peculiaritò siculo-bizantina dei mosaici di Monreale, nati dalla collaborazione di maestranze greche e siciliane; altre pubblicazioni sottolineano il caratterizzarsi del duomo di Monreale all ‘interno dell ‘architettura normanna (W Kronig), o propongono letture analitiche di singoli elementi: la porta di Bonanno Pisano (W Melczer, il chiostro (R. Salvini), il rapporto scrittura-immagine (S. Leonarda, A. Lipari,); per non dire delle ricerche che, soprattutto in ambito universitario, hanno evidenziato la qualità estetica o gli aspetti di cultura materiale e così via. Nonostante l‘ampiezza della produzione e la varietà dei contributi, ci permettiamo di evidenziare che al momento sentiamo il bisogno di una lettura complessiva, che ripercorra le date più significative della fabbrica, faccia emergere le scelte progettuali della costruzione con particolare attenzione al funzionamento ed alla simbolica della luce, ed il programma iconografico sotteso alla narrazione.

Il volume Architetture di luce e icona intende contribuire al suddetto approccio complessivo che aiuti il visitatore ad orientarsi, sul piano storico, nell’individuare le trasformazioni significative subite dal duomo nel corso dei secoli; sul piano architettonico. nel cogliere lo strutturarsi della costruzione secondo 1 ‘orientamento esterno ed interno verso la luce solare; sul piano iconografico, nell’individuare la logica (teo-logica,) sottesa allo splendore di tutto il manto musivo, che nel Pantokrator trova il suo punto principiante alpha e ricapitolativi ornega; tutto questo viene offerto al fine di superare la lettura “casuale” del visitatore (spesso disorientato dentro l ‘esplosione di luce e di immagini) e di accompagnare il suo sguardo dentro il coerente movimento della costruzione.

 

a. Il primo contributo evidenzia le tappe più importanti che hanno segnato la fabbrica dal suo sorgere, per iniziativa del re Guglielmo II e la collaborazione dei cento monaci benedettini venuti da Cava dei Tirreni, con gli interventi successivi, alcuni dei quali hanno stravolto l’immagine originaria del duomo (la rimozione del portico esterno e della cappella interna del Battista col battistero e l’ambone…); il tutto viene presentato con rigoroso apparato documentario nel prezioso saggio di A. Belfiore; l’autore, dopo anni di ricerca, può finalmente offrire al lettori la messa a punto della storia della fabbrica, in continuità e sviluppo delle acquisizioni storiche precedenti.

 

b. L’organizzazione di tutta la costruzione risponde ad una rigorosa organizzazione della spazialità secondo geometrie ad ascendenza “celeste “; il suo orientamento ad est, connotato cristologicamente, viene ulteriormente specificato con gli orientamenti. delle pietre angolari ai punti di levata delle principali feste della Madonna e di S. Giovanni Battista; ciò avviene facendo tesoro della cultura costruttiva della grande tradizione antica della gnomonica (rito di fondazione e Analemma di Vitruvio); l’illuminazione interna della chiesa segue i corrispondenti momenti dell’anno liturgico. Il saggio di A. Di Bennardo, con competenza e puntiglio, porta alla luce, per la prima volta, tutto questo intreccio tra spazialità, orientamento e luce.

 

c. Una logica stringente presiede al grandioso programma iconografico che, in una sorta di microcosmo interpretato salvificamente, riesce a coniugare narrazione biblica e visione estetica . Il rivestimento musivo prende il via dal Pantocratore, che costituisce il punto alpha e omega di tutta la storia sacra; nel duplice movimento orizzontale e verticale, il tutto trova la sua ricapitolazione nella persona di Gesò Cristo, Dio e uomo nel quale si congiungono indissolubilmente, nel sigillo del mistero e della bellezza, la natura, la storia, la grazia. Il saggio di C. Scordato, con pertinenza teologica, privilegia l’ermeneutica biblico-liturgica, che consente di cogliere il principio ispiratore ed unificante che presiede a tutta la costruzione, ma anche la diversa articolazione di tutti gli elementi compositivi.

 

d. Il volume è arricchito dalla Pianta, che riproduce il complesso guglielmino nell ‘anno 1590; G. Schirò, che l’aveva rinvenuta casualmente nella Biblioteca Vaticana, finalmente la presenta con tutto il suo apparato critico e proponendo la trascrizione delle informazioni ivi presenti.

La complessità costruttiva del duomo trova, però, la sua risoluzione più illuminante nella connotazione liturgica del luogo di culto; la chiesa è stata costruita per la celebrazione del mistero della salvezza, sperimentata nell ‘azione sacramentale e nella celebrazione dell ‘ufficio divino monastico; da questo punto di vista può essere colta la circolarità tra le circostanze storiche della costruzione il dato costruttivo e l‘avvenimento liturgico; in questo orizzonte interpretativo la storia rivive nella pietra e nell’oro, la bellezza dei mosaici offre immagini e splendore alla celebrazione e la celebrazione dà contenuto salvifico alla narrazione biblica ed all’esperienza della bellezza!

Con piacere presentiamo questo libro, che, aprendoci gli occhi e il cuore su uno dei monumenti più belli dell‘arte cristiana, non può che portare lustro ulteriore alla nostra collana; mi felicito con gli Autori così precisi e attenti… nel far parlare le pietre!

San Martino delle Scale

15 agosto 2004