IL DUOMO di MONREALE.Lo splendore dei mosaici.

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A quasi tre anni dalla morte,tanto repentina quanto eccessivamente improvvisa….., dell’Arcivescovo di Monreale Mons.Cataldo Naro,avvenuta il 29-09-2006,vede la luce un altro volume dedicato allo splendore dei mosaici del Duomo di Monreale in cui Cataldo Naro ebbe la sua “cattedra” come Pastore e Maestro per circa quattro anni.

L’Arcivescovo Naro fu un grandissimo estimatore del significato teologico,biblico-catechetico,artistico,liturgico-mistagogico del duomo e dei sui meravigliosi mosaici che il Re normanno Guglielmo II fece costruire.

Mons.Naro fece,davvero,tanto per rilanciare il significato spirituale e storico culturale del “suo” amato Duomo come luogo di preghiera,personale e comunitaria e d’incontro con il Cristo Risorto e Pantocratore della chiesa locale. Cristo come alfa e omega,il principio e la ricapitolazione,Colui che E’,prima del tempo,che si è fatto carne e che ritornerà,alla fine dei tempi,a giudicare i vivi e i morti:il suo regno non avrà fine!

I testi del  volume, edito da Itaca libri, sono curati da David Abulafia e Massimo Naro.La presentazione,postuma,è dello stesso Mons.Cataldo Naro.

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 Un patrimonio artistico di eccezionale bellezza mai documentato prima d’ora con tale ampiezza di immagini, realizzate mediante una apposita campagna fotografica e strumenti tecnici all’avanguardia. 

Il duomo di Monreale è una delle testimonianze più impressionanti di quella stagione artistica straordinaria che la Sicilia visse nel XII secolo. 
Sulle pareti del duomo si snoda un ciclo musivo, conservatosi pressoché intatto, che racconta la storia della salvezza, dalla creazione del mondo alla resurrezione di Cristo, in un percorso che ha alle sue estremità le due figure imponenti del Cristo pantocratore dell’abside, le cui braccia si aprono in un abbraccio commovente che accoglie il fedele lasciandolo senza parole, e della Vergine nella controfacciata, la cui maternità è segno perenne del rinnovarsi della presenza di Cristo che accompagna la vita degli uomini, posto genialmente sopra la porta attraverso la quale i fedeli lasciano la basilica per portare nel mondo la loro speranza.
Oltre alla sequenza narrativa vetero e neotestamentaria, le pareti della basilica ospitano una impressionante serie di ritratti di santi, testimonianze perenni della vita della Chiesa. Anche in questo caso, la loro collocazione rivela un progetto geniale: 
se infatti le absidi laterali ospitano i due capisaldi della fede cristiana, Pietro e Paolo, lungo le pareti del presbiterio e nei sottarchi delle navate si susseguono figure intere, busti e volti di monaci, vescovi, laici, eremiti, uomini e donne che hanno testimoniato la loro fede, chiesa trionfante sempre più vicina alla chiesa militante che affolla ogni giorno la chiesa, per concludersi nella controfacciata, accanto alla figura di Maria, con gli esempi più vicini alla gente di Monreale, Cassio, Casto e Castrense, i “loro” santi. 
Il ciclo musivo di Monreale dispiega così un inno alla Chiesa di eccezionale bellezza. 
«Il duomo di Monreale mostra tutta la sua bellezza quando vi si celebra la liturgia. È stato costruito per la liturgia. E per una liturgia regalmente solenne. È nel momento liturgico che esso appare davvero una reggia, una bellissima reggia, una regale casa di Dio, in cui si celebrano i divini misteri e sulle cui pareti si leggono i racconti della Bibbia, le storie di Dio. Tutto vi dice la presenza del Cristo risorto. Tutto aiuta a farsi presenti alla Divina Presenza. Il mondo di Dio e il mondo degli uomini vi appaiono contigui. Chi lo progettò e ne ideò i cicli musivi aveva molto vivo il senso della trascendenza
di Dio e, insieme, della regalità divina di Gesù Cristo, il Figlio eterno di Dio fattosi uomo e morto e risorto per la nostra salvezza.»
S.E. Mons. Cataldo Naro

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 Testi di David Abulafia e Massimo Naro
Presentazione di Cataldo Naro
Curatore campagna fotografica: Giovanni Chiaramonte
Fotografi: Daniele De Lonti, Santo Eduardo Di Miceli, Jurij Gallegra

“SICILIA,LA BELLEZZA TI SALVERA'”(Davide Maria Turoldo)

Prefazione di

Salvatore Leonarda

Non mancano le guide che danno un primo orientamento al visitatore o le pubblicazioni che, in maniera monografica, illustrano i diversi aspetti del monumento; se D. B. Gravina offre gli elementi essenziali della storia del duomo, con splendide tavole che presentano la complessa articolazione della costruzione; e E. Kitzinger evidenzia la peculiaritò siculo-bizantina dei mosaici di Monreale, nati dalla collaborazione di maestranze greche e siciliane; altre pubblicazioni sottolineano il caratterizzarsi del duomo di Monreale all ‘interno dell ‘architettura normanna (W Kronig), o propongono letture analitiche di singoli elementi: la porta di Bonanno Pisano (W Melczer, il chiostro (R. Salvini), il rapporto scrittura-immagine (S. Leonarda, A. Lipari,); per non dire delle ricerche che, soprattutto in ambito universitario, hanno evidenziato la qualità estetica o gli aspetti di cultura materiale e così via. Nonostante l‘ampiezza della produzione e la varietà dei contributi, ci permettiamo di evidenziare che al momento sentiamo il bisogno di una lettura complessiva, che ripercorra le date più significative della fabbrica, faccia emergere le scelte progettuali della costruzione con particolare attenzione al funzionamento ed alla simbolica della luce, ed il programma iconografico sotteso alla narrazione.

Il volume Architetture di luce e icona intende contribuire al suddetto approccio complessivo che aiuti il visitatore ad orientarsi, sul piano storico, nell’individuare le trasformazioni significative subite dal duomo nel corso dei secoli; sul piano architettonico. nel cogliere lo strutturarsi della costruzione secondo 1 ‘orientamento esterno ed interno verso la luce solare; sul piano iconografico, nell’individuare la logica (teo-logica,) sottesa allo splendore di tutto il manto musivo, che nel Pantokrator trova il suo punto principiante alpha e ricapitolativi ornega; tutto questo viene offerto al fine di superare la lettura “casuale” del visitatore (spesso disorientato dentro l ‘esplosione di luce e di immagini) e di accompagnare il suo sguardo dentro il coerente movimento della costruzione.

 

a. Il primo contributo evidenzia le tappe più importanti che hanno segnato la fabbrica dal suo sorgere, per iniziativa del re Guglielmo II e la collaborazione dei cento monaci benedettini venuti da Cava dei Tirreni, con gli interventi successivi, alcuni dei quali hanno stravolto l’immagine originaria del duomo (la rimozione del portico esterno e della cappella interna del Battista col battistero e l’ambone…); il tutto viene presentato con rigoroso apparato documentario nel prezioso saggio di A. Belfiore; l’autore, dopo anni di ricerca, può finalmente offrire al lettori la messa a punto della storia della fabbrica, in continuità e sviluppo delle acquisizioni storiche precedenti.

 

b. L’organizzazione di tutta la costruzione risponde ad una rigorosa organizzazione della spazialità secondo geometrie ad ascendenza “celeste “; il suo orientamento ad est, connotato cristologicamente, viene ulteriormente specificato con gli orientamenti. delle pietre angolari ai punti di levata delle principali feste della Madonna e di S. Giovanni Battista; ciò avviene facendo tesoro della cultura costruttiva della grande tradizione antica della gnomonica (rito di fondazione e Analemma di Vitruvio); l’illuminazione interna della chiesa segue i corrispondenti momenti dell’anno liturgico. Il saggio di A. Di Bennardo, con competenza e puntiglio, porta alla luce, per la prima volta, tutto questo intreccio tra spazialità, orientamento e luce.

 

c. Una logica stringente presiede al grandioso programma iconografico che, in una sorta di microcosmo interpretato salvificamente, riesce a coniugare narrazione biblica e visione estetica . Il rivestimento musivo prende il via dal Pantocratore, che costituisce il punto alpha e omega di tutta la storia sacra; nel duplice movimento orizzontale e verticale, il tutto trova la sua ricapitolazione nella persona di Gesò Cristo, Dio e uomo nel quale si congiungono indissolubilmente, nel sigillo del mistero e della bellezza, la natura, la storia, la grazia. Il saggio di C. Scordato, con pertinenza teologica, privilegia l’ermeneutica biblico-liturgica, che consente di cogliere il principio ispiratore ed unificante che presiede a tutta la costruzione, ma anche la diversa articolazione di tutti gli elementi compositivi.

 

d. Il volume è arricchito dalla Pianta, che riproduce il complesso guglielmino nell ‘anno 1590; G. Schirò, che l’aveva rinvenuta casualmente nella Biblioteca Vaticana, finalmente la presenta con tutto il suo apparato critico e proponendo la trascrizione delle informazioni ivi presenti.

La complessità costruttiva del duomo trova, però, la sua risoluzione più illuminante nella connotazione liturgica del luogo di culto; la chiesa è stata costruita per la celebrazione del mistero della salvezza, sperimentata nell ‘azione sacramentale e nella celebrazione dell ‘ufficio divino monastico; da questo punto di vista può essere colta la circolarità tra le circostanze storiche della costruzione il dato costruttivo e l‘avvenimento liturgico; in questo orizzonte interpretativo la storia rivive nella pietra e nell’oro, la bellezza dei mosaici offre immagini e splendore alla celebrazione e la celebrazione dà contenuto salvifico alla narrazione biblica ed all’esperienza della bellezza!

Con piacere presentiamo questo libro, che, aprendoci gli occhi e il cuore su uno dei monumenti più belli dell‘arte cristiana, non può che portare lustro ulteriore alla nostra collana; mi felicito con gli Autori così precisi e attenti… nel far parlare le pietre!

San Martino delle Scale

15 agosto 2004

Presentate le tavole del Gravina….

Venerdì 23 Maggio,nel tardo pomeriggio,presso il teatro “Margherita” in Caltanissetta,per festeggiare il 75° anniversario della fondazione dell’editrice nissena “LUSSOGRAFICA”,è stato presentato il volume contenente la ristampa delle tavole cromolitografiche dei mosaici del duomo normanno di Monreale, create, a metà del 1800, dall’abate Domenico Gravina.Ora dedicato alla memoria di Mons.Cataldo Naro,Arcivescovo di Monreale, e, anche per questo, pubblicato nella collana “Scrinia” del centro studi “A.Cammarata”, fondato dall’allora  giovane prete Aldo Naro, 25 anni fa. L’iniziativa della ristampa delle tavole del Gravina, nacque allorquando Mons.Naro,divenuto arcivescovo di Monreale,scoprì l’esistenza dei due volumi dell’abate benedettino ritraenti gli splendidi mosaici del duomo di Monreale e concordò, con l’editore Granata, la ristampa degli stessi. In corso d’opera avvenne l’improvvisa dipartita di Mons.Naro. L’editore non abbandonò il progetto di ristampa della sublime opera del Gravina che è stata portata a termine per rispettare un grande desiderio dell’amico Mons.Naro e per questo motivo a Lui dedicata e stampata presso il Centro Studi “Cammarata”.A presentare la preziosa ristampa sono intervenuti il Prof.Paolucci,direttore dei Musei Vaticani e il Cardinale Camillo Ruini,vicario del Papa per la diocesi di Roma. A moderare l’incontro il direttore delle edizioni vaticane don Costa. Dinnanzi ad un folto pubblico di amici dell’editore Granata e di Mons.Naro,costituito da autorità religiose,civili,militari(tra cui l’Arcivescovo di Monreale Mons.Salvatore Di Cristina e il sindaco Toti Gullo) e da tanta gente comune,Il Prof.Paolucci,già ministro dei beni culturali nel governo Dini, ha presentato,con la sua grande competenza, la grandezza teologica,artistica e catechetica dei mosaici di Monreale.Diecimila metri quadri di mosaici che attestano la straordinaria grandezza del messaggio cristiano e che fanno del duomo normanno una realtà internazionale,un esempio di fede di Guglielmo II e una mediazione del messaggio cristiano i cui valori,da 2000 anni,danno vita ad una infinità di opere d’arte, finalizzate alla testimonianza dell’evento salvifico e alla trasmissione dello stesso,lungo i secoli, da una generazione all’altra. Oggi,in cui queste grandi realtà,sono primariamente oggetto di mete turistiche,come scriveva lo stesso Mons.Naro,urge il fatto di riportarle al centro dell’attenzione soprattutto per il loro grande valore teologico-catechetico e MISTAGOGICO. Cioè la contemplazione della Bellezza( mosaicale per Monreale),unitamente alla grande celebrazione liturgico-sacramentale della vita della Chiesa,consente ai fedeli di porre in essere una vera e autentica relazione con il mistero salvifico di Dio fattosi uomo. Tutto ciò fu colto dal grande teologo Romano Guardini,maestro di Papa Benedetto XVI,che visitò il duomo normanno nei giorni del triduo pasquale del 1929 e ne racconto nel suo “Viaggio in Sicilia”.

Lo visitò nei giorni della Settimana Santa: il giovedì durante la messa crismale e il sabato, durante la veglia che all’epoca si celebrava di mattina.
L’ arcivescovo di Monreale, Cataldo Naro, ha ripreso quel racconto di Guardini dall’originale tedesco, l’ha tradotto e l’ha riproposto ai fedeli all’interno di una lettera pastorale dal titolo “Amiamo la nostra Chiesa”, come a far da guida alle celebrazioni liturgiche d’oggi.
In quella pagina, il grande teologo tedesco scrisse tutto il suo stupore per la bellezza della basilica di Monreale e lo splendore dei suoi mosaici.
Ma, soprattutto, scrisse d’essere stato colpito dai fedeli che assistevano al rito, dal loro “vivere-nello-sguardo”, dalla “compenetrazione” tra questo popolo e le figure dei mosaici, che da esso prendevano vita e movimento.
“Gli sembrò – nota l’arcivescovo Naro nella lettera pastorale – che quel popolo sperimentasse un modo esemplare di celebrare la liturgia: con la visione”. La basilica di Monreale, capolavoro dell’arte normanna del XII secolo, ha le pareti interamente rivestite da mosaici a fondo d’oro con le storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, gli angeli e i santi, i profeti e gli apostoli, i vescovi e i re, e il Cristo “Pantocrator”, reggitore di tutto, che dall’abside avvolge con la sua luce, il suo sguardo, la sua potenza il popolo cristiano.

L’intervento del Cardinale Ruini,ha sottolineato,invece,la straordinaria personalità di Mons.Naro,fine storico,studioso del cattolicesimo popolare e di tutto quel movimento innovatore che scaturì dalla “Rerum Novarum”, di Leone XIII,che determinò,anche in Sicilia,una miriade di iniziative di carattere spirituale,culturale e caritativo-assistenziale. Anticipatore del Progetto culturale della Chiesa in Italia, grazie proprio alla fondazione del centro-studi “Cammarata” nel 1983.Inoltre,il Card.Ruini ha sottolineato la grande amicizia che nacque con Mons.Naro:un siciliano vero conoscitore della sua terra che gli ha dato la possibilità di conoscere tante cose della Sicilia e di superare tanti luoghi comuni e stereotipi che non rispecchiano la vera identità dei siciliani.Infine,l’alto prelato,ha tracciato un profilo spirituale di Mons.Naro,sacerdote e Vescovo secondo il cuore di Dio e ubbidiente alla Chiesa che ha amato e servito profondamente, nella diocesi nissena,nel grande lavoro svolto alla facoltà teologica di Sicilia,nel grande, autentico e innovativo contributo dato alla Chiesa italiana attraverso il progetto culturale ed altro e, soprattutto, nella realtà sponsale della diocesi monrealese affidata alla sua guida pastorale, dal 18 ottobre del 2002 sino al giorno della sua morte avvenuta il 29 Settembre del 2006.Ruini ha invitato ad accettare la morte-prematura ed inaspettata- del presule, come segno del progetto di Dio e lavorare per raccogliere i frutti copiosi del grande lavoro svolto da Mons.Naro.

L’edizione Lussografica,nei suoi 75 anni di vita,ha dato un grande contributo allo sviluppo del territorio nisseno,ponendo in essere una grande mediazione tra le varie realtà presenti nel territorio e la loro anima,ossia la cultura.Per la circostanza,il pittore partinicese Prof.Gaetano Porcasi,persona estremamente sensibile a creare, con il suo estro pittorico, percorsi artistico culturali finalizzati al RICORDO delle vittime della mafia e non solo,ha dato vita a due opere pittoriche raffiguranti, rispettivamente, la processione della “Real Maestranza” di Caltanissetta e un ritratto, davvero commovente, di Mons.Naro che sono stati omaggiati al Prof.Paolucci e al Cardinale Ruini.Inoltre, il pittore Porcasi,sempre nella medesima circostanza,ha regalato due litografie, trattate ad olio,raffiguranti Giovanni Paolo II, al vescovo di Caltanissetta Mons.Mario Russotto e a Don Costa.Per ricordare la circostanza verrà realizzato anche un DVD per chi fosse interessato a vedere tutta la manifestazione.