Giuliana(Pa):nel paese dei centenari!

INCONTRI A.G.MARCHESE

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 NEL PAESE DEI CENTENARI, A GIULIANA ,UN MEDICO LETTERATO NE STUDIA LA VITA

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Di Ferdinando Russo

Antonino Giuseppe Marchese, il medico scrittore di storie e di uomini illustri del Corleonese e uno dei maggiori studiosi delle civiltà municipali della  Sicilia contemporanea, di cui ci siamo occupati anche recentemente,nella presentazione del volume  sui  Conti Civici del Comune di Giuliana dell’Ottocento,(1) e prima con “Peppe Russo”,l’eterno rivoluzionario, (3)torna puntualmente a sorprenderci  con un saggio dal titolo : “Una  vita da eroe”(4),nel paese dei centenari.

Giuliana, il paese (5) a pochi chilometri dai siti archeologici di Entella e di Adranone, che ha ospitato Federico II, Federico III, Eleonora D’Aragona, con il suo castello restaurato di epoca federiciana e il Monastero adiacente degli Olivetani e vicina a S. Maria del Bosco, vanta un primato invidiato e non del tutto noto, quello del numero dei centenari.

<Questo Comune>, scrive Marchese, <detiene il primato nazionale, tra i comuni d’Italia, per percentuale di longevi, ”over 85”sulla popolazione residente, seguito dai comuni (confinanti) di Bisacquino e di Sambuca di Sicilia, ricadenti nell’area occidentale dei monti Sicani, alle falde del monte Genuardo (m.1180), il “-Paradiso della terra “ (gen-nart al-ard) degli Arabi.>.

 E’ diventato così meta di studiosi delle Università e di naturalisti che affollano le sale del Castello alla scoperta dei segreti ambientali e genetici, per vivere cento e più anni.

Gli ultimi a tenere la loro Assemblea associativa ordinaria nelle sale del castello sono stati i soci della Syqillyàh di Catania, (6) che hanno popolato le strade del centro storico del paese, provenienti dall’intera Sicilia ed hanno svolto il loro congresso, in larga parte nelle assolate terrazze, che si proiettano nella valle del Sosio . (7)

E nel castello, che si offre alla riflessione e ai dibattiti sull’ambiente, sulla natura incontaminata, sui temi dell’economia del sud, della legalità e della globalizzazione sono risuonati i temi dell’attualita’ culturale e sociale, presentati da A. Cavadi, M.Pallante, T.Perna, P,Paletti, M.Angelini, S.Scuto ,Luzzi, e altri relatori.

Il nuovo saggio dello storico Marchese, tra microstoria e macrostoria, prende le mosse dal centenario di Nicolò Catalano, nato a Giuliana il 17-03-1909 e la cui vita ripercorre le avventurose tappe del Novecento italiano. –

Quella di Nicolò Catalano è <Una vita condotta con coerenza morale e lealtà di cittadino>, scrive l’autore nella premessa, <che ha visto il susseguirsi in Italia di tre modelli politici, quello liberale, quello fascista e quello democratico – repubblicano,credendo ciecamente nelle utopie e nei messianismi ,propagandati dal Duce>.

Eppure il nostro eroe umile del sud, nato a Giuliana e vissuto per larga parte della gioventù lungo i deserti africani inseguendo le avventure colonialiste di Mussolini, che fanno da cornice alle peripezie militari del protagonista tra le due guerre, alla ricerca disperata di un lavoro, <è una persona buona e cortese, di una cortesia sofisticata, che tradisce le sue origini contadine>.

La storia degli umili trova un altro cantore in A.G.Marchese, che allarga l’orizzonte dei suoi interlocutori,che costruiscono  la storia di Giuliana e di cui Marchese recupera valori e disvalori,con  scrupolosa fedeltà  alla verità-.

Questa volta il medico letterato si fa attento e minuzioso osservatore di Nicolò Catalano, lo relaziona agli uomini della terza e quarta età e ne scruta i segreti più reconditi, ne ordina le carte, i documenti, gli stili di vita,il pensiero ,la fine ironia critica sulla realtà locale

Catalano, è <u zzu Cola, mastru Cola, gni Cola, e talvolta don Cola >, come lo conoscono i compaesani giulianesi, quasi a indicare la sua popolare crescita nel lavoro e nella reputazione, è l’intellettuale povero, il lavoratore tutto dedito alla famiglia, anche quando da disoccupato gli si chiudono le strade dell’emigrazione tradizionale, che sarà possibile ai suoi figli ma non a lui, volontario in camicia nera per conquistare un pezzo di pane, che invierà alla mamma a Giuliana, ove vive il resto della famiglia.

Un altro tipo di emigrazione forzata e pericolosa ma accettata come da parte di tutti gli emigranti giulianesi, con spirito di sacrificio, di lealtà, di dovere verso il lavoro, la famiglia e la patria.

Oggi Catalano è la persona più anziana di Giuliana, seguito dal primato del sig. Pietro Musso, residente a New York sin dal 1926, più giovane di lui (si fa per dire) di 14 giorni, essendo nato il !° aprile, dopo che il 13 novembre 2008 è morta, all’età di anni 101 e giorni 96,la signora Anna Petralia.

E così Marchese s’imbatte nei centenari della quarta età, nei numerosi cittadini di Giuliana che raggiungono la felice età dei cento anni, senza neppure costare molto, come talvolta si pensa alle strutture sanitarie, alla spesa farmaceutica e smentendo la favola dell’alto costo sociale degli anziani.

L’autore del saggio è un attento osservatore dei centenari, li scopre negli archivi parrocchiali e del Comune, verifica i dati dell’Istat che fanno di Giuliana il paese con più centenari, collabora presentando e studiando tra le persone di Giuliana i centenari Anna Petralia, le figlie di Santo Ambulo, Gaetana Purrazzella e svela i primi dati della ricerca, che conduce l’Università di Palermo, attraverso l’iniziativa sulle cellule immunitarie del gruppo “linfociti b nativi”.

Tale studio ha impegnato un pool di ricercatori, diretti dal prof.Calogero Caruso, ordinario di patologia generale della facoltà di medicina e chirurgia-dell’Università di Palermo.

Alla ricerca ha collaborato, con l’autore, l’ufficiale sanitario dott. Salvatore Marchese e la prof.biologa molecolare Sonia Vasta, nominata (con R. Schifani, R. La Galla, M. Russo,)tra i dieci protagonisti palermitani dell’anno 2008 ed invitata con il suo gruppo di ricerca a Los Angelos,nel giugno del 2008,come unica studiosa,proveniente dall’Europa a presentare dei risultati relativi alla senescenza  giulianese.

Lo studio sulla immunosenescenza è stato ,quindi,presentato di recente negli Stati uniti  e pubblicato sulla rivista  britannica “New Scientist.

La lunga vita dei centenari siciliani studiati risiederebbe n elle cellule immunitarie del gruppo “linfociti b nativi”, <che rappresentano per il Prof. Caruso<una delle forme di protezione del nostro organismo nei confronti delle malattie di origine infettiva>.

Il medico dei centenari collabora intanto con l’università e attende i risultati degli altri studi intrapresi dalla prof.ssa Vasta e continua a scrutare nelle diete, nell’ambiente, nei geni familiari, nei lavori quotidiani, nella resistenza umana alle disavventure come quelle affrontate dal protagonista.-.

Gli amici anziani dei familiari di Catalano che vivono negli USA, dopo aver letto il saggio di Marchese cominciano a pensare di vivere da pensionati nel paese, che ha dato loro i natali, e i primi emigrati sognano il ritorno in Sicilia.

E il comune si appresta a ospitarli, -favorendo la ristrutturazione delle case terremotate, non ancora abitabili e proponendo una rivisitazione del centro storico e delle venti chiese cittadine visitate dal grande viaggiatore francese del Grand Tour Jean Houel.

Il Presidente dell’Opera pia Buttafuoco Tomasini, Prof.Giuseppe Scaturro, segretario diocesano delle confraternite laicali, ha progettato, intanto, la ristrutturazione del Monastero degli Olivetani, in stretto rapporto urbanistico con il castello di Federico, che potrà ospitare in estate circa settanta anziani per un turismo salutare per la terza e quarta età, ed ha presentato il progetto di restauro e conservazione dell’ampio edificio monumentale, per il quale si attende l’intervento dell’Assessorato ai beni Culturali e dell’Assessorato alla famiglia, per i primi urgenti interventi e per l’utilizzo di una parte dell’edificio in un progetto di Casa-Famiglia.

E così anche una riflessione su un centenario vivente, che ha studiato nella prigionia in Africa meridionale, recuperando gli studi elementari, non compiuti a Giuliana, può diventar e uno stimolo per cogliere i segreti dei centenari e per farne un dossier, così che gli abitanti di oggi e gli utilizzatori di domani possano vivere meglio e più a lungo.

Abitare a Giuliana può diventare una speranza di vita e non mancano le iniziative agrituristiche nel territorio e nei comuni viciniori, mentre numerose sono già le abitazioni, che si offrono a quanti, alla ricerca di un ambiente salubre, intendano trasferirsi nella residenza degli imperatori Federiciani e degli Aragonesi, alle porte dei siti archeologici di Adranone ed Entella ,già scelti dai Selinuntini e dagli Elimi e prima dai Sicani per la sicurezza,il clima,la salubrità dei luoghi,indenni anche dalla malaria, se ancora oggi i discendenti del terzo millennio  hanno  una costituzione genetica che rende loro la vita immune da alcune  malattie infettive. –

Ferdinando Russo

onnandorusso@libero.it

 

(1)A.G.Marchese . I conti civici di Giuliana (1784-1810) –Ila Palma Mazzone

2)F. Russo in http://www.maik7.wordpress.com/2008/11/20

3)F.Russo in Peppe Russo di Giuliana,Un servizio ai contadini di Sicilia in CNTN Anno VII N.40-Giugno 2007

3)A, G. Marchese, Una vita da eroe – Nicolò Catalano e il suo secolo (1909-2009-)Edizione fuori commercio-distribuita dai familiari.Plumelia-Palermo-2009

5)Vedi il sito www-comune.giuliana.pa.it

6) www, Google.it cliccando http://www.siqillyàh.it

7) M.Cristina Castellucci  Per scoprire Giuliana e il suo Castello  in  la Repubblica Palermo del 3-04-2009 pag.XIV

I conti civici di Giuliana 1784-1810. Di Antonino Marchese.

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I CONTI CIVICI DI GIULIANA

1784-1810

 Di

 Ferdinando Russo

 Antonino Giuseppe Marchese,con “I Conti Civici di Giuliana “(1784-1810),pubblicato per l’Ila Palma Mazzone- Produzioni, continua, da fine storico delle comunità locali del Corleonese, la sua ricerca sulle origini dei paesi della valle del Sosio e dell’Alto Belice ,e sulla vita culturale socio-economica della sua città natale.La sua fatica storico-letteraria, mentre rende omaggio alle origini ricche di significato di Giuliana, Universitas, svolge un ruolo educativo rivolto al passato, quasi un pensiero grato agli antenati, che, con le loro virtù e con i tanti valori trasmessi, legati alla famiglia e alla vita, anche politico-amministrativa, hanno permesso a noi contemporanei di esistere.L’Amministrazione comunale, attraverso il sindaco Giuseppe Campisi, gli ha reso merito per avere portato alla luce il valore non solo dei principali monumenti, il Castello di Federico II e le chiese, ma anche le tradizioni, i culti, le sue pietre dure, il paesaggio, i suoi artisti dai Ferraro a Giacomo Santoro, a Padre Olimpio, autore del volume “Memorie antiche del Monastero di S. Maria del Bosco”,fino ai contemporanei,(la copertina de “I Conti civici” è di una giovane artista di Giuliana, Anna Iannazzo).A.G.Marchese,nei suoi scritti non ha trascurato la letteratura popolare, attenzionando uomini e figure politiche di interesse come quella di Peppe Russo, dei masnadieri  di Giuliana,degli artigiani di valore come i Colletti .Da medico poi, nelle sue ricerche, non ha dimenticato figure meritevoli di memoria: i farmacisti, i medici, le ostetriche, le mammane, i barbieri, gli aromatari. Ne ha raccontate le vite nel saggio: ”Il mortaio, la bilancia e il coccodrillo sulle botteghe degli speziali nella Corleone del settecento”. Il volume ha avuto la presentazione del presidente dell’Ordine dei medici, Salvatore Amato e del prof.Aldo Gerbino.E’ nato così “Il serpente di Esculapio” su medici, chirurghi e speziali a Chiusa Sclafani nella prima età moderna, da Giovanni Filippo Ingrassia a Francesco Di Giorgio, quasi un omaggio ai tanti stimati colleghi che hanno esercitato le professioni di medico, biologo, farmacista con spirito missionario a Giuliana e a Chiusa, quali i Russo, i Bella, i Di Giorgio, Napoli, Purrazzella, Caldarera, Scaturro, Musso, di Fede.Quest’amore per l’identità storica di Giuliana, questa cura per la memoria dei suoi figli, delle arti, della vita di relazioni sociali e culturali, è testimoniato anche dalla ricca Biblioteca personale di Marchese, inaugurata da Cataldo Naro e visitata da Vittorio Sgarbi. Raccoglie tutte le ricerche effettuate e offerte per far conoscere, al mondo degli studiosi, il paese e i suoi tesori, diventati coscienza comunitaria.E’ così accresciuta l’attenzione della locale scuola alla storia, alle vicende del passato anche recente, all’ambiente, alle colture, alle caratteristiche del territorio, sulla scia di maestri esemplari come il Maestro Pietro Bella, la maestra Francesca Bella, Vincenzo Cossentino, la preside Giuseppina di Giorgio, il prof Giuseppe Martorana, la vice Preside Maria Pia Colletti Marchese. L’attaccamento alle origini e all’identità comunitaria si è così trasferito alle presenti generazioni giovanili, attraverso i docenti e i professionisti del nostro tempo, che hanno dato esempi di nuovi studi e ricerche sulla vita religiosa e politica della città. A costoro va il nostro sincero apprezzamento. Dobbiamo evidenziare, infatti, gli apporti offerti agli approfondimenti storici su uomini e avvenimenti, studiati dal professor Giuseppe Scaturro, Vincenzo Campo, Antonietta Campisi, Maria Antonietta Russo, Di Fede, e sul piano musicale dal dott. Saro Colletti, le cui composizioni creano consensi, sempre più vasti ed ispirano i giovanissimi compositori e musici della rinata banda comunale, e nuovi Gruppi musicali.

 I giovani musicisti hanno fornito prova, nell’estate del 2008, di studio e di passione musicale, degna di un paese europeo, che nella musica trova occasione di dialogo, di socializzazione, di comunicazione universale.I Laboratori Musicali, da istituire presso i complessi scolastici, diventano  così un impegno per accogliere le proposte dei giovani  che  mostrano una rinata passione per la musica.

 Lo ricordiamo all’Amministrazione che ha inserito nel suo programma culturale integrativo alle attività scolastiche i laboratori serali per la musica, le lingue, l’informatica, le tradizioni e la fotografia, il cui interesse si è manifestato, nella recente mostra fotografica, dell’artista Vincenzo Brai sugli altari popolari d’Agosto, allestiti, lungo le vie e le piazze di Giuliana.La mostra, visitata e apprezzata dall’Arcivescovo di Monreale mons. Salvatore di Cristina, ci riporta a un’altra opera del Marchese, a “I dipinti settecenteschi del Santuario della Madonna del Balzo in Bisacquino”, ispirati dalla fede e dalla devozione.

La partecipazione popolare alle serate attorno agli altari, amorevolmente allestiti e ornati nei quartieri dagli abitanti dei luoghi, è rappresentata, nelle splendide foto di Brai, che suggeriscono una pubblicazione ad hoc. Gli altari dedicati all’Assunta mostrano quanta carica culturale e religiosa, quanta devozione alla Madonna, quale identità di gruppo possono sprigionarsi dal recupero della storia, tradizioni e manifestazioni di culto della comunità. Ed è “La festa di S. Giuseppe a Giuliana “ il titolo di un’altra opera del Nostro.

Nella prefazione, Jeanne Vibaeck scrive,: <.la festa ha sempre lo scopo di dare senso all’identità di un gruppo, confermare la solidarietà attraverso la comune partecipazione ai rituali, non importa se religiosi o laici, se di nazioni,paesi o famiglie di una o più ristretta collettività costituita da quell’unico evento>.Al ripristino di questa festa e degli altari in tutti i quartieri, è seguita la recente rappresentazione storica della Castellana, organizzata dall’amministrazione comunale, dall’impegno dell’assessore al turismo Antonella Campisi, e dalla presidente del Pro Loco Rita Purrazzella.L’evento, inserito tra gli “Itinerari turistici dei castelli di Sicilia”, ha visto il coinvolgimento di una larga ed entusiasta parte della gioventù giulianese, protagonista in assoluto della manifestazione, culminata nella partecipazione a Palermo alla festa della provincia regionale.

Ricordiamo questi avvenimenti perchè largo merito va attribuito al Dott. Marchese, tra i primi a far rivivere tradizioni, culti, canti popolari e al Pro Loco, che ha saputo alimentare l’amore alle tradizioni e recuperare momenti identitari alla comunità.

Nel libro su “I Conti Civici”, Marchese lascia da parte le tradizioni per affrontare il tema della cittadinanza politica, attraverso uno degli atti più espressivi, quello del bilancio annuale per i servizi resi dalle amministrazioni alla comunità. Il volume, presentato nei primi cento giorni della nuova amministrazione comunale, recupera il tema della partecipazione politica, partendo da lontano, con un affondo sulla situazione sociale di Giuliana, prima dell’unità d’Italia.In questa comunità, ha imparato a far politica, la generazione postbellica, accompagnata e preceduta dall’esperienza d’illustri concittadini sindaci e vice sindaci: il farmacista Ignazio Russo, il Dott.Ernesto Bella, il sig. Mariano Cicchirillo, il Cav.Luciano D’Asaro, il dott.Giuseppe Iannazzo,il sig.Franco Quartararo,Giuseppe Arcuri,il Geom.Vincenzo Martorana  ed i vice  Salvatore Cutrone, Marcianti ,Campisi,Rizzuto.

I nomi  riportati da Marchese, nel saggio  presentato dal Sindaco Giuseppe Campisi,dall’assessore alla cultura Antonella Campisi ,dal Prof.Giuseppe Bonaffini, dall’assessore alla provincia regionale Dott.Porretta, con i saluti del presidente Giovanni Avanti, dell’assessore Gigi Tomasino e dell’editore Mazzone, onorano l’opera di emersione, condotta dall’autore. Si scopre  una contabilità pubblica in cui non è mai mancata la solidarietà verso i deboli. e segna le famiglie   delle generazioni vissute  oltre due secoli fa ,con alto senso civico ,ancora oggi di insegnamento a chi partecipa alla vita politica.

I Conti Civici,studiati da Marchese, hanno i confini dal 1784 al 1810.

Un primo invito che rivolgiamo all’autore è di non fermare la sua ricerca, di riprenderla e allargarla agli anni successivi, e condurla e ultimarla fino ai nostri giorni, anche per accontentare quanti desiderano, ai nostri giorni, guardare le contabilità riferenti alla vita politica degli ultimi dieci anni. Per questo proponiamo all’autore il soggetto storico, che ha sollevato,  e che ha presentato , in prima assoluta, a Giuliana.La ricerca è propedeutica e foriera di un maggiore interesse per la realizzazione degli Archivi  storici dei comuni.Marchese, come scrive nell’introduzione, <alla storia dell’uomo vuole sostituire quella più concreta di tutti gli uomini>.

E così nel libro al nostro esame, l’autore dedica alcune interessanti pagine alle donne di Giuliana, oggi in posizione rilevante nella nuova amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Campisi, e che vede Anna Colletti, vice presidente del Consiglio comunale, Antonietta Altamore, e Antonietta Campisi, tra gli assessori della nuova Giunta.Marchese rileva la presenza nei secoli, presi in esame a Giuliana, di sette donne impegnate in attività sociali di solidarietà verso i bambini senza genitori e cita la presenza delle donne “cambiste”che finanziavano il comune nei momenti di bisogno con prestiti al 5-7 per cento.

I loro cognomi sono ancora presenti a Giuliana: Marino, Alduino, Principato, Calcara, ma l’attenzione primaria di Marchese è per i nomi di coloro che ci hanno amministrato-e così <Lo storico impedisce loro di morire>.Sono i Rollo, (Mastro Leonardo Rollo), i Russo, tra i tanti cognomi che ritroviamo dei concittadini odierni: Verde,Cavallino, Calcara,Cossentino (la locanda di Tommaso Cossentino), Amodei, Musso.

Marchese mostra di avere assorbito la lezione degli storici A. Goff e Marc Bloc. Il primo scrive:<Si può affermare che tutta la storia si situa nella produzione di documenti e nella decifrazione dei documenti che chiamiamo fonti. Così s’innesca un momento della storia che è raccontato, annotata e che costituisce la memoria scritta, grande necessità dell’umanità che non vuole scomparire, riporta uomini e donne vive allo storico e lo storico impedisce loro di morire>.Forse anche per questo non sono pochi i medici come Marchese che fanno gli storici, da Pitrè al vicino dott. Di Giorgio da Chiusa Sclafani, facendo sì che gli abitanti centenari, che nelle comunità sicane che hanno il record anagrafico, possano continuare a vivere nella memoria.Block, ci ricorda Marchese, aveva individuato un flusso storico bipolare tra passato e presente nell’affermazione:<il mestiere di storico è tanto quello di comprendere il passato attraverso il presente, quanto quello di comprendere il presente attraverso il passato>.

 

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Antonino Giuseppe Marchese, I conti civici di Giuliana 1784-1810,Ila Palma,2008.