L’Arcivescovo di Aleppo(Siria) a Monreale.

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Arcidiocesi di Monreale

Ufficio Comunicazioni Sociali

L’ARCIVESCOVO DI ALEPPO (SIRIA) A MONREALE

RACCONTA LA SUA CHIESA PERSEGUITATA

Divina Liturgia nel Duomo con Russia Cristiana e

Incontro Interreligioso con il Rabbino Capo di Sicilia e l’Imam della grande moschea di Roma

Monreale 14.01.2015 – Al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e nel mese della pace, due importanti momenti di riflessione e preghiera consentiranno di approfondire il tema della pace attraverso la testimonianza preziosa dell’Arcivescovo di Aleppo.

La Siria, infatti, è oggi una terra insanguinata, in cui i cristiani e altre minoranze religiose sono perseguitati a causa della loro fede dal fondamentalismo del sedicente Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria (ISIS).

Una tavola rotonda con l’arcivescovo di Aleppo, il rabbino capo di Sicilia e l’imam della grande moschea di Roma rifletterà sul tema: “Libertà religiosa, via per la pace”, che verrà preceduta dal gesto simbolico della piantumazione di un albero di ulivo, simbolo della pace.

Il 24 Gennaio alle 10.30 presso il palazzo Arcivescovile di Monreale, S.E. Mons. Jean-Clément Jeanbart, Arcivescovo greco-melkita di Aleppo, su invito di Mons. Michele Pennisi, Arcivescovo di Monreale, darà una testimonianza della tragica situazione della sua Chiesa. Nel pomeriggio, alle 17.00, Mons. Jeanbart terrà una Lectio Magistralis: I Cristiani in Medio Oriente, per il conferimento del titolo di Accademico Ordinario dell’Accademia Teutonica Enrico VI di Hohenstaufen.
La giornata si chiuderà alle ore 20.00 in Cattedrale con un Concerto per Organo offerto dal Maestro Diego Cannizzaro per la Siria.

Domenica 25 Gennaio, l’Arcivescovo di Aleppo, alle 11.30, presiederà la Divina Liturgia in rito Bizantino-Slavo, nel Duomo di Monreale, con la partecipazione del coro dell’Associazione Russia Cristiana di Roma, del presidente Mons. Francesco Braschi e di Padre Rostislav Kolupaev, sacerdote Russo Cattolico di rito Bizantino.

Il pomeriggio del 25 Gennaio, alle 16.00, presso il giardino del Seminario verrà piantumato un albero d’ulivo, simbolo di pace, subito dopo al Palazzo Arcivescovile, si terrà una Tavola Rotonda Interreligiosa a cui siederanno oltre L’ARCIVESCOVO greco-melkita Mons. Jeanbart, anche il RABBINO capo del Centro Sefardico Siciliano, Prof. Stefano Di Mauro, Itzaak Ben Avraham e l’IMAM della grande moschea di Roma, Sami Salem.

L’incontro, promosso anche dall’Azione Cattolica Diocesana, servirà a riflettere sul tema: “Libertà religiosa, via per la Pace” che pur essendo stato organizzato già da tempo, pare rispondere alle domande e alle paure di questi giorni all’indomani delle stragi di Parigi e di Baga in Nigeria.

Il Direttore

Don Antonio Chimenti

L’emozione non ha voce di Adriano Celentano

 

Io non so parlar d’amore 
l’emozione non ha voce 
E mi manca un po’ il respiro 
se ci sei c’è troppa luce 
La mia anima si spande 
come musica d’estate 
poi la voglia sai mi prende 
e mi accende con i baci tuoi 

Io con te sarò sincero 
resterò quel che sono 
disonesto mai lo giuro 
ma se tradisci non perdono 

Ti sarò per sempre amico 
pur geloso come sai 
io lo so mi contraddico 
ma preziosa sei tu per me 

Tra le mie braccia dormirai 
serena..mente 
ed è importante questo sai 
per sentirci pienamente noi 

Un’altra vita mi darai 
che io non conosco 
la mia compagna tu sarai 
fino a quando so che lo vorrai 

Due caratteri diversi 
prendon fuoco facilmente 
ma divisi siamo persi 
ci sentiamo quasi niente 
Siamo due legati dentro 
da un amore che ci dà 
la profonda convinzione 
che nessuno ci dividerà 
Tra le mie braccia dormirai 
serenamente 
ed è importante questo sai 
per sentirci pienamente noi 

Un’altra vita mi darai 
che io non conosco 
la mia compagna tu sarai 
fino a quando lo vorrai 

poi vivremo come sai 
solo di sincerità 
di amore e di fiducia 
poi sarà quel che sarà 

Tra le mie braccia dormirai 
serenamente 
ed è importante questo sai 
per sentirci pienamente noi 
pienamente noi uhu uhu 

Dalla pelle al cuore di Antonello Venditti

 

Il sesso fa partire 
l’amore fa tornar da te 
e dalla pelle al cuore 
che adesso sto davanti a te 

So che mi perdonerai 

mi devi perdonare 
so che tu ce la farai 

e dalla pelle al cuore 
che devo ritornare 
senza più parole 
senza farti male 

e dalla pelle al cuore 
e tu lo capirai 
solo da uno sguardo 
tu lo scoprirai 

Non cerco comprensione 
e lacrime che tu non hai 
è stata un’emozione 
che mi ha rubato l’anima 

Dolcissimo mio amore 
e non mi ha fatto vivere 
si apre il tuo portone 
e adesso sei davanti a me 

e dalla pelle al cuore 
che devo ritornare 
senza più parole 
senza farti male 

e dalla pelle al cuore 
e tu lo capirai 
solo da uno sguardo 
tu lo scoprirai 

mi perdonerai 
mi perdonerai 
mi devi perdonare sai 
mi perdonerai 

e dalla pelle al cuore 
che devo ritornare 
senza più dolore 
senza farti male 

e dalla pelle al cuore 
e tu lo capirai 
solo da uno sguardo 
tu lo scoprirai 

mi perdonerai 
mi perdonerai 
mi devi perdonare sai 
mi perdonerai 

Mi perdonerai 

Anima mia dei Cugini di campagna

 

 

Andava a piedi nudi per la strada 
mi vide e come un’ombra mi seguì 
Col viso in alto di chi il mondo sfida 
e tiene ai piedi un uomo con un sì. 

Nel cuore aveva un volo di gabbiani 
ma un corpo di chi ha detto troppi sì. 
Negli occhi la paura del domani 
come un ragazzo me ne innamorai. 

La notte lei dormiva sul mio petto 
sentivo il suo respiro su di me 
E poi mi dava i calci dentro il letto 
c’è ancora il suo sapore qui con me. 

Anima mia torna a casa tua 
ti aspetterò dovessi odiare queste mura 
Anima mia nella stanza tua 
c’è ancora il letto come l’hai lasciato tu. 
Avrei soltanto voglia di sapere [non cercarmi] 
che fine ha fatto e chi sta con lei [non pensarmi] 
se sente ancora freddo nella notte 
se ha sciolto i suoi capelli oppure no. 

Margherita di Riccardo Cocciante

 

Io non posso
stare fermo
con le mani nelle mani
tante cose devo fare
prima che venga domani
E se lei sta già  dormendo
io non posso riposare
farò in modo che al risveglio
non mi possa più scordare
Perchè questa lunga notte
non sia nera più del nero
fatti grande dolce luna
e riempi il cielo intero
e perchè quel suo sorriso
possa ritornare ancora
splendi sole domattina
come non hai fatto ancora
E per poi farle cantare
Le canzoni che ha imparato
io le costruirò un silenzio
che nessuno ha mai sentito.
Sveglierò tutti gli amanti,
parlerò per ore ed ore
abbracciamoci più forte
perchè lei vuole l’amore
Poi corriamo per le strade
e mettiamoci a ballare
perchè lei vuole la gioia
perchè lei odia il rancore
Poi coi secchi di vernice
Coloriamo tutti i muri
case vicoli e palazzi
perchè lei ama i colori
Raccogliamo tutti i fiori
che può darci primavera
costruiamole una culla
per amarci quando è sera.
Poi saliamo su nel cielo
e prendiamole una stella
perchè Margherita è buona
perchè Margherita è bella
Perchè Margherita è dolce
perchè Margherita è vera
perchè Margherita ama
e lo fa una notte intera
Perchè Margherita è un sogno
Perchè Margherita è il sale
perchè Margherita è il vento
e non sa che può far male
Perchè Margherita è tutto
ed è lei la mia pazzia
Margherita è Margherita
Margherita adesso è mia.
Margherita è mia.
Margherita è mia.

La donna cannone di Francesco De Gregori

 

buttero’ questo mio enorme 
cuore tra le stelle un giorno 
giuro che lo faro’
oltre l’azzuro della tenda
nell’azzuro io volero’
quando la donna cannone
d’oro e d’argento diventera’
senza passare per la stazione
l’ultimo treno prendera’
e in faccia ai maligni e ai superbi
il mio nome scintillera’
dalle porte della notte
il giorno si blocchera’
un applauso del pubblico pagante
lo sottolineera’
e dalla bocca del cannone
una canzone suonera’
e con le mani amore
per le mani ti prendero’
e senza dire parole
nel mio cuore ti portero’
e non avro’ paura se non saro’
bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa
non torneremo piu’uuuu . . . . . . . . .
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete voleremo via
cosi’ la donna cannone
quell’enorme mistero volo’
tutta sola verso un cielo
nero nero si incammino’
tutti chiusero gli occhi 
nell’attimo esatto in cui spari’
altri giurarono e spergiurarono
che non erano mai stati li’
e con le mani amore
con le mani ti prendero’
e senza dire parole
nel mio cuore ti portero’
e non avro’ paura se non saro’
bella come vuoi tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa
non torneremo piu’uuuu . . . . . . . . .
e senza fame e senza sete
e senza ali e senza rete voleremo via
e senza ali e senza rete voleremo via

A Cruna…di Sara Favarò.

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Sara Favarò, nata a Vicari (Pa) , palermitana di adozione, è scrittrice, cantautrice, poetessa, ricercatrice di tradizioni popolari, giornalista e attrice.
Studiosa di tradizioni popolari, poetessa, scrittrice di saggistica e di narrativa, cantautrice, artista e interprete di quegli stessi componimenti da lei amorosamente studiati. Nel 2002 Sara Favarò pubblica un saggio dedicato ai canti popolari siciliani a tema religioso:Natale nei Canti polari siciliani,Poetica spontanea o vulgata catechesi?
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Grande “divulgatrice” di cultura, nel senso migliore del termine. Nel senso, cioè, della riproposizione e diffusione di un patrimonio etnomusicale che -tramandato attraverso i secoli – ora sembra incorrere nell’indifferenza e nell’oblio.
Eppure, si tratta di un patrimonio di musica e poesia estremamente ricco e complesso. Popolare, certamente, con riguardo alla sua diffusione e alle sue infinite varianti. Non già per l’origine. Lo chiarisce l’Autrice, con una bella metafora: “… Le preghiere e i canti popolari religiosi sono come fiumi che scendono a valle dividendosi o arricchendosi tra rivoli ed affluenti, ma che alla foce sono spesso originati da eruditi intelletti …”.
Come Antonio Di Liberto, il canonico di Monreale meglio conosciuto con lo pseudonimo di Binidittu Annuleru, autore del famoso U Viaggiu dulurusu di Maria Santissima e lu Patriarca San Giuseppi in Betlemmi. O Giacomo D’Orsa, colto poeta di Piana dei Greci, vissuto tra il Seicento e il Settecento e autore di un altro importante componi mento poetico natalizio, il Curteggiu di li Pastura a lu Santu Bambinu Gesù, qui pubblicato, come il precedente.
E cosi, tra ricostruzione filologica e disamina storico-critica si snoda l’excursus nel mondo dei canti devozionali della tradizione, con frequenti richiami all’interpretazione esoterica e numerologica – anch’essa, dunque, di matrice colta – delle strofe. Sullo sfondo, emerge l’importante azione di catechesi fra gli strati popolari condotta dalla Chiesa, ancor prima della Controriforma, grazie all’uso del dialetto in canti e drammatizzazioni. Riusciamo cosi a scoprire i canali di comunicazione attraverso i quali si da voce ad una fede semplice, che riflette modi di vita, sofferenze, sogni, delusioni e speranze di un piccolo mondo fatto di contadini, pastori, artigiani. Gli stessi che portano i loro modesti doni al Bambino appena nato, piangendo e scusandosi per la povertà dell’offerta (“… lagrimannu l’offeriu / nun aju autru, amatu Diu”), Gli stessi che si rivolgono a Dio, Gesù e alla Madonna come ad “entità profondamente umane e, come tali, soggette ad emozioni e sentimenti che in ogni caso i fedeli auspicano, cantano, supplicano attraverso la preghiera”,così come scrive l’autrice.
Adesso è la volta di un altro interessante volume denominato A Cruna.
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“Per anni l’autrice ha raccolto materiale sui Rosari siciliani. Ha ascoltato, registrato, consultato e studiato dal punto di vista della ricercatrice delle tradizioni popolari. Tutto il materiale raccolto è stato poi oggetto di comparazione e riportato – comprese le partiture musicali – in questo volume, indispensabile a chi vuole anche semplicemente comprendere quale cultura, quale tradizione si cela dietro una pratica oggi desueta, ma un tempo comune in tutte le famiglie siciliane, sia povere che patrizie: la recita del Santo Rosario.”

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Un’Antologia di rosari siciliani.

E’ forte in Sara Favarò l’esigenza di conservare la tradizione. Quella tradizione che un tempo si tramandava oralmente e che oggi, se non fosse per opere come la sua, finirebbe col cadere nell’oblio collettivo. Nel novero delle sue opere di raccolta e sistematizzazione di testimonianze del passato rientra ‘A Cruna (Città Aperta, pp. 300, euro 25), la prima antologia di rosari siciliani.

È molto raro ma non impossibile, imbattersi ancora oggi, in alcuni piccoli paesi della Sicilia, in gruppi di anziani radunati per calari la cruna (scorrere la coroncina). E sono stati questi anziani, insieme alle centinaia di altri anziani incontrati e intervistati dall’autrice nel corso di trent’anni di ricerche, che le hanno fornito il materiale utile alla stesura della raccolta. Il testo racchiude una ricca rassegna di rosari fedelmente trascritti così come venivano recitati un tempo, la traduzione in italiano e diverse piccole curiosità che gravitano intorno al rito di recitare insieme il rosario.

SANDRA VTALE

LA SICILIA del 22-1 1 —2008 p.32

«A Cruna», prima antologia di rosari siciliani.

PALERMO. (ala) Un ricordo infantile risvegliato da una litania recitata dai nonni materni. Un ritorno alle origini di quella lingua perduta usata per intonare i rosari. Una ricerca meticolosa, durata trent’ anni, ha registrato, trascritto, comparato e tradotto in italiano le preghiere siciliane degli anziani. 11 risultato è A Cruna, la prima antologia di rosari siciliani scritta da Sara Favarò e pubblicata da Città aperta edizioni e presentata all’archivio storico comunale di Palermo, «Una preziosissima indagine sul campo – sottolinea l’ assessore alla Cultura, Giampiero Cannella -,che coniuga aspetti scientifici ed esperienza vissuta, lavoro sulle fonti e contatti con le persone».

In alcuni casi le preghiere sono accompagnate da partiture musicali, «Per non far disperdere il suono delle litanie», spiega l‘autrice. A confluire nella raccolta anche parte del materiale del progetto «Un viaggio nella fantasia nella Valle del Torto e dei Feudi» raccolto dagli studenti di 13 Comuni della Provincia di Palermo che hanno intervistato genitori, zii e parenti per ricostruire preghiere, filastrocche e giochi in siciliano che altrimenti sarebbero andati perduti. Un’iniziativa che ha stimolato la curiosità dei giovani verso le proprie radici. Nei ricordi dell’autrice, andata via da Vicari (il paese

di provenienza) a  11 anni, la recitazione e i ritmi del rosario da parte della famiglia matriarcale al completo, riunita attorno al letto della bisnonna: «Era la Mamà granni, eredità linguistica di grand mère e della Magna Mater dei romani – sottolinea Favarò -, cioè la bisnonna, a dare l’intonazione e a declamare le preghiere, mentre gli altri le rispondevano in coro>. Un compito al quale nessun familiare si sottraeva, a parte il nonno paterno Ciccio «buon cristiano – aggiunge la scrittrice –

che però preferiva stare lontano dalle lunghe orazioni e che mi ripeteva spesso: Monaci e parrini, vinci a missa e stoccaci i rini! (Monaci e preti, assisti alla messa, ma stanne lontano)». Una tradizione linguistica che si è tramandata anche alla morte della bisnonna, ma che stava rischiando di essere smarrita. E così dalla ricerca, primo lavoro sistematico dopo le raccolte di Giuseppe Pitrè, sono emerse alcune scoperte, a partire dalla tipologia dei rosari dell’isola: «Sono diversi – specifica la scrittrice ’ come quello alla Madre Sant ‘Anna, che testimonia quanto l’elemento femminile sia preminente nelle preghiere popolari siciliane>’. E una smentita: che le orazioni siano il frutto di una fede spontanea. «Non furono create dal popolo, ma da chi aveva una profonda conoscenza dei testi sacri-spiega Favarò – ai popolo, in tempi di grande analfabetismo e di forte oralità, il compito di modificarli e diffonderli».

ANTONELLA LOMBARDI

GIORNALE Dl SICILIA 22-11 -2008 p.40

Più bella cosa di Eros Ramazzotti

 

Com’è cominciata io non saprei 
la storia infinita con te 
che sei diventata la mia lei 
di tutta una vita per me 
ci vuole passione con te 
e un briciolo di pazzia 
ci vuole pensiero perciò 
lavoro di fantasia 
ricordi la volta che ti cantai 
fu subito un brivido sì 
ti dico una cosa se non la sai 
per me vale ancora così 
ci vuole passione con te 
non deve mancare mai 
ci vuole mestiere perché 
lavoro di cuore lo sai 
cantare d’amore non basta mai 
ne servirà di più 
per dirtelo ancora per dirti che 
più bella cosa non c’è 
più bella cosa di te 
unica come sei 
immensa quando vuoi 
grazie di esistere… 
com’è che non passa con gli anni miei 
la voglia infinita di te 
cos’è quel mistero che ancora sei 
che porto qui dentro di me 
Saranno i momenti che ho 
quegli attimi che mi dai 
saranno parole però 
lavoro di voce lo sai 
cantare d’amore non basta mai 
ne servirà di più 
per dirtelo ancora per dirti che 
più bella cosa non c’è 
più bella cosa di te 
unica come sei 
immensa quando vuoi 
grazie di esistere… 

Sono come tu mi vuoi di Mina

 

 

Sono 
come tu mi vuoi 
e t’amo 
come non ho amato mai 
Io sono 
la sola 
che possa 
capire 
tutto quello che c’è da capire in te. 
Forse 
se baciassi me 
forse 
capiresti meglio che 
io sono la sola 
che tu 
possa amare 
non lo vedi che sono a due passi 
da te. 
Non sai quanto bene di un anno 
e non sai quanto amore sprecato 
aspettando in 
silenzio che tu 
ti accorgessi di me 
per capire 
quello che già sai 
che io sono 
sono come tu mi vuoi 
come tu 
mi vuoi. 
Io 
sono 
la sola 
che tu 
possa amare 
non lo vedi che sono a due passi 
da te. 
Non sai quanto bene di un anno 
e non sai quanto amore sprecato 
aspettando in silenzio che tu 
ti accorgessi di me 
per capire 
quello che già sai 
che io sono 
sono come tu mi vuoi 
come tu mi vuoi 
come tu mi vuoi 
come tu mi vuoi

Io canto di Laura Pausini

 

La nebbia che si posa la mattina
le pietre di un sentiero
di collina
il falco che s’innalzerà
il primo raggio che verra’
la neve che si sciogliera’
correndo al mare
l’impronta di una testa sul cuscino
i passi lenti e incerti
di un bambino
lo sguardo di serenita’
la mano che si tendera’
la gioia di chi aspettera’
per questo e quello che verra’
Io canto
le mani in tasca canto
la voce in festa canto
la banda in testa canto
corro nel vento
Canto
la vita intera canto
la primavera canto
la mia preghiera canto
per chi mi ascoltera’
voglio cantare
sempre cantare
l’odore del caffe’ nella cucina
la casa tutta piena di mattina
e l’ascensore che non va
l’amore per la mia citta’
la gente che sorridera’
lungo la strada
i rami che s’intrecciano nel cielo
un vecchio che cammina tutto solo
l’estate che poi passera’
il grano che maturera’
la mano che lo cogliera’
per questo e quello che sara’
io canto
le mani in tasca canto
la voce in festa canto
la banda in testa canto
corro nel vento canto
la vita intera canto
la primavera canto
la mia preghiera canto
per chi mi ascoltera’
voglio cantare
sempre cantare
cantare…
io canto
le mani in tasca e canto
la voce in festa e canto
la banda in testa e canto
la vita intera canto…

Novembre nuovo singolo di Giusy Ferreri

Ho difeso le mie scelte io ho
creduto nelle attese io ho
saputo dire spesso di no
con te non ci riuscivo.
Ho indossato le catene io ho
i segni delle pene lo so
che non volendo ricorderò
quel pugno nello stomaco.
A novembre
la città si spense in un istante
tu dicevi basta e io rimanevo inerme
il tuo ego è stato sempre più forte
di ogni mia convinzione.
A novembre
la città si accende in un istante
il mio corpo non si veste più di voglie
e tu non sembri neanche più così forte
come ti credevo un anno fa
novembre.

Ho dato fiducia al buio ma ora sto
in piena luce e in bilico tra estranei
che mi contendono la voglia di rinascere
A novembre
la città si spense in un istante
tu dicevi basta e io rimasi inerme
il tuo ego è stato sempre più forte
di ogni mia convinzione.
A novembre
la città si accende in un istante
il mio corpo non si veste più di voglie
e tu non sembri neanche più così forte
come ti credevo un anno fa
novembre.
E tu parlavi senza dire niente
cercavo invano di addolcire quel retrogusto amaro
di una preannunciata fine.

Meravigliosa creatura di Gianna Nannini

 

 

Molti mari e fiumi 
Attraverserò 
dentro la tua terra 
mi ritroverai 
turbini e tempeste 
io cavalcherò 
volerò tra i fulmini 
per averti 
Meravigliosa creatura sei sola al mondo 
meravigliosa paura d’averti accanto 
occhi di sole mi bruciano in mezzo al cuore 
amore è vita meravigliosa 
Luce dei miei occhi 
brilla su di me 
voglio mille lune 
per accarezzarti 
pendo dai tuoi sogni 
veglio su di te 
non svegliarti non svegliarti 
non svegliarti …. ancora 
Meravigliosa creatura sei sola al mondo 
meravigliosa paura d’averti accanto 
occhi di sole mi tremano le parole 
amore è vita meravigliosa 
Meravigliosa creatura un bacio lento 
meravigliosa paura d’averti accanto 
all’improvviso tu scendi nel paradiso 
muoio d’amore meraviglioso 
Meravigliosa creatura 
meravigliosa 
occhi di sole mi bruciano in mezzo al cuore 
amore è vita meravigliosa

Cu’mme di Mia Martini e Roberto Murolo


Scinne cu ‘mme
nfonno o mare a truva’
chillo ca nun tenimmo acca’
vieni cu mme
e accumincia a capi’
comme e’ inutile sta’ a suffri’
guarda stu mare
ca ci infonne e paure
sta cercanne e ce mbara’
ah comme se fa’
a da’ turmiento all’anema
ca vo’ vula’
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo’ sape’
no comme se fa’
adda piglia’ sultanto
o mare ca ce sta’
eppoi lassa’ stu core
sulo in miezz a via
saglie cu ‘mme
e accumincia a canta’
insieme e note che l’aria da’
senza guarda’
tu continua a vula’
mientre o viento
ce porta la’
addo ce stanno
e parole chiu’ belle
che te pigliano pe mbara’
ah comme se fa’
a da’ turmiento all’anema
ca vo’ vula’
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo’ sape’
no comme se fa’
adda piglia’ sultanto
o mare ca ce sta’
eppoi lassa’ stu core
sulo in miezz a via
ah comme se fa’
a da’ turmiento all’anema
ca vo’ vula’
si tu nun scinne a ffonne
nun o puo’ sape’
no comme se fa’
adda piglia’ sultanto
o mare ca ce sta’
eppoi lassa’ stu core
sulo in miezz a via

Servo per amore dei Gen Rosso

Servo per amore

Una notte di sudore

sulla barca in mezzo al mare

e mentre il cielo s’imbianca già

tu guardi le tue reti vuote.

Ma la voce che ti chiama

un altro mare ti mostrerà

e sulle rive di ogni cuore

le tue reti getterai.

Offri la vita tua

come Maria ai piedi della croce

e sarai

servo di ogni uomo

servo per amore,

sacerdote dell’umanità.

Avanzavi nel silenzio

fra le lacrime speravi

che il seme sparso davanti a te

cadesse sulla buona terra.

Ora il cuore tuo è in festa

perché il grano biondeggia ormai,

è maturato sotto il sole

puoi riporlo nei granai.

Nada te turbe, canta Mina, musica di Mons. Marco Frisina

 

Nada te turbe,

nada te espante,

quien à Dios tiene

nada le falta.

Solo Dios basta.

 

Todo se pasa,

Dios no se muda,

la paciencia

todo lo alcanza.

 

Todo se pasa,

Dios no se muda,

la paciencia

todo lo alcanza.

 

Nada te turbe,

nada te espante,

quien a Dios tiene

nada le falta.

Solo Dios basta

Veni Creator Spiritus, canta Mina, musica di Mons. Frisina

 

VENI CREATOR SPIRITUS

 

Veni, creator Spiritus,

mentes tuorum visita,

imple superna gratia,

quæ tu creasti, pectora.

 

Qui diceris Paraclitus,

donum Dei altissimi,

fons vivus, ignis et caritas

et spiritalis unctio.

 

Tu septiformis munere,

dextræ Dei tu digitus,

tu rite promissum Patris,

sermone ditans guttura.

 

Accende lumen sensibus,

infunde amorem cordibus,

infirma nostri corporis

virtute firmans perpeti.

 

Amen.

Ti seguirò di Mons. Marco Frisina

 

Ti seguirò, ti seguirò, o Signore,

e nella tua strada camminerò.

 

Ti seguirò nella via dell’amor

e donerò al mondo la vita. R.

 

Ti seguirò nella via del dolore

e la tua croce ci salverà. R.

 

Ti seguirò nella via della gioia

e la tua luce ci guiderà. R.

Magnificat di Mina, musica di Mons. Marco Frisina

MAGNIFICAT ANIMA MEA, MAGNIFICAT

DOMINUM

ET EXSULTAVIT SPIRITUS MEUS IN DEO

SALUTARI MEO.

MAGNIFICAT, MAGNIFICAT.

 

Quia respexit humilitatem

ancillae suae,

ecce enim ex hoc beatam me dicent

omnes generationes.

 

RIT.

 

Quia fecit mihi magna,

qui potens est:

et sanctum nomen eius.

 

RIT.

Emmanuel inno GMG 2000

Emmanuel

 

Dall’orizzonte una grande luce

viaggia nella storia

e lungo gli anni ha vinto il buio

facendosi Memoria,

e illuminando la nostra vita

chiaro ci rivela

che non si vive se non si cerca

la Verità…

 

…l’Emmanuel

 

Da mille strade arriviamo a Roma

sui passi della fede,

sentiamo l’eco della Parola

che risuona ancora

da queste mura, da questo cielo

per il mondo intero:

è vivo oggi, è l’Uomo Vero

Cristo tra noi.

 

Ritornello

 

Siamo qui

sotto la stessa luce

sotto la sua croce

cantando ad una voce.

E’ l’Emmanuel

Emmanuel, Emmanuel.

E’ l’Emmanuel, Emmanuel.

 

Dalla città di chi ha versato

il sangue per amore

ed ha cambiato il vecchio mondo

vogliamo ripartire.

Seguendo Cristo, insieme a Pietro,

rinasce in noi la fede,

Parola viva che ci rinnova

e cresce in noi.

 

Ritornello

 

Un grande dono che Dio ci ha fatto

è Cristo il suo Figlio,

e l’umanità è rinnovata,

è in Lui salvata.

E’ vero uomo, è vero Dio,

è il Pane della Vita,

che ad ogni uomo ai suoi fratelli

ridonerà.

Ritornello

La morte è uccisa, la vita ha vinto,

è Pasqua in tutto il mondo,

un vento soffia in ogni uomo

lo Spirito fecondo.

Che porta avanti nella storia

la Chiesa sua sposa,

sotto lo sguardo di Maria

comunità.

 

Ritornello

 

Noi debitori del passato

di secoli di storia,

di vite date per amore,

di santi che han creduto,

di uomini che ad alta quota

insegnano a volare,

di chi la storia sa cambiare,

come Gesù.

 

Ritornello

 

E’ giunta un’era di primavera,

è tempo di cambiare.

E’ oggi il giorno sempre nuovo

per ricominciare,

per dare svolte, parole nuove

e convertire il cuore,

per dire al mondo, ad ogni uomo:

Signore Gesù

 

Ritornello

 

(su di un tono)      (2 volte)

E’ l’Emmanuel, Dio con noi

Cristo tra noi.

Sotto la sua croce

E’ l’Emmanuel, Emmanuel

Sotto la stessa croce

cantando ad una voce.

 

This city which has poured out

its life-blood out of love

and has transformed the ancient world

will send us on our way,

by following Christ, together with Peter,

our faith is born again,

the living word

that makes us new

and grows in our hearts.

 

Ce don si grand que Dieu nous a fait

le Christ son Fils unique;

L’humanité renouvelée

par lui est sauvée.

Il est vrai homme, il est vrai Dieu,

il est le pain de la vie

qui pour chaque homme

pour tous ses frères

se donne encore,

se donne encore.

 

Llegò una era de primavera

el tiempo de cambiar:

hoy es el d^a siempre nuevo

para recomenzar,

cambiar de ruta y con palabras nuevas

cambiar el corazòn

para decir al mundo, a todo el mundo:

Cristo Jesùs.

 

Y aquì

bajo la misma luz,

bajo su misma cruz,

cantamos a una voz.

 

E’ l’Emmanuel, l’Emmanuel, l’Emmanuel.

E’ l’Emmanuel, l’Emmanuel.

(Sotto la stessa croce, cantando ad una voce.)

E’ l’Emmanuel, l’Emmanuel, l’Emmanuel.

(Cantando ad una voce.)

E’ l’Emmanuel, l’Emmanuel.

Totus Tuus musica di Marco Frisina

 

TOTUS TUUS

 

Totus tuus sum ,Maria,

Mater nostri Redemptoris,

Virgo Dei, Virgo pia,

Mater Mundi Salvatoris.

 

Totus tuus sum, Maria,

Mater nostri Redemptoris,

Virgo Dei, Virgo pia,

Mater Mundi Salvatoris.

 

Totus tuus sum, Maria,

Mater nostri Redemptoris,

Virgo Dei, Virgo pia,

Mater Mundi Salvatoris.

 

Amen.