I conti civici di Giuliana 1784-1810. Di Antonino Marchese.

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I CONTI CIVICI DI GIULIANA

1784-1810

 Di

 Ferdinando Russo

 Antonino Giuseppe Marchese,con “I Conti Civici di Giuliana “(1784-1810),pubblicato per l’Ila Palma Mazzone- Produzioni, continua, da fine storico delle comunità locali del Corleonese, la sua ricerca sulle origini dei paesi della valle del Sosio e dell’Alto Belice ,e sulla vita culturale socio-economica della sua città natale.La sua fatica storico-letteraria, mentre rende omaggio alle origini ricche di significato di Giuliana, Universitas, svolge un ruolo educativo rivolto al passato, quasi un pensiero grato agli antenati, che, con le loro virtù e con i tanti valori trasmessi, legati alla famiglia e alla vita, anche politico-amministrativa, hanno permesso a noi contemporanei di esistere.L’Amministrazione comunale, attraverso il sindaco Giuseppe Campisi, gli ha reso merito per avere portato alla luce il valore non solo dei principali monumenti, il Castello di Federico II e le chiese, ma anche le tradizioni, i culti, le sue pietre dure, il paesaggio, i suoi artisti dai Ferraro a Giacomo Santoro, a Padre Olimpio, autore del volume “Memorie antiche del Monastero di S. Maria del Bosco”,fino ai contemporanei,(la copertina de “I Conti civici” è di una giovane artista di Giuliana, Anna Iannazzo).A.G.Marchese,nei suoi scritti non ha trascurato la letteratura popolare, attenzionando uomini e figure politiche di interesse come quella di Peppe Russo, dei masnadieri  di Giuliana,degli artigiani di valore come i Colletti .Da medico poi, nelle sue ricerche, non ha dimenticato figure meritevoli di memoria: i farmacisti, i medici, le ostetriche, le mammane, i barbieri, gli aromatari. Ne ha raccontate le vite nel saggio: ”Il mortaio, la bilancia e il coccodrillo sulle botteghe degli speziali nella Corleone del settecento”. Il volume ha avuto la presentazione del presidente dell’Ordine dei medici, Salvatore Amato e del prof.Aldo Gerbino.E’ nato così “Il serpente di Esculapio” su medici, chirurghi e speziali a Chiusa Sclafani nella prima età moderna, da Giovanni Filippo Ingrassia a Francesco Di Giorgio, quasi un omaggio ai tanti stimati colleghi che hanno esercitato le professioni di medico, biologo, farmacista con spirito missionario a Giuliana e a Chiusa, quali i Russo, i Bella, i Di Giorgio, Napoli, Purrazzella, Caldarera, Scaturro, Musso, di Fede.Quest’amore per l’identità storica di Giuliana, questa cura per la memoria dei suoi figli, delle arti, della vita di relazioni sociali e culturali, è testimoniato anche dalla ricca Biblioteca personale di Marchese, inaugurata da Cataldo Naro e visitata da Vittorio Sgarbi. Raccoglie tutte le ricerche effettuate e offerte per far conoscere, al mondo degli studiosi, il paese e i suoi tesori, diventati coscienza comunitaria.E’ così accresciuta l’attenzione della locale scuola alla storia, alle vicende del passato anche recente, all’ambiente, alle colture, alle caratteristiche del territorio, sulla scia di maestri esemplari come il Maestro Pietro Bella, la maestra Francesca Bella, Vincenzo Cossentino, la preside Giuseppina di Giorgio, il prof Giuseppe Martorana, la vice Preside Maria Pia Colletti Marchese. L’attaccamento alle origini e all’identità comunitaria si è così trasferito alle presenti generazioni giovanili, attraverso i docenti e i professionisti del nostro tempo, che hanno dato esempi di nuovi studi e ricerche sulla vita religiosa e politica della città. A costoro va il nostro sincero apprezzamento. Dobbiamo evidenziare, infatti, gli apporti offerti agli approfondimenti storici su uomini e avvenimenti, studiati dal professor Giuseppe Scaturro, Vincenzo Campo, Antonietta Campisi, Maria Antonietta Russo, Di Fede, e sul piano musicale dal dott. Saro Colletti, le cui composizioni creano consensi, sempre più vasti ed ispirano i giovanissimi compositori e musici della rinata banda comunale, e nuovi Gruppi musicali.

 I giovani musicisti hanno fornito prova, nell’estate del 2008, di studio e di passione musicale, degna di un paese europeo, che nella musica trova occasione di dialogo, di socializzazione, di comunicazione universale.I Laboratori Musicali, da istituire presso i complessi scolastici, diventano  così un impegno per accogliere le proposte dei giovani  che  mostrano una rinata passione per la musica.

 Lo ricordiamo all’Amministrazione che ha inserito nel suo programma culturale integrativo alle attività scolastiche i laboratori serali per la musica, le lingue, l’informatica, le tradizioni e la fotografia, il cui interesse si è manifestato, nella recente mostra fotografica, dell’artista Vincenzo Brai sugli altari popolari d’Agosto, allestiti, lungo le vie e le piazze di Giuliana.La mostra, visitata e apprezzata dall’Arcivescovo di Monreale mons. Salvatore di Cristina, ci riporta a un’altra opera del Marchese, a “I dipinti settecenteschi del Santuario della Madonna del Balzo in Bisacquino”, ispirati dalla fede e dalla devozione.

La partecipazione popolare alle serate attorno agli altari, amorevolmente allestiti e ornati nei quartieri dagli abitanti dei luoghi, è rappresentata, nelle splendide foto di Brai, che suggeriscono una pubblicazione ad hoc. Gli altari dedicati all’Assunta mostrano quanta carica culturale e religiosa, quanta devozione alla Madonna, quale identità di gruppo possono sprigionarsi dal recupero della storia, tradizioni e manifestazioni di culto della comunità. Ed è “La festa di S. Giuseppe a Giuliana “ il titolo di un’altra opera del Nostro.

Nella prefazione, Jeanne Vibaeck scrive,: <.la festa ha sempre lo scopo di dare senso all’identità di un gruppo, confermare la solidarietà attraverso la comune partecipazione ai rituali, non importa se religiosi o laici, se di nazioni,paesi o famiglie di una o più ristretta collettività costituita da quell’unico evento>.Al ripristino di questa festa e degli altari in tutti i quartieri, è seguita la recente rappresentazione storica della Castellana, organizzata dall’amministrazione comunale, dall’impegno dell’assessore al turismo Antonella Campisi, e dalla presidente del Pro Loco Rita Purrazzella.L’evento, inserito tra gli “Itinerari turistici dei castelli di Sicilia”, ha visto il coinvolgimento di una larga ed entusiasta parte della gioventù giulianese, protagonista in assoluto della manifestazione, culminata nella partecipazione a Palermo alla festa della provincia regionale.

Ricordiamo questi avvenimenti perchè largo merito va attribuito al Dott. Marchese, tra i primi a far rivivere tradizioni, culti, canti popolari e al Pro Loco, che ha saputo alimentare l’amore alle tradizioni e recuperare momenti identitari alla comunità.

Nel libro su “I Conti Civici”, Marchese lascia da parte le tradizioni per affrontare il tema della cittadinanza politica, attraverso uno degli atti più espressivi, quello del bilancio annuale per i servizi resi dalle amministrazioni alla comunità. Il volume, presentato nei primi cento giorni della nuova amministrazione comunale, recupera il tema della partecipazione politica, partendo da lontano, con un affondo sulla situazione sociale di Giuliana, prima dell’unità d’Italia.In questa comunità, ha imparato a far politica, la generazione postbellica, accompagnata e preceduta dall’esperienza d’illustri concittadini sindaci e vice sindaci: il farmacista Ignazio Russo, il Dott.Ernesto Bella, il sig. Mariano Cicchirillo, il Cav.Luciano D’Asaro, il dott.Giuseppe Iannazzo,il sig.Franco Quartararo,Giuseppe Arcuri,il Geom.Vincenzo Martorana  ed i vice  Salvatore Cutrone, Marcianti ,Campisi,Rizzuto.

I nomi  riportati da Marchese, nel saggio  presentato dal Sindaco Giuseppe Campisi,dall’assessore alla cultura Antonella Campisi ,dal Prof.Giuseppe Bonaffini, dall’assessore alla provincia regionale Dott.Porretta, con i saluti del presidente Giovanni Avanti, dell’assessore Gigi Tomasino e dell’editore Mazzone, onorano l’opera di emersione, condotta dall’autore. Si scopre  una contabilità pubblica in cui non è mai mancata la solidarietà verso i deboli. e segna le famiglie   delle generazioni vissute  oltre due secoli fa ,con alto senso civico ,ancora oggi di insegnamento a chi partecipa alla vita politica.

I Conti Civici,studiati da Marchese, hanno i confini dal 1784 al 1810.

Un primo invito che rivolgiamo all’autore è di non fermare la sua ricerca, di riprenderla e allargarla agli anni successivi, e condurla e ultimarla fino ai nostri giorni, anche per accontentare quanti desiderano, ai nostri giorni, guardare le contabilità riferenti alla vita politica degli ultimi dieci anni. Per questo proponiamo all’autore il soggetto storico, che ha sollevato,  e che ha presentato , in prima assoluta, a Giuliana.La ricerca è propedeutica e foriera di un maggiore interesse per la realizzazione degli Archivi  storici dei comuni.Marchese, come scrive nell’introduzione, <alla storia dell’uomo vuole sostituire quella più concreta di tutti gli uomini>.

E così nel libro al nostro esame, l’autore dedica alcune interessanti pagine alle donne di Giuliana, oggi in posizione rilevante nella nuova amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Campisi, e che vede Anna Colletti, vice presidente del Consiglio comunale, Antonietta Altamore, e Antonietta Campisi, tra gli assessori della nuova Giunta.Marchese rileva la presenza nei secoli, presi in esame a Giuliana, di sette donne impegnate in attività sociali di solidarietà verso i bambini senza genitori e cita la presenza delle donne “cambiste”che finanziavano il comune nei momenti di bisogno con prestiti al 5-7 per cento.

I loro cognomi sono ancora presenti a Giuliana: Marino, Alduino, Principato, Calcara, ma l’attenzione primaria di Marchese è per i nomi di coloro che ci hanno amministrato-e così <Lo storico impedisce loro di morire>.Sono i Rollo, (Mastro Leonardo Rollo), i Russo, tra i tanti cognomi che ritroviamo dei concittadini odierni: Verde,Cavallino, Calcara,Cossentino (la locanda di Tommaso Cossentino), Amodei, Musso.

Marchese mostra di avere assorbito la lezione degli storici A. Goff e Marc Bloc. Il primo scrive:<Si può affermare che tutta la storia si situa nella produzione di documenti e nella decifrazione dei documenti che chiamiamo fonti. Così s’innesca un momento della storia che è raccontato, annotata e che costituisce la memoria scritta, grande necessità dell’umanità che non vuole scomparire, riporta uomini e donne vive allo storico e lo storico impedisce loro di morire>.Forse anche per questo non sono pochi i medici come Marchese che fanno gli storici, da Pitrè al vicino dott. Di Giorgio da Chiusa Sclafani, facendo sì che gli abitanti centenari, che nelle comunità sicane che hanno il record anagrafico, possano continuare a vivere nella memoria.Block, ci ricorda Marchese, aveva individuato un flusso storico bipolare tra passato e presente nell’affermazione:<il mestiere di storico è tanto quello di comprendere il passato attraverso il presente, quanto quello di comprendere il presente attraverso il passato>.

 

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Antonino Giuseppe Marchese, I conti civici di Giuliana 1784-1810,Ila Palma,2008.

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