Tesori d’Arte a Bisacquino. Di Rosalia Francesca Margiotta.

Ascoltai, per la prima volta, il nome della cittadina di Bisacquino all’età di 11 anni poichè il mio docente di musica proveniva da li, il Prof.Ragusa Salvatore. Da allora non dimenticai più il nome di Bisacquino. Dopo tanto tempo ho avuto modo di visitare questa straordinaria cittadina,dall’impianto architettonico arabo, invasa da una quiete straordinaria e da una forte cordialità dei suoi cittadini. Ci andai per la prima volta parecchi anni or sono per vedere e fotografare la straordinaria processione del SS. Crocifisso,il 3 di maggio di ogni anno. Un’enorme vara lignea, contenente la statua del Crocifisso, del peso di circa 7 quintali portata a spalla per le vie tortuose del paese da circa 50 confrati. Da allora ci sono ritornato parecchie volte e sempre con grande piacere. Avendo avuto tra le mani il prezioso volume della dottoressa Rosalia Francesca Margiotta, ho avuto modo di apprezzare un lavoro ben fatto sui tesori d’arte presenti nelle 11 chiese di Bisacquino. Un patrimonio artistico-religioso davvero immenso e ben conservato che fanno di Bisacquino una punta di diamante nel panorama del pesaggio artistico-religioso dell’arcidiocesi di Monreale. Il volume della Margiotta è la logica prosecuzione della sua tesi di laurea dedicata alle “Suppellettili liturgiche delle Chiese di Bisacquino” con cui raccoglieva e studiava per la prima volta quasi tutta l’argenteria sacra di quel centro dell’entroterra palermitano. Il viaggio della Margiotta nel suo paese natio inizia attraverso le chiese aperte al culto le quali custodiscono un patrimonio artistico-religioso che testimonia la “Traditio Fidei”,ossia la trasmissione della fede cattolica da una generazione all’altra. Tale tradizione ha prodotto un gran numero di opere d’arte sacra,oggetto di fede e suppellettile liturgica. Ad oggi la forte identità bisacquinese conserva scrupolosamente la sua traditio e sociale e religiosa,al punto tale da fare di Bisacquino una sorta di “Museo diffuso”. Il concetto di Museo diffuso,scrive mons. Giancarlo Santi, ” è una categoria che tiene conto in primo luogo della fisionomia della Chiesa, quale  realtà fortemente radicata e capillarmente diffusa nel territorio”. I valori della fede cattolica hanno ispirato decine e decine di artisti e hanno dato una identità storico-culturale, oltre che religiosa, alle nostre popolazioni. Una identità che ha Bisacquino si conserva quasi intatta.Il prezioso volume pubblicato da Salvatore Sciascia editore, fa parte della collana di studi Quaderni di Museologia e Storia del collezionismo diretta dalla Prof.ssa Maria Concetta Di Natale