Saperi e Sapori….

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UN ABSTRACT DEL LIBRO

Per usare la metafora della cucina, si tratta di un pasto abbondante, con tantissime portate.
A noi piace immaginare che i lettori l’abbiano gustato come i pranzi di festa di una volta.
Ci si alzava sazi, ma non appesantiti, contenti di avere condiviso non tanto il cibo ma la gioia dello stare insieme.
Oggi questa dimensione si è un po’ perduta, ma chi ha esperienza seria di convivialità sa bene che per arrivare sazi ma non appesantiti alla fine di un lauto pasto, occorre possedere alcuni semplici “segreti”.
Il primo: non iniziare il pasto buttandosi famelicamente sugli antipasti, con abbondante uso di pane. Viceversa, il  “mangiatore saggio” assaggia di tutto, ma con moderazione, assaporando i cibi e ascoltandone i sapori.
Il secondo: usare bene l’arte del conversare, che dà il giusto ritmo al pasto, e “alleggerisce”, quasi magicamente, il cibo, perché noi ci nutriamo anche di parole, e le parole “efficaci” (non le chiacchiere) a loro volta alleggeriscono la vita quotidiana.
Terzo: il saper inframmezzare il cibo e le parole con la musica. Beate quelle tavolate dove a un certo punto salta fuori una chitarra e si comincia a cantare!
Quarto: una bella passeggiata, calma e distesa, alla fine del pasto, in cui “smaltire” quello che si è mangiato…
Se vogliamo proprio esagerare, possiamo immaginarci uno di quei pranzi delle corti medievali, di quelli che prevedevano anche i balli, oltre che i canti. Certo, di fronte alla quantità dei percorsi e delle suggestioni presentate in questo volume, sembra difficile trovare una chiave di lettura unitaria: gli stimoli sono così tanti che si fa fatica a ricondurre il tutto a unità. Eppure, a noi pare che robusti fili di unità possano essere individuati e afferrati, per cogliere il disegno che ha guidato la nostra ricerca. A partire dal titolo, proviamo a indicarne qualcuno.
I saperi.
Se mi piace una bella ragazza e non la conosco, farò di tutto per creare occasioni di conoscenza e contatto: solo in questo modo riuscirò a capire se mi piace davvero, e se lei contraccambia il mio interesse. Non c’è vero amore se non è nutrito dalla conoscenza. Ed è così per ogni attività umana, che trova il suo fondamento nell’esperienza. Io esisto e conosco il mondo a partire dal quel “mondo” così particolare che sono gli altri.
Va detto con molta onestà che nel mondo delle organizzazioni (ma si potrebbe dire lo stesso della politica, dell’economia, eccetera) molto spesso le persone non sanno quello che stanno facendo. E questo, a partire dai capi! Ci raccontava un giovane informatico: il problema di molti manager è che il più delle volte non sanno quello che stanno gestendo. In questo modo, non solo non aiutano i loro collaboratori a svolgere meglio le attività, ma addirittura gliele complicano!
Questo libro, volutamente ricco di contributi anche molto diversi tra loro, ha un primo pregio: tutti gli autori, certo con i limiti di ogni esperienza, conoscono la realtà di cui raccontano. Ne hanno fatto esperienza autentica, cogliendone il senso e cercando di ricostruirne il significato. E poiché ogni esperienza umana apre a molte altre esperienze, tutti gli autori dei diversi contributi sono appassionati ricercatori della verità. E questo ci porta alla seconda chiave di lettura del testo.
I sapori.
Se è vero quindi che non c’è autentico amore senza conoscenza, è però altrettanto vero che ogni conoscenza, se non conduce all’amore, resta vuota e priva di attrattiva.
Perché? Ecco la domanda chiave di ogni esperienza umana.
Per amare ed essere amati. Che è il vero e unico bisogno di ogni donna e ogni uomo che siano minimamente sinceri con se stessi.
Il “sapore” è ciò che dà senso alla vita propria e a quella degli altri. Il gusto, il piacere di fare.
Questo spiega perché l’uomo tende naturalmente al bene, pur essendo egli una contraddizione vivente e sperimentando la sconfitta quotidiana operata dal limite, dalla sofferenza, in definitiva dalla morte. Eppure, nel profondo dell’esperienza umana, il cuore dell’uomo anela ad amare e ad essere amato. Come ha detto il papa Giovanni Paolo II nel messaggio di inizio anno 2005: «L’amore è ciò cui anela il cuore di tutti!».
Nel mondo delle organizzazioni questa evidenza si traduce in conseguenze molto semplici e chiare: non mi interessa tanto se un’organizzazione è “efficiente”, quanto se essa è “efficace”, se produce cioè il “profitto” per cui essa vive e cresce. Il “bene” di un’organizzazione è costituito dalla capacità di essere “ordinata”, cioè di essere sempre “al lavoro”, per realizzare il più possibile armoniosamente i propri scopi. In termini gastronomici: non mi interessa se la ricetta è stata eseguita alla perfezione, mi interessa che il piatto portato in tavola sia buono al gusto e facile alla digestione! Che mi nutra e mi faccia star bene!
A noi piace poi immaginare questo libro come una grande partitura musicale, in cui suonano tanti strumenti, per far “cantare” tante note… Armonia, fatta di incontro, ma anche di scontri, di tensioni, di (ri)soluzioni cercate e trovate insieme. E qui viene fuori una terza chiave di lettura.
Il cammino, la strada.
Il sottotitolo del libro è: Idee e pratiche per umanizzare le organizzazioni.
Diventare ciò che siamo è il grande segreto delle tradizioni filosofiche e religiose dell’umanità.
Siamo portatori di una vocazione e di un destino: diventare pienamente uomini.
Il segreto di ogni attività umana è riuscire a stare sempre in contatto con la propria anima. Non dobbiamo cercare modi strani di realizzare una vita buona per noi stessi, per gli altri, per l’organizzazione cui apparteniamo e in cui viviamo. Ci basta stare ancorati alla nostra umanità.
Tornando all’esempio di prima: mi piace una bella ragazza, cerco di conoscerla; la reciproca conoscenza mi/ci fa capire se la passione è autentica; iniziamo un cammino comune. L’uomo è senza dubbio faber, perché agisce sul mondo e lo trasforma, ma è allo stesso tempo viator, perché è sempre in cammino, sempre in ricerca. Nella strada, si fa esperienza di cosa è davvero necessario, e di cosa si può tranquillamente tralasciare. Sulla strada si incontrano le persone e si realizzano le migliori iniziative: la strada come luogo fondamentale del mondo. Solo per fare un esempio, si pensi a “come” e “dove” è stata fondata la città di Roma: un luogo di commercio e di scambio, sul fiume Tevere, tra le popolazioni etrusche e latine. Così è nel mondo delle organizzazioni: capire cosa serve davvero e cosa in tutta tranquillità si può lasciar perdere, sarebbe un enorme progresso per la produttività e il profitto! Tutti gli autori di questo libro sono infaticabili camminatori sulle strade del mondo e leggendo i loro contributi si avverte il peso e il valore delle esperienze fatte sulla strada…
Ma il libro resta come non finito, per due motivi. Per prima cosa, perché gli autori sono già all’opera su diversi cantieri di lavoro professionale e culturale. Il secondo, perché la loro speranza è che i lettori, cogliendo il senso di ricerca del testo, ne facciano propri, del tutto o in parte, i contenuti e li sviluppino nei diversi contesti di vita e di lavoro.
Buona strada a tutte/i!

Elio Meloni -Valerio Beretta,Saperi e Sapori,idee pratiche per umanizzare le organizzazioni,Monti Editore,2008

http://www.growingmanagement.it/growingmanagement/Saperi_e_Sapori.html

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