Vallelunga Pratameno,dalle origini al 1986.Di Giuseppe Cipolla.

 

La storia di Vallelunga  è  legata alla storia delle sue origini e a quel che è stato di essa nel corso dei secoli . Gli avvenimenti più importanti,dalle origini sino al 1986,sono stati raccolti e pubblicati dal Sig.Giuseppe Cipolla.

Il sig.Cipolla,per tutti era “don Piddruzzu”,uomo mite,silenzioso,di grande fede è stato un grande ricercatore della storia locale del paese che gli ha dato i natali. Di Vallelunga, come terra feudale, si ha notizia fin dal 1349, regnando Federico II d’Aragona: sotto di lui, ne era signore Giovanni di Caltagirone I barone di S.Stefano. in seguito il feudo pervenne a Ferruccio degli Omodeì e alla sua famiglia rimase fino al 1568 quando, a causa di forti debiti, la baronia di Vallelunga fu venduta a Don Vincenzo Notarbartolo da Polizzi.

Il feudo restò ai Notarbartolo fino a tutto il 1620 e furono proprio i Notarbartolo che verso la fine del 1500, fondarono nel luogo un centro di case coloniche ed abitazioni rurali.

Il 26 gennaio 1621 il feudo venne acquistato da Don Pietro Marino da Termini Imerese. Questi, allo scopo di chiamare nel feudo popolazioni per abitarlo, chiese ed ottenne il 3 settembre 1633 dal Viceré Duca di Ayala la relativa “licentia populandi”.

Ottenuto il privilegio furono emessi i bandi che furono pubblicati nei paesi vicini al feudo da popolare quali Cammarata, Chiusa Sclafani, Caltavuturo, Petralia.

Ai nuovi abitatori veniva promessa la concessione di terreni su cui fabbricare col pagamento di lievi censi sul suolo e dei terreni in enfiteusi per impiantarvi dei vigneti e farvi delle chiuse. Fu promesso inoltre l’esenzìone dì alcune gabelle e la concessione di terre comuni per comodità degli abitanti e per il deposito del letame.

Don Pietro Marino stabili quindi il sito dove costruire il nuovo comune, ne circoscrisse la periferia e vi fabbricò case ad uso di civile abitazione, che concesse in enfiteusi ai nuovi abitatori.

Il feudo di Vallelunga diveniva così un feudo nobile e popolato. il Casale prendeva la denominazione di “Terra Marini” e i Marino stessi vi presero residenza. Quindi Don Pietro Marino, con istanza del 22 febbraio 1634, chiedeva al Vescovo di Cefalù il permesso di edificare una chiesa che divenne  la Parrocchia, consacrata a Maria SS. di Loreto,il cui atto istitutivo è datato 1634.Il culto alla Vergine laureatana,introdotto dai Marino,si diffuse rapidamente tra gli abitanti in ottemperanza alla grande diffusione che esso ebbe proprio nel XVI sec.,in Italia e in Europa,in forte contrapposizione alla riforma protestante e come cammino concreto della controriforma cattolica.

La Vergine lauretana divenne così la patrona dei Valleunghesi e tanti ne hanno portato e ne portano il nome(Loreto e Laura)

Nel 1652 il feudo fu venduto a Cristoforo Papè la cui famiglia mantenne Vallelunga fino al 1812 anno che sancì l’eversione della feudalità.Il piccolo paese fu inserito nella Valle di Mazzara, sotto la comarca di Polizzi e nella diocesi di Cefalù . Solo dopo il 1819. fu annesso alla provincia di Caltanissetta nel mandamento di Mussomeli.Nel 1844,in seguito alla fondazione della dicoesi di Caltanissetta,Vallelunga passò sotto la giurisdizione canonica della neo nata diocesi.Inoltre il Cipolla ci offre degli interessanti cenni storici intorno al tribunale della SS.Crociata per continuare poi con al serie dei sindaci,dei decurioni,dei presidenti del Municipio,gli assessori e i commissari prefettizi. Dunque i podestà e l’entrata delle truppe alleate.L’era repubblicana con la serie dei sindaci,assessori e commissari prefettizi. Un capitolo interessante,il settimo, è dedicato alla costruzione della ferrovia Palermo-Catania. L’ottavo capitolo si occupa dei notia esercenti in Vallelunga,dal 1666 al 1986 e dei notia vallelunghesi che esercitarono fuori sede il notariato.Il capitolo IX è dedicato alla storia religiosa del comune,con la serie degli arcipreti-parroci,gli economi curati,i vicari foranei e i sacerdoti.Quindi la storia della nascita delle tre confraternite,tutt’oggi esisitenti:del SS.Sacramento,del SS.Rosario e dei Sette Dolori,meglio conosciuta come la confraternita del SS.Crocifisso.Quindi un paragrafo dedicato alla costruzione della casa del fanciullo “S.Pio X”,voluta dall’arciprete don Calcedonio Ognibene e donata alla congregazione dei “Servi dei Poveri”, o “Bocconisti”,fondata dal Beato Padre Giacomo Cusmano.

Un volume fondamentale per chi volesse conoscere la storia,dai primi del 1600 al 1986,del comune di Vallelunga Pratameno.

Una Risposta

  1. Ho frequentato negli anni 1966/67 L’Istituto San Pio X° allora diretto da Padre Giorgio Giuseppe, mi ricordo anche di Padre Dolcemascolo purtroppo perito in un incidente aereo io ero cherichetto, d’estate si andava a dire messa nei campi di grano ( u lauru)… ho bellissimi ricordi anche dei vallelunghesi!

    Un saluto Maurizio

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