BRUNO RIDULFO
IL SINDACO PITTORE DELL’AZIONE CATTTOLICA
DA RICORDARE NELLA SETTIMANA DELLA CULTURA
UNA PROPOSTA PER UNA MOSTRA ANTOLOGICA ALLA MEMORA DEL SINDACO E ARTISTA AUTODIDATTA PER BISOGNO E VOCAZIONE
di Ferdinando Russo
La settimana della cultura, promossa nel Paese, aprendo musei e monumenti, spesso chiusi o non visitabili, o pienamente fruibili, stimola ogni realtà o istituzione locale ad una riflessione sui patrimoni artistici nascosti o comunque non ancora divenuti coscienza diffusa delle identita, e del valore delle eredità delle opere lasciate da molti spiriti eletti.
Su costoro non può e non deve cadere l’indifferenza delle comunità.Da qui la proposta per una mostra antologica alla memoria di Bruno Ridulfo, sindaco e artista autodidatta, per bisogno e vocazione.
Ammirevoli in questo senso il Convegno promosso, nelle terre sicane e del Belice a Campofiorito, dal sindaco Giuseppe Sagona e dallo storico A.G.Marchese sul patrimonio storico e identitario delle piccole comunità e la Giornata dedicata a Antonino Ferraro, organizzata a Castelvetrano dal sindaco Pompeo e dall’Assessore Calcara, nel quattrocentesimo anno dalla morte dell’artista e nel quadro delle celebrazioni Ferrariane, proposte da docenti e studiosi delle opere lasciate nel territorio siciliano dalla dinastia dei Ferraro, come è avvenuto a Corleone, per la statuaria religiosa in legno e prossimamente è prevedibile a Burgio, a Caltabellotta, a Mazara, a Trapani .
Ed è proprio la recente manifestazione di Corleone che ci porta, durante la settimana della cultura, a segnalare agli amministratori di questa città ed ai proprietari di sue opere un artista che non va dimenticato: Bruno Ridulfo (1929-1998) .
E’ stato un pittore molto amato dai corleonesi, che ne conservano i quadri, andati sempre a ruba nelle mostre organizzate in Italia ed all’estero, ed il suo ricordo permane nelle istituzioni culturali e tra le associazioni degli emigranti con le mostre a NewJork, in Svizzera e in Germania.
Quando la fama delle sue pitture raggiunse l’estero, negli ultimi anni della sua attività, avvenne che nell’estate di ogni anno arrivavano nella sua abitazione di Corleone i galleristi d’oltre oceano ed acquistavano in blocco tutta la sua produzione.
Era ricercata dagli emigranti del corleonese e non interessava il prezzo d’acquisto.
Più volte gli proposi un’antologica delle sue opere migliori e l’invito a fotografare i quadri che allestiva, ma l’umiltà di certi artisti non ammette l’autoesaltazione e non riuscivo a strappargli che qualche catalogo stampato in fretta, come in fretta percorreva la sua esistenza.
Ridulfo partecipò, da protagonista, negli anni ottanta del secolo scorso, alle Mostre della Cooperativa “Mediterranea Arti”, organizzate a Palermo nella Biblioteca regionale di Casa Professa, a Giuliana nel Castello di Federico II, a Campofiorito, a Corleone, ad Altofonte, e promosse dagli Architetti Vittorio Noto, Pippo Romeo, Angelo Mulone, Giangaspare Russo, Angelo Rocca, Enrico Ortoleva, Francesco Parisi, Salvatore Emmolo, Enza Orestano, Nicola Ribaudo, aiuto sceneggiatore di “Cinema paradiso”, dal maestro Massimo Crivello e da Patricia Falcone ().
Le opere, che Ridulfo ha lasciato sono ora in possesso dei nipoti Cutrone (Antonino e Giuseppe) e Ridulfo, dei suoi numerosi amici, sparsi in ogni parte del mondo e padre Calogero Giovinco, nel suo peregrinare tra gli emigrati, non è detto che non ne recuperi alcune, per la sua ammirevole attività Museologica dell’area sicana e del Belice.
Il comune di Corleone non farebbe torto alla sua tradizione artistica d’essere patria di Giovanni Naso, di Giuseppe Vasi, di Santo Governali, Di Gaetano Ferina e in epoca a noi più recente di Pippo Rizzo (1897-1964) se allestisse,con le istituzioni scolastiche e le associazioni culturali locali, dopo il decennale dalla scomparsa, un mostra alla memoria di Bruno Ridulfo , certamente gradita a quanti hanno avuto la possibilità di acquistare un suo quadro o di averlo avuto in regalo, come spesso capitava, ai suoi amici per battesimi, cresime e matrimoni, per esporlo in una mostra antologica alla memoria.
Solo una tela con il “Cristo crocefisso” conservava nel suo salotto di Corleone, attestato pubblico della sua fervida fede centrata su Cristo e del culto corleonese per “U Signori r’à Catina”.
Ridulfo è stato anche, per un breve periodo, sindaco della brava gente, del popolo, del mondo cattolico del corleonese.
Fu molto stimato,come laico credente, dagli arcivescovi Carpino, Romano, Catarinicchia, Bommarito, Bacile.La sua sindacatura del Comune di Corleone è raccontata da Dino Paternostro nel saggio “L’antimafia sconosciuta-Corleone 1893-1993” e nelle cronache di Città nuove (2).
Apprendiamo che quella passione e scoperta vocazione per la pittura, da autodidatta, forse è una via di fuga, quando il suo impegno nella politica comunale gli tolse la possibilità di avere un reddito minimo.
Gli era stato congelato, per aspettativa non retribuita, lo stipendio d’impiegato al Banco di Sicilia, nella sua città natale.
Il nostro non era fatto per la politica, ma per la riflessione, per l’arte, per la meditazione, per la vita religiosa, per la testimonianza, da laico credente. Per la sua comunità auspicava da sindaco “un riscatto morale e culturale”, negli anni difficili di Corleone.
Mons.Alfonso Bajada, recentemente scomparso. Si dedicava con passione alla formazione dei ragazzi della Gioventu’ cattolica, nella Parrocchia della Chiesa Madre, ma già allora era deciso, volitivo, impegnato nell’apostolato.
In estate partecipava a S.Maria del Bosco alle “Tre Giorni” di studio e preghiera ed ai campi scuola, organizzati dalla GIAC, nei locali del Seminario estivo dell’Archidiocesi.
Vi facevano capolino da assistenti con Mons.Calogero Di Vincenti, decano di Bisacquino, Bajada, Marchisotta, Cuccì, Bommarito, Catarinicchia, Pasquale Bacile e da relatori Emanuele Romano, Giuseppe Petralia, Francesco Carpino e dirigenti locali dell’Azione Cattolica, Li Calsi, Contorno, Lombino, Pioppo, Colletti, Di Giorgio, Lo Grasso, Viola, Clesi.
Apprendevamo le prime nozioni della Dottrina Sociale della Chiesa.
Meditavamo su come costruire nel corleonese città più umane, non violente, pacificate, colte, amanti delle arti e della santità. Nella Corleone del dopoguerra, la guerra interna continuava ed il san Leoluca e Bernardo e tutti gli altri, scolpiti nella statuaria d’Antonino Ferraro e dei suoi emuli, sembrava l’avessero abbandonata.
A Ridulfo erano vicini il giovane prof.Mario Mancuso, compagno delle lunghe passeggiate nel corso, dalla Piazza a San Leoluca, e talvolta Salvatore Mangano, anche lui con la passione per i santi locali ed ancora Leoluca Pollara,autore di un saggio su “L’Addolorata”, Biagio ed Ernesto Governali, le sorelle Patti, Don Domenico Piraino, il maestro Comaianni, il giornalista Nonuccio Anselmo, il prof.Giuseppe Governali.
La Gioventù dell’azione Cattolica di Monreale sarebbe stata diretta dalla operosa, entusiasta guida di Ridulfo .Dopo Ridulfo, dai suoi collaboratori: Rino Terranova, Pino Viola, Piero Terzo, Domenico Cavarretta,(Ficuzza),Ignazio Marretta (Prizzi)e da Salvatore Mangano,(Corleone), già presenti nella GIAC degli anni sessanta e settanta.
I primi anni sessanta ci videro impegnati con Bruno Ridulfo, oltre che nell’Azione Cattolica di Carlo Carretto e Mario Rossi, nelle ACLI di Livio Labor con S.Migliaccio, M.Nuara, N.Alongi, S.Serio, Pippo Vitale, Gaetano e Salvatore Liardo, Totuccio Terranova, Elio Russotto, e cresceva in noi la disponibilità a recuperare, per allargare gli spazi della democrazia, attorno ai valori del cristianesimo, nella politica del paese, quanti apparivano lontani dall’esperienza democratica, a volte, per nostre inettitudini, infingardaggini, inesperienza civica, non eccelse testimonianze, rigidità ideologiche.
Ridulfo, tra noi, è stato un profetico “apripista” nei rapporti della DC con le componenti socialiste di Corleone e dovette dimettersi, per quella scelta, da laico responsabile, da presidente dell’Azione cattolica della diocesi di Monreale.Inventore della lista dei cattolici democratici di Corleone “Rinnovamento cittadino”, era un cattolico molto vicino alla curia arcivescovile di Monreale, scrive un giornalista di valore suo concittadino, (1) che l’aveva voluto presidente diocesano dell’Associazione Cattolica; un uomo irrequieto, che rimase affascinato dal nuovo clima, che si respirava nella Chiesa sotto la guida di Giovanni XXIII>.
“Anticipando ciò che sarebbe avvenuto a livello regionale e nazionale “, si battè per sperimentare a Corleone l’apertura della maggioranza ai socialisti. La sera del 14 maggio ‘61 fu uno dei primi sindaci del centro-sinistra d’Italia, eletto con i voti della DC, del PSI, dell’UCS(i cristiano sociali)e di una Lista civica.<Pur in assenza dei comunisti, che si erano astenuti, ”scrive Dino Paternostro, ”lo scandalo fu grande nel mondo cattolico corleonese, ancora di più, fuori”.
La prima breve esperienza di sindaco si sarebbe conclusa presto. Il 7 Gennaio ‘62 Bruno Ridulfo si presentava dimissionario da consigliere comunale per la forte opposizione di tre esponenti democristiani della Giunta da lui presieduta (Liggio, Lisotta e Verro).
Mi fu vicino nella competizione elettorale nazionale del ‘68, alla mia prima presenza in politica, con Alongi, Migliaccio, Cimino, Cinà, La Greca, Nuara, Orlando, Alessi, Maltese, Zacco, Mangano, Contorno, D’Asaro, Purpura, Maniaci, Montadoni, Clesi, Canzoneri, Caruso, Ribisi, Mocciaro, Messeri, Milazzo, Pollichino, Giaccone, G.Tomasino.
Fummo, sin da allora, simpatizzanti del gruppo politico di Carlo Donat Cattin e di Vittorino Colombo. Organizzatori, sulla scia di Pastore, della corrente delle forze sociali della DC, poi Forze Nuove, in Sicilia con G.Conte, N.Muccioli, E.Primavera, G.Gerbino, G.Sinesio, G.Vitale, E.Russotto, L.Preti, F.Morgante, G.Maniaci, V.Purpura, M.Carlino, D.Alessi, S.Serio, N.Cavallaro.
E per una città più umana (Alongi a Palermo sperimentava, con alcuni giovani aclisti, il movimento Città per l’Uomo), ma Ridulfo era ora assorbito dalla scoperta della nuova vocazione artistica e continuava a dipingere le sue tele, a lanciare messaggi per l’ambiente, per la natura, per l’acqua, tanto necessaria alle campagne, che raccoglieva nei laghi sognati, trasposti nelle tele, ed esposti nelle sale comunali, come speranze di lavoro, di sviluppo e di innovazione in agricoltura.
Era tornato in Banca, dopo l’esperienza d’amministratore comunale e per noi non era più il politico, ma il pittore dei tramonti, dei paesaggi naturali, esplosione di vita, il laico cattolico fervente e generoso, il cantore della vita che muta ad ogni stagione.
Nel suo orizzonte pittorico: I Pini rossi al tramonto per il sole ed il sangue sparso nelle campagne della strada provinciale Palermo Corleone Agrigento, i boschi verdi di Ficuzza, le greggi di Rocca Busambra e di Godrano, (il paese del poeta Giardina, del critico d’arte Carbone, dove avrebbe fatto sosta da Parroco Don Pino Puglisi), il paesaggio nevoso di Chiosi, nelle cui vicinanze insedia un suo laboratorio pittorico, le agavi della Sicilia ambiziosa, superbe della non curanza ed i campi gialli, rossi, azzurri di fiori senza colture ,delle brevi primavere del territorio dei Sicani.
La vita di Ridulfo, da giovanissimo educato nell’azione cattolica, era stata cadenzata dagli studi classici al liceo Guido Baccelli di Corleone (dove insegnavano G.Colletto, V.Mancuso, P.Mondello, G.Spatafora, G.Di Giorgio, ) e poi da quelli universitari presso la Facoltà di Legge di Palermo e quindi dal lavoro presso il Banco di Sicilia.
Lavoro, azione cattolica e poi, come sport intellettuale, quando anche il bisogno lo aiutò a scoprire la vocazione dell’arte pittorica, l’amore per il bello, per i cieli sereni, confusi con il mare, a dare speranza e serenità al lavoro duro e faticoso d’ogni giorno, a quello dei custodi dei greggi, che amava dipingere tra siepi di ginestre fiorite.
Sant’Agostino e San Tommaso i suoi autori preferiti. La sua filosofia, il Creato e la fede nel Creatore, la sua vita l’incontro con il suo prossimo, generoso e dialogante, le sue ferie a visitare
I sacerdoti che gli erano stati vicini ed ora erano pastori in diverse diocesi.
Ammirava a Monreale presso il centro della diocesi che frequentava, gli studi e l’attività del maestro pittore Benedetto Messina, che aveva conosciuto nell’azione cattolica, assieme a Bino Li Calsi, Pino Viola, Franco Mortillaro, Mario Cinà, Ferdinando Russo, Giovanni Labruzzo, Antonio Vaccaro, Pino Giacopelli, Salvatore Mangano, Francesco Riccobono, Rocco Campanella, Ignazio Sgarlata, Nino Mancuso, Domenico Cavarretta, Vincenzo Ciacciofera, e con loro, Greco,Terzo,Terruso, Vaglica, Mortilaro, Sirchia, artisti, poeti, musici, saggi e coraggiosi amministratori.
Apprezzava il maestro Pippo Rizzo, suo compaesano, adoratore della legalità, che racchiudeva e rappresentava nei carabinieri in divisa, il presidio della sicurezza e dell’ordine ed il giovane concittadino Biagio Governali, scultore di valore, che nelle piazze dell’Isola ricordava gli emigranti ed i santi del nostro tempo, ed era presente, senza gelosie, ma con consigli e richiami alle mostre dei giovani artisti corleonesi suoi emuli.
Rivedere in una mostra antologica, nella sua Corleone, una parte delle sue opere, per iniziativa dell’amministrazione di cui è stato un solerte appassionato operatore culturale e politico, sognatore di una nuova primavera e di un progetto di libertà e di partecipazione, faticosamente portato avanti,sarà un invito ad apprezzare e scoprire maggiormente il lavoro dell’artista che c’è in tutti noi, nascosto come, per anni, in Bruno Ridulfo e che può svelarsi nel bisogno, come nell’impegno, di ciascuno un contributo alla scoperta a fare ciò a cui si è vocati.
E quanti sono in possesso di opere dell’artista corleonese potranno farsi promotori e collaboratori di una tale timida proposta.
Terramia può anche in tale occasione partecipare alla settimana della cultura segnalando al Comune di Corleone ed all’associazionismo di detta città quanti tra i lettori hanno conosciuto il laico dell’azione cattolica che visse per l’arte e per l’impegno religioso e sociale.
Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it
1)D.Paternostro,L’antimafia sconosciuta Corleone (1893-1993,Prefazione di Luciano Violante-Editrice la Zisa,1994
2)F.Russo ,Patricia Falcone in http://www.vivienna.it, del 2009.o in http://www.google.it alla voce Patricia Falcone ed in http://www.maik07.wordpress.com
3)G.Cerasa in La repubblica del 6-10-85)
4)D.Paternostro,Città nuove-Corleone-Il giornale on.line della zona del Corleonese
5)F.Russo ,in Benedetto Messina in http://www.google.it ,in http://www.vivienna.it
6)F.Russo , Nelle terre sicane e del Belice alla ricerca di un grande artista in http://www.orizzontisicani.it
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